La ballata dei sassi
- Autore: Carlos Solito
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2018
Lui torna alle radici della propria vita, rivanga ricordi mai del tutto accantonati, riscopre profumi, sapori, sensazioni. Lei, seguendo una traccia poetica, si mette alla ricerca di lui e viene dolcemente “aggredita” dalle sensazioni di quella terra selvaggia. Ma ancora più importante è il viaggio mentale che ciascuno di loro percorre dentro di sé.
Matera è talmente affascinante da non poter essere descritta: bisogna vederla di persona per rendersi conto di tutta la bellezza e la magia di questa città che potremmo definire “ritrovata”. I sassi, le tipiche abitazioni scavate nel tufo: insediamento rupestre, “vergogna d’Italia” per le precarie condizioni igieniche e di vita che ancora perduravano negli anni settanta, poi discarica per anni e infine, per intervento dell’Unesco, oggetto di recupero. Oggi sono un luogo turistico che brulica di locali e dove una casa costa più di una villa in Costa Smeralda, ma hanno saputo conservare quella loro essenza che parla, ancora prima che agli occhi, all’anima di chi la sa ascoltare.
Questo è essenzialmente “La ballata dei sassi” di Carlos Solito: un volo dell’anima. Sicuramente, già l’ambientazione e la copertina ispirata a Van Gogh suggeriscono altre strade a chi fosse in cerca di un romanzo d’azione. Di azione, qui, ce n’è davvero poca: piuttosto c’è una “percorrenza”, sia fisica che mentale, dei due protagonisti, che intraprendono entrambi un viaggio da Milano a Matera. Per lui è un ritorno alle origini, per lei una scoperta. Ma ancora più importante è il viaggio mentale che ciascuno di loro percorre dentro di sé. Lui torna alle radici della propria vita, rivanga ricordi mai del tutto accantonati, riscopre profumi, sapori, sensazioni. Lei, seguendo una traccia poetica, si mette alla ricerca di lui e viene dolcemente “aggredita” dalle sensazioni di quella terra selvaggia.
Ettore è un materano emigrato a Milano per fare carriera. Business, aperitivi, viaggi d’affari, hotel di lusso e qualche amante occasionale senza grande impegno: tutto questo, però, riceve un duro colpo il giorno in cui, a Londra, scampa per un soffio a un attentato. Come spesso succede, sfiorare la morte gli fa riconsiderare la propria vita: per questo riprende in mano la sua vecchia macchina da scrivere e inizia a comporre poesie e per questo decide di lasciare tutto e tornare a Matera.
Maria lo incontra per caso in un bar di Milano, poco prima della sua partenza: di lui le resta solo un foglio sul quale ha battuto a macchina una poesia. Profondamente colpita, decide di assecondare il fortissimo impulso che sente e lo segue, raccogliendo, come pollicino con i sassolini, le poesie anonime che lui dissemina ovunque, lungo la propria strada. Non sarà sola, perché l’accoglienza e la generosità dei lucani le impediranno di esserlo e lo sarà, perché il suo viaggio sarà l’occasione per parlare con se stessa e per fare pace con il proprio rimorso per un grande amore finito tragicamente. Incontrerà Felicia e Antonio, Valentino “U diaul”, Giginello l’autista superstizioso, ma soprattutto incontrerà l’incanto della Basilicata, della sua gente e della sua essenza.
È un romanzo di sensazioni, questo. Un romanzo leggero e sottile che ci porta per mano fra i sassi, raccontandoci anche della loro storia, della loro arte e delle loro tradizioni. Un volo di farfalla nel tufo, cullato dal vento appena accennato e scaldato dal sole. Un libro che si legge per viaggiare con la mente, che ci fa attraversare i paesaggi lucani come se non avessimo davanti a noi pagine scritte, ma la realtà della terra di Basilicata.
Mi sento di fare un solo appunto: il finale mi è sembrato troppo sbrigativo, troppo volutamente “lieto fine”, quasi da romanzo rosa e non molto verosimile. Certamente non all’altezza del resto del libro.
La ballata dei sassi
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