Il sentiero delle formichelle di Alessia Castellini

Il sentiero delle formichelle (Piemme Ed. 2024) di Alessia Castellini narra la storia vera delle formichelle della Costiera Amalfitana, donne e ragazze che per secoli avevano percorso il sentiero dei limoni portando pesantissime ceste sulla schiena. Nata a Palermo trentuno anni fa, l’autrice ha un dottorato di ricerca in fisica teorica ed è coautrice di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali.

Febbraio, Costiera Amalfitana, 1934.

“Erano tre settimane che Maria non riusciva a trasportare i lunghi pali di castagno”.

Durante i primi giorni di astenia, la donna, in dolce attesa, aveva provato a diminuire la quantità di legname sulla schiena, ma a segnare la battuta d’arresto, una mattina, era stato il sentiero in salita che si doveva percorrere per fare rifornimento fino al bosco ceduo. Era una vera fortuna che non fosse tempo di limoni, altrimenti avrebbe dovuto smettere di lavorare perfino prima. Per come stava rispondendo il suo corpo, non sarebbe mai stata in grado di mettersi in spalla sporte piene di agrumi e affrontare tutti quei viaggi al giorno.
Anche sua sorella Raffaella era incinta, eppure il pancione non le impediva di svolgere il proprio lavoro, su e giù per la montagna.
Il proprietario del giardino per cui lavoravano aveva pianificato di terminare il pergolato entro i primi giorni del mese seguente e non avrebbe accettato ritardi nel rifornimento dei pali. Inoltre, qualche settimana prima suo marito aveva perso il lavoro alla ferriera ed era rimasta soltanto lei a evitare che morissero di fame. Prima di salutarla e augurarle una buona giornata di lavoro, Maria aveva osservato il pancione nudo di Raffaella mentre si vestiva e lo aveva paragonato al proprio. Secondo i calcoli, a entrambe mancavano pochi giorni per partorire, ma Maria aveva le caviglie sempre più gonfie e il respiro più affannoso, si vedeva più sformata e sentiva la pelle sull’addome tirarsi come un elastico pronto a spezzarsi.

“Nun te scurdà ‘o ciuff’”

le aveva detto Maria, porgendole il solito sacco arrotolato da mettere sul collo come cuscinetto e su cui appoggiare il carico da trasportare. Quando avevano aperto la porta il freddo dell’alba odorava di sottobosco. Dalla fine della strada provenivano già i passi laboriosi delle altre donne sul sentiero che percorrevano ogni mattina. Che Maria lo volesse o meno, doveva stare a riposo. Ma il senso di colpa per quelle giornate di lavoro perso era troppo forte, così aveva deciso che almeno avrebbe aiutato il padre.
Nell’aria perlacea dell’alba un’altra giornata di fatica iniziava e le formichelle si apprestavano a compiere il loro massacrante lavoro.

“Quando ho iniziato a concepire questo romanzo eravamo in tre: io e i miei personaggi Ninfa e Alelì. In Sicilia, dove vivo, l’eco delle loro voci era troppo flebile: al di fuori dei confini della loro terra, la Storia le stava dimenticando. Dato che non potevano venire da noi, dunque, siamo andate noi da loro: io, Ninfa e Alelì abbiamo prenotato un volo per la Costiera Amalfitana, dando così inizio a un viaggio straordinario, fra tradizioni in procinto di scomparire e testimonianze preziose”.

Ci svela la brava autrice alla fine del volume.
Le loro voci melodiose risuonano tra le intense pagine del volume incantando il lettore impressionato dalla straordinaria volontà e resilienza delle infaticabili trasportatrici alle quali la Castellini ha tributato un sentito e doveroso omaggio. Più che formiche leonesse!
Il sentiero delle Formichelle è un’antica pedonale, che collega Tramonti alle vicine località di mare Maiori e Minori zona ricca di limoneti.
Le formichelle portavano i limoni appena raccolti con un cesto di circa 80 kg sulla testa, in fila indiana verso Maiori e Minori.

“Ci sono vuoti che ti inghiottono e vuoti che ti abbracciano. Nei primi si precipita, nei secondi si volteggia”.