L’uomo che dorme
- Autore: Corrado De Rosa
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2018
Corrado De Rosa, psichiatra salernitano e consulente di Tribunale, autore di numerosi saggi sull’uso della follia nei processi di mafia e terrorismo, fa il suo esordio in narrativa con “L’uomo che dorme” per l’editore Rizzoli, collana “Nero” (2018, pp. 274, euro 17,00), la stessa che pubblica nomi del calibro di Maurizio de Giovanni o Enrico Pandiani. Protagonista è il dottor Antonio Costanza, stessi luoghi, professione e generazione dell’autore (i nati negli anni ’70).
Una generazione che viene sintetizzata con parole sospese tra amarezza e nostalgia:
“Pensava ai suoi quarant’anni, guardava la città e si sentiva come lei: a mezz’aria tra la mancanza di consapevolezza di quello che possedeva e la frustrazione di vedere troppi pezzi di Lego sparpagliati sul tavolo imperfetto della vita”.
Sfuggente e misantropo, “nella sua classifica personale dormire viene prima di tutto”. Durante il sonno e grazie ad esso non pensa ai problemi della vita, anche a quelli minimi che delega al padre ormai anziano con cui vive. Tra uscite con i soliti amici, un matrimonio fallito alle spalle senza aver ben chiare le ragioni di tale fallimento e un figlio che fa il suo timido ingresso nell’adolescenza, la sua unica novità è costituita dalla conoscenza di una giornalista per cui prova un certo interesse ma l’indecisione e l’insicurezza miste a diffidenza non lo agevolano.
Questa è la situazione personale in cui si trova quando viene chiamato dalla Procura per una consulenza psichiatrica sulla persona sospettata di due brutali omicidi, a cui un capoluogo di provincia come Salerno non è abituato e con i quotidiani locali che già parlano di mostro o di serial killer. Ma nemmeno un’attività cosi impegnativa e per forza di cose drammatica riesce a distoglierlo dalla sua proverbiale e rassicurante apatia.
Tra la sera di san Valentino e il 1 º marzo 2012, infatti, vengono rinvenuti i corpi di due prostitute anziane barbaramente assassinate. Le indagini, con a capo l’ispettore Andrea Cantillo, coetaneo di Antonio, all’inizio sono difficili: tanti indizi, poche prove e le convinzioni iniziali cominciano a sgretolarsi; la pressione sugli inquirenti aumenta. Sulla scena le storie lavorative e familiari di una moltitudine di personaggi comprimari, tutti ben descritti, dov’è facile immedesimarsi.
Corrado De Rosa, senza mai far prevalere l’indagine della polizia sul resto nella narrazione, riesce a mantenere viva e costante l’attenzione senza bisogno di usare i toni eclatanti del classico thriller; eppure si arriva alla fine senza essersene accorti. Il dato che prevale su tutti e che apporta un certo valore aggiunto a “L’uomo che dorme” è che l’autore scrive di quello che conosce, la psichiatria ˗ nello specifico quella forense ˗ mettendo in evidenza, attraverso il suo interprete principale, criticità e problematiche di chi, per mestiere, si ritrova a sondare la psiche di un soggetto per stabilirne la capacità di intendere e volere nel momento in cui ha commesso un delitto e poi dover rendere conto del proprio operato in un’aula di giustizia.
“La psichiatria non è materia di certezze. Non ci sono radiografie che dimostrino l’esistenza di una depressione o di altre malattie, e questo complica le cose. Ma ha i suoi segni e sintomi, i suoi strumenti di approfondimento, le sue terapie efficaci come ogni branca della medicina”.
Va detto che l’approccio utilizzato, nonostante la tematica, rimane ironico, quasi comico, lasciando un senso di precarietà che crea il terreno fertile per più di una riflessione. Al termine della lettura viene naturale chiedersi quando e se vedremo il dottor Costanza alla prese con una nuova perizia.
L'uomo che dorme
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