L’abbazia dei cento peccati
- Autore: Marcello Simoni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2014
XIV secolo: il tempo della cavalleria è finito non conta più il valore ma il numero dei nemici uccisi
1346: sul campo di battaglia di Crecy, dopo la vittoria inglese, un re moribondo affida un oggetto e un segreto a un cavaliere ferito. Nelle mani di Maynard de Rocheblanche c’è ora un rotolo di pergamena, infilato in un anello. Ha giurato, sul suo onore, di obbedire alle ultime volontà di Giovanni I di Boemia, al secolo Jang de Blannen, uno dei più validi alleati dello sconfitto re di Francia. È un prezioso in oro massiccio, con inciso uno stemma araldico religioso: un leone d’argento in campo rosso, sovrastato da un berretto cardinalizio. Il monile è centrale ne “L’abbazia dei cento peccati”, Newton Compton, 338 pagine 9,90 euro, nuovo best seller storico di Marcello Simoni (Comacchio, Ferrara, 1975), laurea in Lettere, archeologo e bibliotecario, autore di romanzi e saggi, vincitore nel 2012 del Premio Bancarella.
Il testo del messaggio è breve, in latino molto ermetico, difficile da decifrare. Il re gli ha parlato in punto di morte anche di un tradimento, forse consumato tra le schiere del sovrano francese, Filippo di Valois. Il cavaliere giura a sua volta di non farne parola a nessuno, neanche al re in persona, tanto meno al principe Karel di Lussemburgo, figlio dello stesso Giovanni. Infatti, davanti ai due non rivela nulla, consapevole di aver fatto così un dispetto al suo signore e di essersi guadagnato un nemico, perché l’erede boemo sospetta, è evidente.
È un’epoca violenta. Non conta più il valore degli uomini, ma il numero dei nemici uccisi. Il tempo della cavalleria è finito, anche se in Maynard ne sopravvivono i valori. La lealtà, la dedizione a quell’etica ed anche il desiderio di espiare una colpa familiare fanno di Rocheblanche l’eroe puro al quale l’anziano abate Manessier delega un compito difficile: ritrovare le preziose reliquie custodite per oltre un secolo nei recessi dell’inaccessibile abbazia di Mont-Fleur, insieme al messaggio, scritto proprio nel monastero. Tutto è stato rubato da un falso pellegrino, penetrato con l’inganno nell’inaccessibile luogo sacro. È un monaco italiano, Facio di Malaspina.
Un segreto, un complotto e tre oggetti di inestimabile valore per la cristianità: una coppa, una punta di lancia e il Lapis exilii, la misteriosa Pietra dell’esilio. Devono assolutamente tornare in quel sito remoto, nascosti all’avidità e alla sete di potere degli uomini. È questa la missione del nobile francese, che dovrà affrontare tre dei quattro cavalieri dell’Apocalisse già scatenati sulla terra: il malgoverno, la guerra, la carestia. L’ultimo è in arrivo: la morte.
Tanti luoghi, Reims, Ferrara, l’abbazia di Pomposa. Tanti personaggi, laici e religiosi. Innanzitutto un influente cardinale avignonese quasi settantenne, uomo dissoluto, alla ricerca del potere che potrebbe venirgli unendo al misterioso Lapis exilii la coppa dell’ultima cena e la lancia della passione di Cristo, le due reliquie. È un monaco bieco, Facio, le torture lo hanno reso deforme, ma il carattere e gli scopi che persegue non lo rendono meritevole di compassione.
I servi del male si nascondono anche sotto la veste talare, come il formidabile porporato di Avignone Livrèe du Lion e muovono a piacimento una serie di pedine. Uno è lo sgherro Marcus e ci sono anche l’ignota e bellissima spia che pedina Maynard in avvio del romanzo e la novizia Aleydis, amante-schiava del prelato, usata come uno strumento, per perfidi scopi, a danno di Eudeline, sorella di Maynard, madre superiora appena ventenne della comunità monastica benedettina di Sainte-Balsamie, a Reims.
La giovanissima badessa apre la schiera dei “buoni”: il barone piccardo Robert de Vermandois, l’abate di Pomposa padre Andrea, lo straordinario e imberbe artista Gualtiero di Sigismondo de’ Bruni, l’orfana Isabel, protetta da Rocheblanche, tredici anni o poco più, ragazzina dai capelli d’oro, un occhio azzurro l’altro verde, si intuisce che diventerà una donna bellissima.
I lettori faranno bene a mandare a mente i nomi. Servirà, perché questo titolo è solo il primo della saga del Codice Millenarius, appena avviata con successo da Marcello Simoni e Newton Compton.
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