L’opera poetica
- Autore: Elio Fiore
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2016
L’intera opera poetica di Elio Fiore (Roma, 1935-2002) è stata pubblicata dall’editore milanese Ares in una raffinata ed esaustiva antologia (comprendente testi editi e inediti, biografia, note e contributi critici), curata con appassionata competenza da Silvia Cavalli e introdotta da un’affettuosa prefazione di Alessandro Zaccuri, amico ed estimatore del poeta.
Elio Fiore è stato poeta cristiano quanto pochi altri: cristiano di una fede sorgiva e ingenua, entusiasta e comunicativa. Una fede universale, che abbracciava sia il paganesimo classico, sia il profetismo ebraico, la mistica medievale come la rasserenante meditazione delle religioni orientali: tutti aspetti di un novello e fraterno umanesimo capace di superare confini e ideologie, alla ricerca di una trascendenza illuminata, di una spiritualità capace solo di clemenza, perdono, lode, ringraziamento.
Ma, accompagnato dalla grazia del suo nome che ne indicava quasi il destino, Elio Fiore ha conosciuto nella sua esistenza (segnata da povertà, malattia psichica, lavori umili, esclusione sociale) anche il dono quotidiano e assiduo della frequentazione poetica, cioè di una passione febbrile e sempre meravigliata per la poesia. Passione che lo ha portato non solo a una conoscenza approfondita dei maggiori autori della letteratura universale, ma soprattutto alla volontà di coltivare personalmente, concretamente, l’amicizia e l’incontro con tutti i più famosi poeti e intellettuali del suo tempo.
Nell’intero volume si rincorrono infatti, come destinatari di dediche e missive, come recensori, ospiti,corrispondenti epistolari, i nomi importanti di Ungaretti, Montale, Bo, Luzi, Bertolucci, Erba, Raboni, Rafael Alberti, Alfonso Gatto, Liliana Cavani, Carlo Maria Martini, Gianfranco Ravasi, insieme a decine di altri nomi, di persone meno note o del tutto sconosciute: vicini di casa, compagni di lavoro, donne, parenti, religiosi, bambini.
Proprio ai bambini il poeta Elio si sente non solo affettuosamente vicino, ma addirittura accomunato da una manifesta innocenza, dal solare e innegabile candore del proprio modo di essere e di scrivere:
“I bambini hanno bisogno / di scale, di corde per saltare, / di sfere per misurare il cielo. // ... I bambini hanno bisogno / di prati verdi, del sorriso di Dio. / I bambini hanno bisogno di te, / uomo, / per ricordarti di essere stato bambino.
Sogno che tutti i bambini non moriranno più. / (ogni minuto nel mondo 32 bambini / muoiono per fame, lo sapevate?)”.
L’infanzia del mondo, la docilità dell’anima, la purezza dei sentimenti, la lievità dei gesti, l’onestà del dettato poetico è ciò che secondo l’autore può salvare l’essere umano, mondandolo da ogni meschinità e colpa, avvicinandolo alla bellezza del creato e alla bontà di Dio:
Signore, il celeste ascolto dei cori / l’eternità la gloria dei tuoi cieli, / e il grano che ondeggia la pianura, / raggiungeranno la vita di ogni uomo. / Anche legati e torturati, oltre le sbarre / la luce porterà la luce del tuo canto...
Vita ti prometto d’essere fedele / alle tue leggi cupe e lievi, morte / paradossale e gioie vita accoglierò...
Nella trattoria sul piccolo porto, / mangio pesce fresco e bevo vino...
Un poeta non può morire. / Me lo ha insegnato la spiga di Cristo, / la sua giusta vendemmia tra i ricchi e i poveri. / Assassini, ascoltate: un poeta non muore mai.
La voce trasparente e generosa di Elio Fiore, anche nelle sue riconosciute incertezze stilistiche e negli squilibri formali, mantiene la freschezza stupefatta e priva di sotterfugi delle anime candide: di lui che si vanta dell’elegante cappotto grigio lasciatogli in eredità da Eugenio Montale, di lui che arrossisce se per strada lo riconoscono come poeta, di lui che torna bambino abbracciato alla madre sotto i bombardamenti nel luglio del ’43, miracolato e offerto alla misericordia della Madonna.
Una voce solitaria, dimenticata, a cui oggi il ricco volume de “L’opera poetica” rende la dovuta risonanza.
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