L’odore della nebbia
- Autore: Licia Cardillo Di Prima
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
L’autrice, Lidia Cardillo Di Prima, è nata a Sambuca di Sicilia, dove vive e lavora. Giornalista pubblicista, già direttrice de “La voce di Sambuca” ha collaborato con diverse testate, pubblicazioni e giornali tra cui la Repubblica. È inoltre autrice di diversi testi teatrali, di raccolte di racconti e di romanzi vincitori di diversi premi letterari. Fra i suoi lavori si ricorda: La poltrona di Maria Carolina, Il gelo di mellone (con Elvira Romeo), Flavio Mitridate. I tre volti del cabalista (con Angela Scandaliato), Una pietra dall’aria, Rosolio alla cannella (con Elvira Romeo),Sambuca in "Borghi di Sicilia".
Questo suo ultimo romanzo, L’odore della nebbia (Dario Flaccovio, 2023), ha un esergo significativo che ben ne significa i contenuti, citando Alejandro Jodorowsky:
La realtà è quello che è, e allo stesso tempo quello che non è.
Si ruota intorno all’indagine e all’introspezione psicologica di un personaggio che rievocando ed eludendo il suo passato, in cui è presente un episodio di violenza, uno stupro, tenta di dimenticarlo e di cancellarlo, volendo riacquistare una nuova identità. L’ambiente, in cui si muove all’inizio la storia, è quello di un borgo e un territorio interno tra le montagne in terra di Sicilia, dove verso le donne che hanno subito violenza si manifestano forti pregiudizi.
Una storia di vita vissuta che comprende e si riverbera in tempi e luoghi diversi, dalla Sicilia alla pianura padana, con un ritorno alle origini, nel luogo natio da dove si era fuggiti. Ci si immerge nel passato ricco di vicissitudini di una figlia e di una madre, con un’intensa partecipazione emotiva.
Una storia lacerante, una ricerca di una verità nascosta dove la nebbia è elemento comune dei luoghi, come una metafora di un estraniamento, di un allontanamento dalla propria identità di cui ci si vuole riappropriare. Una narrazione che si sviluppa in brevi capitoli, alternandosi tra passato e presente, tra italiano e dialetto.
Una vicenda solo apparentemente privata, ma che invece tratta temi di largo respiro, di carattere universale. Accattivante lo storytelling di Licia Cardillo Di Prima che nel sottotitolo di copertina indica come ciò che ha scritto sia ispirato a una storia vera che l’autrice, con abile e penetrante abilità di scrittura, ha rielaborato.
A differenza di quanto avvenuto con personaggi storici che sono stati oggetto di alcuni suoi precedenti lavori già citati, come Eufrosina o Flavio Mitridate, si tratta adesso di un personaggio reale che è venuto a trovare l’autrice e le ha raccontato la sua storia.
Una storia dura, cruda, nella quale si vuole intravedere uno spiraglio di salvezza ed in cui chiunque abbia avuto una simile esperienza negativa può riconoscersi. Una salvezza che si trova nella parola che è libertà in quanto verbalizzare, parlare del proprio dolore vuol dire liberarsene; una parola che è capace di illuminare le parti più buie che sono dentro di noi, liberando dal dolore e dalla sofferenza.
Si colma una distanza tra chi ha subito una violenza e la violenza stessa con la parola che diviene “scrittura”. Ma la salvezza viene anche dalla magia, un aspetto sovente trascurato dell’esistere.
La bambina, nella narrazione del libro, è stata abituata a scoprire nella realtà l’aspetto magico della vita attraverso i racconti del nonno. Una magia che è la fuga dalla realtà che è spesso troppo pesante, dura come una pietra e che quindi occorre “annebbiare”, per non esserne schiacciati e poter così tollerare ciò che intollerabile.
Nelle ultime pagine del libro vi è l’intenso dialogo tra Gesuina, così si chiama la donna, ed il medico, il dott. Rimi dove si snoda il racconto delle violenze subite con una forte condanna dello stupro. Citando un passaggio significativo:
Lo stupro è una sorta di omicidio, spegne nella donna il desiderio della vita che è il viatico dell’amore e della maternità responsabile e innesca una catena di dolore con ricadute che vanno lontano! A tua madre ha fatto perdere tutti i punti di riferimento, i legami, la speranza, il rispetto per sé stessa. Le è rimasta solo la smania di perdersi…
L'odore della nebbia
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