La donna del lago
- Autore: Valerio Marra
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
"Lui la fissava, sostenendola con le braccia appena sopra il livello del lago. Le acque limacciose le sfioravano la pelle, avvolgendola come una carezza."
La natura e le follie dell’animo umano sono gli elementi che caratterizzano la trama de La donna del lago, thriller di Valerio Marra (Newton Compton Editori, 2019).
Prima di parlare de La donna del lago voglio fare un passo indietro, per raccontare come ho conosciuto questo autore e cosa mi ha spinta a immergermi nel suo ultimo romanzo. Durante il lockdown ho avuto il piacere di leggere Delitti di Dio, un’antologia di racconti ispirata al binomio delitto-Chiesa curata da Diego Di Dio, neo direttore della collana Spettri di Alter Ego, che con la pubblicazione di questa opera ha inaugurato il nuovo incarico.
Delitti di Dio
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Uno di questi racconti, quello che mi ha colpita più di tutti, è scritto proprio da Valerio Marra. Si tratta di Redemptio. Come nelle altre storie narrate, il binomio delitto-Chiesa è un pretesto per parlare di altro, cioè delle fragilità e delle contraddizioni dell’animo umano, oltre che del confine labile che separa il bene e il male. Di Marra ho apprezzato il suo modo di presentare con tenerezza ed empatia i sentimenti più profondi, tanto nella vicenda principale quanto, in particolare, nelle sottotrame. Tra i vari personaggi, in quell’occasione ho conosciuto un prete che ha perso la fede e una coppia sterile alla disperata ricerca di un figlio: proprio quest’ultima vicenda, e l’umanità con cui è descritta, ha suscitato in me la voglia di leggere altre storie di questo autore.
La donna del lago mi ha affascinata già dal titolo, perché rimanda a elementi che da sempre mi attraggono: la natura e le storie legate al territorio, le mie preferite. Amo farmi catturare dai paesaggi che fanno da sfondo ai romanzi, dai riflessi luccicanti del sole tra le cime degli alberi o nelle increspature dell’acqua, dallo sciabordio delle onde o dal sussurrare del vento, ma anche dai colori cupi delle ombre tra i cespugli.
La vicenda è ambientata in territorio romano, più precisamente nei pressi del lago Albano. In un afoso mattino estivo, le sue acque restituiscono il corpo di una giovane donna, Eva Baldese. Ad avvistare il cadavere a riva, una runner sgomenta.
Le indagini vengono assegnate al sostituto commissario Lorenzo Festa, dal momento che il capo si trova in licenza matrimoniale. Per l’ambizioso Festa, si materializza l’occasione che attendeva da tempo: un lasciapassare per realizzare il suo sogno, la promozione a commissario. E così, si tuffa nelle indagini per risolvere il caso nel migliore dei modi, prima del rientro del suo superiore. Ad affiancarlo, l’agente scelto Michele Russo. Russo è il contraltare di Festa, colui che condisce la trama con un pizzico di humour: ha la battuta sempre pronta, la guida spericolata e la perenne voglia di un vero caffè, come quello che si beve nel napoletano, zona dalla quale proviene.
Accanto a Festa troviamo anche l’avvenente magistrato Antonella Greco. La donna nutre una passione per il sostituto commissario. Dotata di grande intelligenza, appare l’unica in grado di investigare l’animo introverso di Lorenzo.
"C’era qualcosa di falso, di sbagliato nelle carezze di quell’uomo. […] Lo guardò: gli ambiziosi occhi a mandorla erano quelli di una persona che aveva fatto del lavoro la sua unica ragione di vita."
Poi ci sono i principali indagati, Mattia Trevisani e Ivan Giordano. Hanno due condotte di vita agli antipodi, ma un sentimento che li accomuna: una terribile solitudine.
Mattia Trevisani è un noto personaggio televisivo con cui la vittima, fallito il matrimonio con Ivan, aveva una relazione da alcuni mesi. Mattia è un uomo bello e vanitoso che, al di là del successo già ottenuto sullo schermo, ambisce a entrare in politica sfruttando le conoscenze giuste. Pochi giorni prima Eva, dopo un litigio, aveva lasciato l’appartamento in cui da poco convivevano, e da quel momento Mattia era sprofondato nella depressione. Se da un lato, davanti alle telecamere del salotto dello studio televisivo, appare ancora come l’affascinante conduttore amato dal pubblico che lo riconosce come uno di famiglia, dall’altro è una persona sempre più chiusa in se stessa. Per Mattia, "la solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno".
Ivan Giordano è un famoso pittore che abita sulla riva del lago Albano da quando Eva ha messo la parola fine a quindici anni di matrimonio trascorsi insieme. Ivan vive isolato dalla società e dal mondo reale in un prefabbricato fatiscente e maleodorante, senza telefono, televisore, elettricità. Le sue uniche compagnie sono il whisky, col quale si avvelena ogni giorno, le sue tele e un amico enigmatico, che di tanto in tanto gli fa visita: Navi.
Navi è un oscuro individuo che, se nei primi tempi era sembrato una persona positiva, si rivela sempre più inquietante e tormenta l’animo di Ivan quando gli sopraggiunge alle spalle, o quando lo sorprende apparendo, spettrale, tra gli alberi.
Il commissario Festa si muove alla ricerca affannata del colpevole tra i due indagati, seguendo in particolare una pista esoterica; sul collo della vittima, infatti, ha notato impresso un simbolo circolare che gli ricorda un uroboro, immagine che collega agli gnostici e agli adoratori di Satana.
A far da sfondo costante alla trama, il lago romano in tutto il suo fascino: ora baciato dal sole, con le onde che sembrano danzare al vento, ora immobile e scuro come una lastra di piombo, ora infernale che brilla di una inquietante luce metallica. Albano è anche "il lago dei misteri, delle passioni e degli amanti. Il lago sul cui fondale venivano custoditi migliaia di segreti".
Il linguaggio utilizzato dallo scrittore è semplice, il libro scorre bene ed è ricco di colpi di scena. Nel ritmo incalzante si inseriscono momenti di riflessione, in cui è la natura far da tramite tra il lettore e i drammi interiori dei vari personaggi come quando, nello stesso istante ma in diversi luoghi, questi riflettono di notte nel vento, o di fronte alla luna.
Punto di forza del romanzo, oltre all’ambientazione suggestiva, è anche il finale. Quando sembra ormai definito, dopo poche pagine spiazza il lettore lanciando il messaggio che non bisogna mai dare nulla per scontato. E così, inaspettatamente, la follia in cui precipita l’animo umano dà alla vicenda una svolta cupa che, anche richiusa l’ultima pagina, si insinua come un tarlo nella mente: il male è tra noi e non dobbiamo mai fidarci di nessuno, neanche di noi stessi.
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