L’altra guerra
- Autore: Giuseppe (Bepi) Magrin
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Der andere krieg, “L’altra guerra”: il primo conflitto mondiale dalla parte opposta del fronte trentino, visto letteralmente dagli occhi del nemico e fotografato con ottime lenti Zeiss. Si deve tutto ai suggestivi scatti inediti di un ufficiale dell’esercito imperiale austroungarico, Johann Radda, che ha operato nelle zone del Pasubio e degli Altipiani. “L’altra guerra. Der andere krieg” (pp. 168, euro 20,00), è il ricco album fotografico pubblicato nel 2016 da Arti Edizioni. Curatori, Bepi Magrin e Ivan Mattioli.
È una pubblicazione bilingue, nella traduzione in tedesco di Hans Duffek e Fernando Larcher, edita nel centenario della Grande Guerra in collaborazione con numerosi soggetti istituzionali e associativi: cinque comuni del comprensorio interessato dai combattimenti (Posina, Schio, Valdagno, Vallarsa, Valle del Pasubio), l’Associazione Forte Maso, la Schwarzes Kreuz del Tirolo, il Museo del Risorgimento di Vicenza e le Associazioni combattentistiche degli Alpini (Vicenza) e Kaiserjager (Innsbruck).
Un racconto affidato ad immagini eccezionali, un libro praticamente senza testo, a parte le necessarie didascalie e se si eccettuano poche righe iniziali di presentazione. Una narrazione che si affida all’intuizione dei particolari da cogliere in oltre 150 riproduzioni di ottima qualità delle inquadrature di un osservatore privilegiato, il capitano, hauptman Johann Radda, originario di Olomutz, in Ceckia. È il caso di premettere che l’ufficiale decorato di artiglieria sopravvisse alla guerra e tornò in patria dopo un periodo di reclusioni nei campi di prigionia in Italia.
Apparteneva all’11° reggimento della Landwehr Infanterie, fanteria regolare di linea, costituito da soldati di nazionalità ceka. Militando nel Quartier Generale del XX Corpo, insediato a Folgaria, poteva muoversi liberamente sul fronte tra l’Adige e il Brenta, peraltro col permesso speciale di fotografare opere di guerra, artiglierie, lavori e sistemazioni difensive. Non aveva problemi di auto o etero censura, come si può notare da certi particolari in evidenza degli apprestamenti difensivi e delle artiglierie, poteva riprendere quanto voleva senza un controllo particolare: apparteneva probabilmente al servizio informazioni dell’esercito imperiale, in caso diverso difficilmente avrebbe potuto raccogliere tante foto e carte di rilievo militare, con immagini aeree e dettagli insidiosi se caduti in mano al nemico.
Grazie alle ricerche di Ivan Mattioli, mentre sul capitano Radda non abbiamo notizie precise, ci è pervenuto il suo splendido album, perfettamente integro e ben conservato, con oltre 350 foto, di cui quasi due terzi escluse però da questa pubblicazione perché di interesse secondario, relative a periodi di licenza dell’ufficiale ceco o soggiorni in Belgio e Germania.
Sono comprese due foto dell’esecuzione di Cesare Battisti a Trento, alcune cartoline e scatti durante la prigionia a Servigliano (Ancona). Era stato catturato a guerra finita a Trento, il 17 novembre 1918 e trasferito a Verona, Fiumefreddo in alta Val Bondione (BG) e Bellagio sul lago di Como, prima di giungere il 1 febbraio successivo nelle Marche. Vi rimase con i colleghi ufficiali fino al settembre del 1919, prima di essere rimpatriato.
Nel complesso si tratta di una fonte documentaria e fotografica straordinaria per la rarità dei soggetti ripresi, dovuta alla libertà d’azione del capitano. Ha fatto la sua parte, nel fare arrivare le immagini fino a noi, la qualità del supporto chimico fotografico a disposizione del capitano.
Opportunamente pubblicato nel centenario del conflitto mondiale, è un volume prezioso - più che altro un album, anche per il formato 24x22 cm - che seleziona gli scatti di interesse storico militare più stretto del ricco repertorio di un ufficiale appassionato di fotografia ed anche tecnicamente validissimo: sotto questo aspetto, un vero fotoreporter. Un documento eccellente, tanto per l’Italia che per gli ex avversari di un secolo fa. Non a caso anche le didascalie sono opportunamente bilingui.
Gli autori dei testi e curatori della pubblicazione sono una coppia di altrettanto appassionati ricercatori di storia militare.
Giuseppe (Bepi) Magrin, ufficiale superiore degli Alpini, classe 1948, vive a Valdagno (VI). Guida alpina “militare”, conosce a fondo le vicende della guerra in alta montagna nei gruppi Ortles-Cevedale e Adamello, dove ha operato anche come guida militare e condotto campagne di bonifica di residuati bellici. Impegnato in una costante attività pubblicistica, ha fondato la rivista storica Forte Rivon. Accademico e consigliere nazionale del Gruppo italiano scrittori di montagna (GISM), ha già all’attivo oltre trenta pubblicazioni in tema di alpinismo e storia di guerra, che gli hanno consentito di ottenere numerosi premi e riconoscimenti, accanto a quelli meritati per le arrampicate. Ha aperto più di cinquanta nuove vie di roccia, partecipando a spedizioni alpinistiche in Asia, Africa, Sudamerica, Antartide. Ex paracadutista e atleta, vanta risultati sportivi in decine di gran fondo.
Ivan Mattioli, classe 1959 è un ricercatore della Grande Guerra, con particolare interesse per i documenti, la propaganda, foto, cartoline e altro materiale cartaceo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’altra guerra
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