L’eredità della Priora
- Autore: Carlo Alianello
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
“L’eredità della Priora” (1963) è il romanzo dei vinti del Risorgimento, l’opera che dà voce a quelli che la Storia ha ridotto a mute comparse, marchiate con l’infamante qualifica di brigante. Più ancora di "Signora Ava" dello Jovine, che vive anche di sprazzi ironici e di gioconde scene di vita campestre, questo è un romanzo duro e controcorrente, che si pone quale opera storica, prima ancora che come racconto. “Non una parola, non un fatto sono inventati”, affermò l’autore in proposito.
Come ne “L’alfiere”, Alianello sceglie di intrecciare le vicende, di non lasciare spazio ad un’unica voce o ad un solo protagonista. È un romanzo corale, che ricostruisce fedelmente la società dell’epoca, dalla miseria materiale degli zappaterra a quella morale dei galantuomini, passando per i soldati di ventura ed i legittimisti alla macchia. Indiscutibile lo spessore letterario: Alianello è autore che cura attentamente le descrizioni dei luoghi e degli animi, che cesella il linguaggio, infarcendolo di espressioni dialettali, in modo da renderlo più vicino alla realtà. Niente è lasciato al caso, in un testo complesso ma coinvolgente, scabroso per il tema trattato ed impegnativo per la profondità dell’analisi storica e sociale.
Opera reazionaria, borbonica, legittimista? Molti sono gli aggettivi che sono stati usati, spesso impropriamente. Alianello sceglie solo di raccontare le vicende con gli occhi dei vinti, di cui mutua pensieri ed ideali. Pur non scevro da intenti polemici, non giudica, ma lascia che sia il lettore a farlo; si limita a spogliare la vicenda postunitaria da ogni orpello celebrativo, di ridurla a quello che fu: una sanguinosa e per nulla eroica guerra civile.
Lascia però aperta una domanda, che rode le certezze acquisite: se gli uni (i Piemontesi) e gli altri (i borbonici) furono autori allo stesso modo di stragi, devastazioni, stupri, ruberie e saccheggi, perché i primi sono acclamati come liberatori ed i secondi apostrofati come briganti? Perché Vittorio Emanuele II è considerato il padre della Patria e Ferdinando II un tiranno, quando entrambi non esitarono a calpestare i più deboli per un’oscura ragion di Stato?
Carlo Alianello sapeva che gli eventi non si mutano, ma che la storia può essere riscritta, per costruire una coscienza nazionale non artefatta da pregiudizi e mistificazioni. E al termine della lettura non si possono più volgere gli occhi da un’altra parte e dire di non sapere.
L'eredità della priora
Amazon.it: 24,50 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’eredità della Priora
Lascia il tuo commento