La Roma dei poeti
- Autore: Piera Mattei
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“La Roma dei poeti” (Gattomerlino, 2014, edizione speciale illustrata) contiene ricordi, tracce segrete o discrete che la poesia e la letteratura hanno impresso sulla città (come ben ricorda il sito della casa editrice romana) scritti dall’autrice, traduttrice e critica letteraria Piera Mattei, nata nella Capitale, dove vive attualmente.
“Io sono come il piccolo anemone che ho visto una volta a Roma, nel giardino”.
Il poeta e drammaturgo austriaco di origine boema Rainer Maria Rilke con queste parole ricordava il fiore osservato nell’Urbe probabilmente nel giardino della Villa Strohl-Fern, dove lo scrittore era stato ospite con la moglie, la scultrice Clara Westhoff, dal settembre 1903 al giugno del 1904. Nel 1879, il mecenate Alfred Wilhelm Strohl aveva acquistato un ampio parco di 80.000 mq di superficie, adiacente Villa Borghese, e vi aveva costruito la sua abitazione per trascorrervi il resto della sua vita e ospitare, nei numerosi studi, artisti e scultori.
Intenzione di Clara, allieva dello scultore francese Auguste Rodin, e del marito era di trarre il massimo profitto dalla loro arte. Il bellissimo e magico giardino composto di alberi d’alto fusto come la magnolia gigante, il platano e il cedro del Libano e i rosai che facevano compagnia a statue romane non potevano che ispirare animi sensibili.
Infatti, Rainer a Roma scrisse tre importanti componimenti in endecasillabi sciolti posti a chiusura del primo libro delle “Nuove Poesie” e il primo abbozzo dei “Quaderni di Malte”, un romanzo breve dalla scrittura tormentata. Le sensazioni che la città imprimeva in Rilke erano state di armonia e frescura, data dalle tante fontane “limpide, stupende, mobili acque che vivono nelle sue piazze” e le notti colme di stelle “lunghe e silenziose”.
“Keats arrivò a Roma, in quella Casa Rossa, nell’inverno del 1820, con qualche speranza che il clima gli avrebbe giovato”.
Il poeta inglese John Keats (1795 - 1821), uno dei principali esponenti del romanticismo, abitava in Piazza di Spagna 26, nella splendida piazza
“dove batte il cuore dell’intera città”.
Keats malato di tubercolosi, vagheggiava da qualche tempo i cieli d’Italia avvertendo il richiamo del caldo mare d’estate
“mi sento ardere dal desiderio... ondeggiare con loro nelle acque d’estate”.
Il sensibile John morto a Roma fu sepolto nel cimitero acattolico,
“luogo che la bruttezza della città moderna non riuscirà a contaminare”
già cimitero degli inglesi. Vicino alla tomba di Keats riposano le ceneri del poeta e filosofo inglese Percy Bysshe Shelley (1792 - 1822), uno dei più grandi lirici romantici. Entrambi i poeti lasciano il loro immortale ricordo con il loro modesto sepolcro e “il loro canto che illumina la bellezza”.
“Maria Luisa Spaziani ha abitato negli ultimi anni della sua vita, in Via Cola di Rienzo, dal lato del Ponte regina Margherita”.
La signora della poesia, grande organizzatrice d’incontri sui temi della poesia e sodale di tanti grandi poeti del XX Secolo, era nata a Torino il 7 dicembre del 1922, ma adorava il clima e la luce di Roma. Piera Mattei ricorda “la prima volta che mi chiese di invitarla a pranzo”, la traduttrice e giornalista, scomparsa nel 1914, propose un barcone sul Tevere ed era “una splendida giornata di novembre”. Il biondo fiume piaceva molto alle due amiche forse perché nel suo lento e costante fluire vedevano riflessa la vera anima della loro amata città. Attraverso l’ispirata e intensa voce dei letterati e poeti ospitati nel volume, l’autrice esorta il lettore a scoprire Roma
“è come una donna ancora bella, una conquistatrice stanca delle sue conquiste”, le sue bellezze e le sue vestigia. Nella Città Eterna in cui, grazie a “reti di memorie, echi, rimandi”
e “se le dedichi tempo” è possibile provare un senso di appartenenza, le targhe, i bronzi, i marmi segnalano con discrezione, dove gli scrittori vissero e operarono donando con le loro liriche eternità ai luoghi descritti. Un libro impagabile, arricchito da pittoresche fotografie della Capitale, che parla di letteratura e di storie interessanti sulla città da tenere in mano passeggiando nelle vie per ammirare quella grande bellezza catturata dai sublimi versi dei poeti che l’hanno attraversata, non ultimo Vittorio Alfieri (1749 - 1803):
“Nei due anni di Roma io avea tratto una vita veramente beata”.
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