L’uomo nero e la bicicletta blu
- Autore: Eraldo Baldini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2011
Un ragazzino vede una bicicletta blu nella vetrina di un negozio. Vorrebbe averla in regalo, ma la sua famiglia è povera e non può permettersela e decide così di guadagnarsela da solo dando fondo alla sua immaginazione.
Così intraprende una serie di fatiche che corrispondono ai riti di iniziazione di una civiltà rurale, ormai sull’orlo della propria evanescenza in un paesaggio già intaccato dalla modernità. Nel corso di un anno fatale, il 1963, in cui grandi eventi planetari si intrecciano alle vicende quotidiane di un paesino di campagna del ravennate, Gigi costruisce con ostinazione il suo sogno di felicità e di indipendenza che ha la forma della bicicletta blu, antidoto al "nulla grigio", al "mondo in bianco e nero" in cui ha trascorso i suoi primi dieci anni.
Tra un’invenzione e l’altra per racimolare la cifra occorrente, il mondo della civiltà rurale con le sue veglie, le stagioni, le vicende scolpite in un tempo magico, che pure sembrava inscalfibile nella sua eternità, lascia intravedere di lontano con un sentimento impalpabile di horror vacui i presagi di un cambiamento profondo. Nel frattempo arriva una bambina dalla città , Allegra: è bella e fine, diversa da tutto il resto. Con lei cambia il paesaggio; con lei Gigi scopre le prime vertigini dell’innamoramento, che informa di sé ogni giornata e dà alla vita una nuova consistenza. Ma l’amore, come la campagna, non è un’esperienza idillica, bensì sofferta e angosciosa.
Così Gigi incontra per davvero l’Uomo nero, spettro carnale di una civiltà perseguitata da una fame endemica in cui le favole non sono svaghi eleganti, ma il primo presentimento della crudeltà che governa l’esistenza. Tra l’erba e i fiori si annida il serpente, l’esperienza del dolore e della morte. Sulla soglia di questo incontro inatteso e lacerante Gigi imparerà che "l’eternità è una cosa fittizia, una speranza vana e molto, molto breve." E l’infanzia è irrimediabilmente finita.
Baldini ancora una volta annoda il suo racconto intorno a un tempo duplice: cronologico e interiore. Una dualità magica e totemica (ne è emblema il fratellino di Gigi, Enrico, nella sua imprevedibilità e mutevolezza di piccolo demone) intrinseca al mondo contadino, restituita con uno stile anch’esso duplice, comico e tragico, ricco di echi e cifre narrative stratificate l’una nell’altra e contrassegnate da un sentimento umoristico, pirandelliano (nella ipostasi del finto morto che ritorna per portarsi i fiori da solo, o nel presepe di soldatini come in una delle "Novelle per un anno") e da un ritmo metamorfico nel terreno comune, tra Apuleio e "Pinocchio" , della favola come rito di iniziazione.
Tutto muta, ogni cosa si trasforma, ma torneremo fatalmente, da adulti, spinti da un semplice odore, un sapore (quello, semmai, del cocomero che dà avvio al racconto) a misurare i nostri passi e a rispecchiarci nella casa del nostro passato, dove fummo interi nel presentimento del nostro destino.
L'uomo nero e la bicicletta blu
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