Il segreto di Gaudì di Daniel Sánchez Pardos

Chiunque si avvicini alla lettura di questo romanzo dello scrittore Daniel Sánchez Pardos, dal titolo Il segreto di Gaudi (Corbaccio, 2016), e pensi di avvicinarsi alla vita o alla conoscenza approfondita di questo grandissimo artista, commetterebbe un errore, ma lo commetterebbe altresì, chi, scoperto questo, decidesse di non proseguire.

In una Barcellona abilmente descritta, nell’ottobre del 1874, Gabriel Camarasa, giovane studente di architettura, torna da un lungo periodo a Londra, per riunirsi alla sua famiglia. Appena sbarcato, sta per essere letteralmente travolto da dei cavalli imbizzarriti, quando, a salvarlo, è un giovane dai capelli rossicci e dai modi garbati, suo collega della facoltà, Antoni Gaudì. Nasce così una singolare ma stimolante amicizia, che porta Gabriel stesso, lontano da interessi sugli affari di famiglia e sui destini politici della Spagna di allora, a porsi nuove domande sul suo futuro e su quello della sua patria. Certamente, la mente affilata e critica di Gaudì si rivelerà guida amica e sapiente, soprattutto quando il padre di Gabriel verrà accusato dell’omicidio di un editore rivale, che aveva mandato in rovina.

Quello che appare solo un libro giallo in realtà è un vero spaccato della Barcellona di allora,

“paese di polveri e incensi, di tricorni e clarini, di re fantocci e sudditi soddisfatti”

in cui i protagonisti, attraverso le loro vicende personali, raccontano una situazione sociale, ma ancor più politica, decisiva per gli anni a venire. È, dunque facile, affezionarsi ai due protagonisti, così come alla corona di comprimari che li accompagnano in questa avventura.

Diventa, a mio parere, decisivo lo stile narrativo dell’autore, che ti culla, ti accompagna, che segui come una melodia, senza fatica, quasi senza accorgerti che le pagine scorrono, portandoti, ahimè, alle battute finali. Assolutamente una scoperta questo bel romanzo, che conferma il successo editoriale avuto, e che invita a scoprire altre opere del medesimo autore.

“Una melodia familiare, sottoposta però a ogni genere di taglio e di aggiunta, oltre che a una trasformazione generale del tempo e del ritmo, con conseguenze appena percettibili eppure impossibili da ignorare. Una città smontata pezzo dopo pezzo e ricostruita secondo la rigida logica dei sogni.”