Io sono Marie Curie di Sara Rattaro

Io sono Marie Curie (Sperling & Kupfer 2024) di Sara Rattaro è dedicato alla figura di Marie Skłodowska Curie (Varsavia, Polonia 7 novembre 1867 – Passy, Francia 4 luglio 1934), fisica, chimica e matematica, polacca naturalizzata francese, prima donna insignita del Premio Nobel, vincitrice di due Premi: nel 1903 per la Fisica e nel 1911 per la Chimica.

La vita non è facile per nessuno. Ma che importa? Dobbiamo avere perseveranza e fiducia in noi stesse. Dobbiamo credere di essere dotate per qualcosa e questo qualcosa dobbiamo scovarlo.

Ogni donna possiede un’abilità particolare, è brava in un determinato campo, certa di non dovere dimostrare di valere esattamente come un uomo, anzi spesso vale di più.
La piccola Marie era cresciuta in una casa dove si respiravano parole come uguaglianza, libertà e indipendenza.
Nella Polonia della sua infanzia e adolescenza, dominata dalla Russia, sapeva di avere doti innate in campo scientifico, suffragate da memoria, capacità di concentrazione e sete di sapere, ma per metterle alla prova aveva dovuto lasciare la sua terra natale e approdare a Parigi. Presso La Sorbona Marie, dal carattere tenace e perseverante, si sarebbe laureata in Matematica e Fisica.
Ricordiamo che il 5 novembre 1906, Marie Curie fu la prima donna ammessa a insegnare alla Sorbona, aprendo in tal modo la strada a tutte le altre donne che avrebbero avuto la medesima ispirazione.
Parigi, negli anni che la separavano dal Novecento, era la città che tutto il mondo osservava. Brava a adattarsi ai cambiamenti, era innovazione pura nel campo artistico e scientifico.
Erano gli anni dei fermenti culturali, dei nuovi giornali e riviste, che combattevano per portare l’informazione non più solo all’élite più colta. La Torre Eiffel, appena costruita, troneggiava scheletrica, in contrasto con la sontuosità dell’Opéra e di tutti gli altri palazzi, simbolo di qualcosa che voleva cambiare o forse solo provocare. Mentre l’elettricità dava energia agli ascensori del monumento più alto del mondo e sostituiva l’illuminazione a gas delle strade, Wilhelm Conrad Rontgen, uno scienziato destinato a diventare molto famoso, scopriva i raggi X.

Nel frattempo la vita di Marie era destinata a cambiare per sempre: nel 1894 aveva conosciuto il fisico e matematico Pierre Curie (1859-1906), che lavorava come istruttore di laboratorio alla Scuola di fisica e chimica industriale. Anime affini, dedite allo studio, Marie e Pierre si sarebbero sposati nel 1895, lei certa che mai avrebbe rinunciato alla sua indipendenza di donna emancipata, per la scienziata la realizzazione non passava per il matrimonio, ma per tutto ciò che la sua mente geniale e brillante produceva. Marie Curie dedicò la sua vita all’isolamento e alla concentrazione del radio e del polonio, presenti in piccolissime quantità nella pechblenda, minerale radioattivo e una delle principali fonti naturali di uranio. Il comune lavoro dei Curie, nel campo della radioattività naturale (la scoperta del radio), fruttò agli scienziati, insieme ad Antoine Henri Becquerel, il Premio Nobel per la Fisica nel 1903.

“Io sono Marie Curie e io ho scoperto la radioattività! Questa è la mia scienza e questa sono io”.

Leggendo la trascinante biografia de “La Regina del radio” si comprende la straordinaria attualità di questa scienziata, che resta un fulgido esempio di tenacia femminile a novant’anni dalla sua scomparsa.
Dando voce a Marie Curie, Sara Rattaro ci ricorda che sono ancora tante le sfide, che affrontano le donne non solo nel campo scientifico. Ma in fondo questo è un bene. Ogni sfida rappresenta un’opportunità.

La radioattività la dobbiamo a madame Curie. Lo sanno tutti.