La biblioteca del diavolo
- Autore: Alessandro Troisi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
Un cavaliere sale dalla stiva, avvolto in un lungo mantello. Indossa un’armatura malridotta. Una grande croce rossa campeggia sul tessuto logoro che ricopre il petto. È il principe Filippo, di ritorno dalla guerra per fermare gli ottomani ad oriente del Mediterraneo. Considerato l’incipit del romanzo, dimostra una notevole capacità di descrivere persone e situazioni il giovane Alessandro Troisi, autore novellino, che studia ancora nel Dams di Roma. È appena ventiquattrenne il vincitore del concorso letterario Ilmioesordio, premiato con la pubblicazione nelle collane Newton Compton del suo La biblioteca del diavolo (320 pagine 7.90 euro il libro 0.99 l’eBook), romanzo storico di validissima fattura e di piacevole lettura, in origine Gli angeli di Lucifero.
Filippo non è più il giovane nobile, ben curato e riccamente vestito, ch’è partito motivato, impugnando le armi con orgoglio. Torna uomo, anni dopo, senza ardore e senza gloria. È l’ultimo erede di una famiglia che domina le terre di T. Deve la formazione militare e l’educazione ai valori al vescovo Bernardo, già guida spirituale del padre ed è con l’anziano prelato che vuole ardentemente riprendere contatto, una volta rientrato in patria.
Gli confessa il suo grave disorientamento. Dice d’essere andato in battaglia e di avere ucciso ferocemente, aspettando un segno di riconoscenza dal cielo, che non è arrivato. Ha mutilato con ancora più zelo in nome della fede. Nessun apprezzamento da lassù. Ha poi subito sconfitte, perso terreno. Non un segno. Ora si sente solo, ha smarrito dio, non trova significato nelle preghiere. Sono parole senza senso.
Nella città di T., la piazza è gremita di gente. Tre travi s’innalzano sopra cataste di legna, che un uomo sistema con attenzione. Devono alimentare un fuoco vivace. Accanto, il boia osserva la preparazione, con in testa un cappuccio nero.
Un cavallo traina un carro, sul quale è montata una gabbia di legno. Dentro, tre figure femminili lacere. Le mani insanguinate afferrano le sbarre, in un atteggiamento impotente. Gli occhi mostrano un dolore senza speranza.
Tre donne, più coperte di sangue e di catene che di panni. Una si dimostra calma, nonostante la sofferenza. Rivela ancora la sua bellezza sotto uno strato di sporcizia. Sono accusate di stregoneria, condannate a bruciare vive, sotto lo sguardo della folla.
Stanno per morire tre innocenti, tiene a farci sapere l’autore, attraverso l’espressione ferma di quella donna e lo sguardo spaventato di Eleonora, una giovane contadina che assiste tra la gente, una ragazza semplice che nasconde agli altri la sua pietà per quelle povere vittime.
Alle condannate vengono tagliati i capelli con un coltellaccio, in modo rude, prima di legarle ciascuna ad un palo, con grosse funi e con fare violento. Uno dei carnefici affastella ceppi fino alla vita delle tre. L’altro impugna una torcia accesa. Fa freddo, il legno è umido, il fuoco non divampa, si limita a lambire a lungo all’altezza delle caviglie, tra le urla strazianti di due delle sventurate. L’altra ha il viso distorto dal dolore, ma non emette alcun suono. Poi le fiamme salgono, prendono vita, bruciano i corpi. È orribile, però raccontato molto bene.
Più tardi, la ragazza dai capelli rossi, ancora scossa dalla scena, è raggiunta da un uomo vestito di nero, che davanti ai patiboli aveva ribadito la condanna delle streghe. La fissa con attenzione e le si rivolge con fare calmo.
“Dove vivi?”, le chiede (da sola, fuori città). “Sei sposata?” (non ha marito ancora). La gente intorno sembra capire il momento delicato. “Perché non ti ho vista in chiesa domenica?” (un forte temporale non le ha permesso di raggiungere la città).
Ora l’uomo non sorride più e le contesta in modo severo che il suo non è un comportamento da giovane morigerata: vive lontana da tutti, in solitudine, non ha un marito e salta la messa. Questo fa nutrire sospetti gravi sul suo conto.
Temo che dovrai venire con noi e spiegare molte cose, per chiarire i dubbi che ti riguardano.
Eleonora è bloccata dalla paura, l’accusatore pregusta invece la tortura e sostiene che quel viso innocente possa nasconde l’empietà e la malvagità che si annida nell’anima.
L’attenderebbero i tormenti dei ferri, ma un cavaliere irrompe a sottrarla ai carnefici. Il principe Filippo mette di forza a mal partito l’uomo nero, sistema anche i suoi sgherri e accompagna Eleonora in salvo.
Il territorio è scosso della caccia alle streghe e il vescovo Bernardo la convalida. È convinto dell’esistenza di creature che nascondono agli occhi della gente la loro empietà, ma gli uomini colti sono in grado di coglierne i segni e capire che quelle donne hanno scelto di vivere lontano dalla luce del Signore, votandosi a Lucifero con un patto scellerato. Si riuniscono nel cuore della notte in luoghi oscuri, per adunanze al cospetto del demonio. Giurano di appartenergli con il corpo e con l’anima, fino all’eternità. Compiono atti blasfemi, deturpano croci, ostie, oggetti sacri.
L’anziano prelato lo ripete a Filippo. L’istruisce, come ha fatto già una volta con quel giovane, per farne un coraggioso cavaliere. Ora lo vuole cacciatore di streghe.
Già turbato nei confronti della fede e del fanatismo, il principe non è convinto. In cuor suo pensa ad Eleonora, a quel pensiero il futuro gli sembra più accettabile.
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