La cacciatrice di fossili
- Autore: Annalisa Strada
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
“Mary Enning si racconta” è il sottotitolo del volume “La cacciatrice di fossili” (Editoriale Scienza 2019, Collana “Donne nella scienza”, illustrazioni di Daniela Tieni) di Annalisa Strada, insegnante nella scuola secondaria di primo grado, vincitrice del Premio Andersen e autrice di libri per bambini e ragazzi, che narra la vera storia di Mary Anning, paleontologa britannica nata il 21 maggio 1799 a Lyme Regis e scomparsa sempre nella cittadina del Dorset il 9 marzo 1847.
Sono venuta al mondo il 21 maggio 1799, in una piccola casa che per un lato si affacciava sul mare e per l’altro su una piazza dall’orizzonte ristretto.
Dorset, Inghilterra, 1811. La dodicenne Mary Anning, occhi bruni e lucenti, viveva in una località balneare arroccata tra la scogliera e il mare nel Sud dell’Inghilterra e la prima aria che la bambina aveva respirato era carica di salsedine. Richard, il padre della ragazzina, era un abile ebanista ma “la sua reputazione era soprattutto legata al fatto di essere un cacciatore di fossili”. Infatti, la suggestiva Lyme Regis era nota come luogo in cui si trovavano pietre stranissime alle quali i locali avevano attribuito nomi suggestivi: pietre serpente, artigli del diavolo, denti di squalo e conchiglie di pietra.
Le pietre venivano recuperate sulla spiaggia, spesso dopo ogni mareggiata, oppure quando le ripidissime scogliere franavano portando alla luce gli strati più profondi della roccia. Richard vendeva i reperti recuperati nella sua bottega dove capitavano turisti curiosi dall’accento bizzarro vestiti con eleganza. Quelle pietre, specialmente per i meno colti, erano ritenute efficaci per “tenere lontane le vipere” o “contro i reumatismi”. In verità a quell’epoca erano in pochissimi a sapere che quelle che si ritenevano essere pietre fossero fossili. Poche persone “accettavano come possibile l’idea che parti di animali sconosciuti fossero arrivate, pietrificate, fino a noi”.
L’intelligente ragazzina, fin da piccolissima aveva aiutato il padre a raccogliere i reperti, ripulirli e lucidarli acquisendo ben presto una spiccata propensione a riconoscerli e classificarli. Il primo consiglio di Mr Enning era stato quello di non farsi mai sorprendere dall’alta marea. “Vattene prima che le onde ti raggiungano”.
Sullo sfondo di una natura mutevole e talvolta insidiosa, la cercatrice di pietre e fossili, grazie alle spoglie di antiche creature provenienti da un lontano passato, avrebbe contribuito a offrire alla conoscenza e al progresso grandi traguardi. Nel 1811 Mary era riuscita a individuare il corpo fossilizzato di un ittiosauro, ovvero “lucertola di mare” e a ventiquattro anni aveva compiuto la seconda grande scoperta, individuando il primo scheletro di plesiosauro e, alcuni anni più tardi, quello di uno pterodattilo.
Attraverso la piacevole prosa dell’autrice, è la stessa Mary a raccontare la sua passione nata davanti al mare sulla selvaggia spiaggia britannica. In un mondo conservatore il lavoro di una donna dotata e tenace sarebbe stato di fondamentale importanza per lo sviluppo della paleontologia. Alla fine del libro, arricchito da poetiche illustrazioni, appare un interessante capitolo dedicato agli approfondimenti.
Più sapevo e più mi incuriosivo, più capivo quanto ci fosse ancora da scoprire.
La cacciatrice di fossili: Mary Anning si racconta
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La cacciatrice di fossili
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