Il viaggio di Elena Bartolomei

Bella, colorata e imperscrutabile, Cuba diventa quasi una donna misteriosa e intrigante in “Il viaggio” il nuovo libro di Elena Bartolomei, la scrittrice livornese alla sua terza prova letteraria.
“Il viaggio”, infatti, titolo per antonomasia di un percorso di formazione e di riscoperta, sbarca in libreria per Bonfirraro con la sua prosa calda e coinvolgente, abbagliante, quasi, com’è nell’immaginario collettivo l’isola caraibica, con il suo trionfo di tonalità accese, le donne che danzano la rumba e i vecchi col sigaro, che profumano l’aria. Un libro ideale per le vacanze, da mettere in valigia per comprendere che non è la destinazione, ma il viaggio, appunto, quello che conta!

Non un libro on the road, dunque, ma on the soul… Perché un luogo, si sa, si trova dentro, e quello di Bartolomei è sicuramente Cuba dove, dopo aver conosciuto il cedimento dello sconforto, si può giungere a una completezza esistenziale. È avvenuto, infatti, ad Amelia, la protagonista femminile del romanzo (guai a definirlo in “rosa” nonostante le nuance della copertina), giovane e brillante ginecologa, senza grande stima di sé, ma apparentemente felice della sua vita tranquilla a fianco di un uomo facoltoso che dice di amarla. Fino al giorno in cui lui la picchia, lasciandola sospesa in una dimensione extra-corporea che non conosce e che la spaventa… è questa la condizione che la farà giungere oltreoceano?

Nel corso della narrazione, che procede via via con un’attenzione quasi maniacale ai particolari - la lampada sul comodino, una cornice di paglia - si fa spazio un’idea, anche politica, di quell’isola che la stessa Elena Bartolomei ha proiettato dentro di sé sin da adolescente. Un bel libro, da consigliare agli amanti di Cuba, della libertà, della giovinezza, dei viaggi, agli antropologi, agli psicanalisti, agli innamorati e agli Italiani. Sì, perché “Il viaggio” è anche un paradossale atto di amore verso una terra, che si auspica essere “più cubana” e cioè una città di amici.