La Potente
- Autore: Paola Camassa
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nottetempo
- Anno di pubblicazione: 2014
La storia di un antico tradimento che risale il tempo per essere rivissuto nelle angosce di una delle protagoniste. Una storia infelice che l’autrice, psicoanalista, descrive in questa sua opera prima, utilizzando una forma narrativa particolare e singolare, sembra infatti la sceneggiatura di un dramma teatrale. Come in una seduta terapeutica, la protagonista e voce narrante ripercorre il periodo della vicenda legata ai suoi genitori e i ricordi lontani, li somma come in un intreccio ai ricordi recenti, una variazione di anni e di viaggi interiori uniti insieme nell’allestimento di un’opera, nella quale non mancano le musiche in sottofondo e i disegni dei bozzetti degli impianti scenici. Pubblicato da Nottetempo nel 2014, La Potente è un libro davvero particolare, terapeutico.
In Sicilia, nella antica casa di una famiglia benestante, ricca di stanze, balconi, salotti, scale e arredi si svolge l’intera vicenda divisa in un apparente primo e secondo atto. La scena iniziale appartiene al passato, siamo nel 1966 e un’amica della mamma viene a casa per svelarle la relazione segreta di Carlo. Un putiferio. Le figlie, i nonni, la cameriera anziana e la servitù si avvicendano nel correre di sopra e di sotto, urla e disperazione riecheggiano nei corridoi. Il trauma della rivelazione fa esplodere la famiglia. Francesca ha un coltello in mano. È una delle quattro figlie, rimasta a quel tempo sconvolta per ciò che stava succedendo che oggi narra gli avvenimenti di quel passato. Dietro la porta della camera da letto dei suoi genitori si alzarono prima le urla e poi i lunghi lamenti della madre e dopo i silenzi anche il pianto del padre, Carlo.
“Molto prima degli affannosi silenzi e dei lamenti nelle tormentate notti dei nostri genitori avevamo capito che, in quella stanza e in quel letto, vivevano una parte significativa della loro vita.”
I giorni successivi furono ancora più tremendi. Dopo pranzo, al rientro dagli impegni in tribunale (Carlo era un noto penalista della città) le ore divenivano lunghe e faticose perché puntualmente ogni pomeriggio si scatenava l’inferno fra i due coniugi per poi arrivare alla sera un po’ più sereni, disposti al silenzio della notte. Dietro quella porta, ricorda la protagonista, si era sempre pronti ad intervenire. Un andirivieni della servitù, schierata in toto da parte della madre e sempre pronta a riferire tutto ciò che accadeva al di fuori dello sguardo attento della padrona. Anche le amiche venivano a trovare Francesca, si chiudevano in salotto e si sentiva arrivare l’eco delle loro parole.
Non devi fare così, devi avere pazienza, devi pensare alle tue figlie, fai la signora.
Il loro era stato un matrimonio felice e come succede spesso aveva voltato nella normalità infelice ed essendo molto cattolici si erano rifugiati nella religione, che divenne un potente asilo. Con il matrimonio si era certi di essersi assicurati la fedeltà e quando poi si sapeva e si rimuoveva, la coscienza si adoperava a far proprie alcune strategie:
da un lato negava quindi poteva essere felice, e dall’altro rimuoveva. Il risultato era una coscienza stupida.
La voce narrante vorrebbe che il matrimonio dei suoi genitori fosse indissolubile e si affida al mito freudiano della scena primaria, la Potente, per mantenere vivo il desiderio infantile di vedere unita la coppia, i suoi genitori. Non è così per le altre figlie. La Potente cambia verso, amore e odio, per ciascuna di loro. Nell’ombra del peccato, Carlo continuerà a subire le ire di Francesca, la maldicenza, gli insuccessi senza difendere né la sua innocenza né la sua colpa.
“ Il bacio sulla bocca di mamma e papà era il momento più atteso. Le labbra rosse si sporgevano, papà si avvicinava guardandola negli occhi. Era tremante. Da quel bacio misurava l’impegno nel suo immediato futuro. Se la mamma si sporgeva con indifferenza, erano guai. “
La Potente è la storia autobiografica di una famiglia regolare, normale, narrata attraverso le debolezze dei propri affetti. Un romanzo autentico, un’indagine nelle illusioni, nei sogni del nostro inconscio e nella volontà di volerli vedere realizzati e nella realtà che invece ci consegna alla verità, a quella verità che con il solo buon senso potrebbe non essere nemica.
“Francesca sta per tutte le mie pazienti più infelici... una di loro impugnò un coltello e trafisse l’uomo che amava. Francesca è il nome di mia madre. E il coltello, il mio, è il coltello di mia madre, folle di gelosia. Eccomi, con il suo coltello in mano."
La Potente
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