La Resistenza dei sette fratelli Cervi
- Autore: Annalisa Strada
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
“La Resistenza dei sette fratelli Cervi” (Einaudi Ragazzi, 2018, illustrazioni di Iacopo Bruno) di Annalisa Strada e Gianluigi Spini è la biografia romanzata di Gelindo (1901 - 1943), Antenore (1906 – 1943), Aldo (1909 – 1943), Ferdinando (1911 – 1943), Agostino (1916 – 1943), Ovidio (1918 - 1943) ed Ettore (1921 – 1943), i quali dopo aver aderito alla Resistenza, furono catturati, fatti prigionieri, torturati e poi fucilati dai fascisti il 28 dicembre del 1943 a Reggio Emilia presso il poligono di tiro. I sette fratelli Cervi sono stati decorati con la Medaglia d’argento al valor militare.
“Alcide Cervi e Aldo, il suo terzogenito, arrivarono dal proprietario delle terre che lavoravano a mezzadria. Era una casa padronale ben tenuta, tozza e rigorosa come tutte le abitazioni della pianura”.
Nella provincia di Reggio Emilia, la famiglia Cervi, dai radicati sentimenti antifascisti, viveva lavorando la terra a mezzadria. Alcide Cervi e Genoeffa Cocconi avevano avuto sette figli, i quali, fin da piccoli, avevano respirato ideali di libertà convinti che non può esserci libertà senza giustizia sociale. I ragazzi avevano frequentato corsi serali incrementando la loro biblioteca.
Quel giorno padre e figlio si erano recati a parlare con l’amministratore della contessa Levi Sottocasa per richiedere migliorie, perché
“la terra, così com’è, non rende abbastanza, noi lavoriamo con passione e ne caviamo tanto, ma potrebbe dare molto di più”.
Infatti, quando pioveva e quando s’irrigavano i campi, l’acqua ristagnava nelle fosse facendo marcire il raccolto. Purtroppo l’amministratore si era rifiutato di soddisfare le richieste di Alcide e l’intraprendente contadino aveva deciso di trasferire tutta la famiglia in un altro luogo. L’intenzione di Alcide era di passare dalla mezzadria all’affitto di una cascina con terra annessa. Però, questo voleva dire pagare in denaro un canone fisso, anche nelle annate peggiori e nei periodi di magra, e tenere tutto ciò che si ricavava dai campi e dalle bestie. Dopo l’incontro con l’amministratore, Alcide aveva firmato il contratto d’affitto per i Campi Rossi, una vasta proprietà con casa colonica nella zona di Gattatico, non lontano da Campegine, dove era nato e vissuto e dove aveva cresciuto i propri figli. All’inizio della II Guerra Mondiale quella casa, ora diventata la sede del Museo Cervi, sarebbe diventata il luogo del dissenso militante contro il regime fascista e la guerra. Inoltre, il cascinale sarebbe diventato un rifugio per antifascisti, partigiani feriti e prigionieri stranieri sfuggiti ai nazifascisti fino a giungere al tragico epilogo con l’estremo sacrificio dei sette giovani uomini, educati alla dignità e al senso di responsabilità.
Una narrazione incalzante e coinvolgente che si rivolge ai ragazzi con l’intento di spiegare cosa è avvenuto nel nostro recente passato per fornire antidoti e speranze contro il ritorno di odio e paure. È opportuno che i nostri figli sappiano che se hanno tante libertà il merito è anche di sette coraggiosi fratelli, i quali, contro un regime in disfacimento, con la loro morte diventano il simbolo di tutto il movimento di liberazione ed esempio per le future generazioni.
“Aspiravano a un’Italia libera e democratica e l’avrebbero costruita, né più né meno di come avevano fatto con i campi, la stalla, il pozzo”.
La Resistenza dei sette fratelli Cervi
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