Il tribunale delle anime
- Autore: Donato Carrisi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2011
Dopo il clamoroso successo de “Il suggeritore”, uscito due anni fa e diventato in breve uno dei casi letterari più importanti degli ultimi anni, Donato Carrisi torna a stupire il suo pubblico con un secondo, ingarbugliatissimo thriller cui gli appassionati del genere non resteranno certamente indifferenti. L’indiscutibile merito di Carrisi è quello di aver portato in Italia un genere da sempre appannaggio (semi)esclusivo degli scrittori d’oltreoceano, ambientando nel nostro paese vicende che nulla hanno da invidiare a quelle del celebre telefilm C.S.I. e creando personaggi degni di un best-seller della Cornwell, tanto per citare uno dei nomi di spicco del thriller americano.
Se all’inizio ho provato un certo scetticismo nei confronti di uno scrittore che si proponeva di imitare uno stile che in fondo non appartiene alla nostra cultura, devo ammettere che leggendo i libri di Carrisi mi sono dovuta ricredere su tutta la linea.
Sebbene “Il tribunale delle anime” sia un gradino inferiore a “Il suggeritore” – vero e proprio capolavoro del genere – resta comunque un thriller d’effetto, ipnotico e a tratti (specie sul finale) quasi agghiacciante, a cominciare dall’ambientazione.
Mai, in letteratura, ho incontrato una Roma così suggestiva, nera, cupa, tormentata da una pioggia battente, ricca di storia e di oscuri segreti, di storie mai raccontate, vicende occultate e potenzialmente ancora pericolose. Sovvertito lo stereotipo di città solare, allegra e chiacchierona, Roma non ha nulla di invidiare alle metropoli d’oltreoceano, ricettacolo di un male così antico e radicato da richiedere l’intervento di potenze superiori, quasi divine.
“Il tribunale delle anime”, pubblicato nel 2011 da Longanesi, è un romanzo interamente giocato sull’eterna lotta tra il bene e il male, un thriller che, oltre a stupire con effetti speciali, si propone di impartire insegnamenti tutt’altro che banali al lettore che voglia coglierli: che la differenza tra bene e male è un confine labile e sottile, facilissimo da attraversare; che bene e male sono facce della stessa medaglia, l’uno il prezzo da pagare per l’altro; che il male genera altro male e che, infine, spesso quello che fa la differenza tra un uomo buono e uno cattivo è la memoria, il ricordo delle azioni compiute. Ad esempio, un uomo che per uno scherzo della natura – o del destino – non ricorda il male compiuto, si chiede Carrisi, è ugualmente condannabile?
Parte col botto, questo secondo romanzo di Carrisi, per poi assestarsi nella parte centrale, a tratti lenta e faticosa; si riprende però sul finale, che ha il potere di lasciare a bocca aperta, di stupire come accade sempre più raramente agli appassionati del noir.
Nei romanzi di Carrisi la realtà è un concetto in perenne divenire, un puzzle che inizia ad acquisire un senso solo quando mancano pochi pezzi al suo completamento, un senso che però può ancora essere sovvertito, stravolto e ricomposto in una maniera che il lettore non credeva possibile. “Il tribunale delle anime” è la storia di un antico ordine religioso, i penitenzieri, che da anni ormai agisce al di fuori della Chiesa: compito di questi sacerdoti è vendicare il male, scovare chi lo perpetra e vendicare le vittime. Ma davvero il male può essere riscattato da altrettanto male? E come s’inserisce in questo quadro inquietante il “trasformista”, un abile serial-killer in grado di prendere il posto delle sue vittime?
Questi i due grandi nuclei tematici attorno ai quali ruota un thriller mozzafiato, da leggere assolutamente.
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