La bambina del lago di Loriano Macchiavelli e Sabina Macchiavelli

La bambina del lago di Loriano Macchiavelli e Sabina Macchiavelli (Mondadori, 2019) è ambientato nell’estate del 1930 sull’appennino emiliano a Paese Nuovo, sorto quando il vecchio paese è stato sommerso dalle acque del lago nato dalla diga costruita sul fiume Cigolo.

Il sottotitolo Romanzo di montagne, animali, piante e ragazzi strani illustra molto bene che cosa ci si deve aspettare dalla lettura.
I ragazzi strani sono la protagonista Aladina, l’unica a sentire suonare le campane della chiesa sepolta nel lago, e l’amichetto Gufo, che come l’animale di cui porta il soprannome vede nel buio.
L’animale più strano è il liguarro, animale fantasioso di cui Aladina aveva sentito parlare dalla mamma Gialdiffa prima di restare sola col papà Astorre, medico che si interessa alle teorie junghiane.
La pianta più strana è l’evonimo, arbusto reale ma che nel romanzo viene chiamato anche albero del fuso e nelle notti di luna piena permette di ricavare bacchette magiche.

Fa un’apparizione anche uno strano personaggio che si presenta come "Io di nome faccio Guglielmo e di cognome Marconi" e che usa un marchingegno di sua invenzione per verificare se le campane sotto il lago hanno suonato veramente.
Un altro oggetto particolare è una tavoletta che si scoprirà essere stata dipinta da Giotto e che ha spinto il vecchio parroco do’ Vizèz a restare a vivere sott’acqua nel Paese Annegato.
Il Professore, un vecchio saggio della cui vita nessuno sa nulla, capisce e spiega le bizzarrie della storia.

“Non dobbiamo farci convincere da chi, come gli adulti, ci dice che sono bugie e vanno dimenticate”.

La storia termina proprio con una esortazione del Professore rivolta ai due piccoli protagonisti, questa volta però non spiegata:

“Non permettete a nessuno di costringervi sul mostruoso letto di Procuste”.

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Gli autori, Loriano e Sabina Macchiavelli, sono padre e figlia. Loriano Macchiavelli ha scritto alcuni libri insieme a Francesco Guccini. Un brano da Macaronì, romanzo di santi e delinquenti, scritto appunto dalla coppia Guccini e Macchiavelli, è usato nel romanzo come fonte di una storia che parla della Borda, una creatura misteriosa che vive nella Buca del Diavolo e "mangia la gente che tira giù e comincia dagli occhi e dal naso e dalle labbra".