Ivan Graziani. Il primo cantautore rock
- Autore: Paolo Talanca
- Genere: Musica
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Due cose su tutte apprezzo della scrittura di Paolo Talanca: la prima è che scatta, ha il passo agile del pamphlet che preferisco nella saggistica musicale. La seconda riguarda il focus, quasi sempre inconsueto. In altre parole: la freschezza discorsiva dei libri di Talanca fa il paio con l’originalità dei punti di osservazione. Prendete quest’ultimo su Ivan Graziani “Ivan Graziani. Il primo Cantautore Rock” (Edizioni Crac, 2015), prendete questo libro e smettete di pensare alla consueta agiografia sul cantante (e persino cantantucolo) di turno. L’autore muove da un’idea-forte, quella dell’atipicità del cantautore abruzzese - e la mantiene ferma capitolo dopo capitolo, dimostrandone la consistenza, in cento pagine che bastano e avanzano all’impresa.
Il bersaglio è raggiunto in scioltezza: si parte dal milieu del contesto storico (anni Cinquanta/Sessanta del secolo scorso) dell’artista da giovane, si passa alle prove generali dei primi tre album, quindi si arriva a “I lupi” (1977) il disco in cui Graziani focalizza il discorso autoriale al crocevia di rock e canzone di contenuto.
Tra l’incipit e l’approdo analitico, diverse divagazioni che corroborano la tesi, tagliando trasversalmente hit (un paio delle quali esaminate con sorprendente spirito critico), dannunzianesimo, chitarre elettriche, citazioni, deduzioni, e finalmente il disco rock d’autore del 1977 in cui ogni cosa suona al suo posto e come si deve, a beneficio della storia della canzone che ringrazia sentitamente. Un lp capace di restituire in modo apodittico l’idea di ciò che è stato e sarà Ivan Graziani.
Una via di mezzo tra il rocker duro & puro e il cantautore. Un po’ goliardo e un po’ poeta. Uno che suonava la chitarra e che peraltro la suonava da dio. Esempio di sintesi dialettica fra musica e parole. Per dirla con le parole sacrosante di Paolo Talanca:
“Lo stile di Ivan (…) è unico tra i cantautori, perché le sue parole vengono fuori dalle dita della mano destra, arpeggiano nei riff. E’ così che Ivan riesce a spalmare lo strumento nella canzone, a far diventare parole le note, non con una semplice successione di accordi su cui cantare”
Ivan Graziani, più di ogni altro cantautore, rappresenta una felice anomalia espressiva (ha "piegato" l’italiano al rock, ha cantato la vita e il personale quando il diktat era cantare la politica), l’autore di questo saggio - che si avvale anche della prefazione di Andrea Scanzi - lo riassume, lo rappresenta, gli rende merito e giustizia, e tutto questo lo fa in taglio originale e anti-didascalico, per ciò credibile. In sede di giudizio facciamo otto pieno a entrambi - Graziani e Talanca -, abruzzesi entrambi ed entrambi capaci di esprimersi fuori dal coro.
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