La fabbrica degli orrori
- Autore: Iain Banks
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fanucci
- Anno di pubblicazione: 2022
Su un’isola brulla e solitaria della Scozia, Frank vive in compagnia del padre e di nessun altro. Non frequenta la scuola, non ha amici tranne Jamie, un nano insieme al quale, ogni tanto, prende delle sbronze colossali. Ha un fratellastro di nome Eric, appena scappato da un ospedale, con il quale intrattiene delle allucinanti conversazioni telefoniche. Trascorre le giornate bighellonando, inventando nuovi modi per uccidere animali innocenti, o per torturare le vespe che cattura qua e là. Inoltre, scopriremo, Frank ha già seminato morte anche all’interno della sua stessa famiglia.
La fabbrica degli orrori (Fanucci, 2022, trad. Alessandra Di Luzio), pubblicato per la prima volta nel 1984, è il primo romanzo dello scrittore scozzese Iain Banks.
Il ritratto di un mondo alieno, dominato da un protagonista assoluto, Frank, che rappresenta o sembra voler rappresentare tutto ciò che di malvagio può celarsi in un essere umano.
Egli, infatti, ha come unico passatempo quello di cercare nuovi e fantasiosi metodi per fare del male. Vive, dunque, in una sorta di realtà che si è creato da sé, in una bolla ove contano solo i suoi lugubri desideri. Le persone che lo circondano fanno da specchio alla sua follia. Il padre ha studiato chimica e, nella sua stanza sempre chiusa a chiave, nasconde chissà quali segreti. Eric, prima di essere ricoverato, aveva come passatempo principale quello di dare fuoco ai cani, e ora sta tornando a casa combinando altre malefatte.
È l’alter ego del fratello, ma a differenza di lui non cerca di mascherare le proprie perversioni. In pratica, è il folle conclamato che tutti vogliono evitare. Lui e Frank sono frutti velenosi della stessa pianta, della stessa famiglia malata.
Banks costruisce una storia che riesce a regalare delle continue sorprese, in una sorta di climax ascendente, man mano che Frank svela cosa fa e cosa, in passato, è stato capace di fare. Con una sorta di autocompiacimento, ci racconta, infatti, poco alla volta, come è riuscito a farla franca ai tre omicidi che si è lasciato dietro le spalle. Ha ucciso il cugino Blyth mettendo un serpente dentro la protesi della sua gamba. Ha eliminato il fratellino Paul, di cinque anni, con l’aiuto di una bomba fino a quel momento inesplosa. Ha ucciso la cuginetta Esmeralda attaccandola a un aquilone che l’ha trascinata via, facendola scomparire nel nulla.
La narrazione che Banks crea, dunque, è intrisa di orrore, ma si può notare come in questi omicidi fantasiosi, e del tutto improbabili, vi siano delle note grottesche e persino comiche.
Facendo andare a briglie sciolte l’immaginazione, lo scrittore ci fa capire che, in fondo, sta solo giocando: l’isola in cui vive Frank non fa parte della realtà, anche se specchio della realtà stessa. È un mondo fittizio, una specie di Luna Park al rovescio ove tutto può accadere.
Eppure, Frank non è un essere malvagio a tutto tondo, nel suo animo troviamo anche delle note di affetto: egli, infatti, vuole bene a suo padre, malgrado abbia con lui un rapporto conflittuale; vuole bene al suo amico nano, con cui sembra in grado di portare avanti un’amicizia lineare, senza ombre; e vuole bene al fratellastro Eric, prova è che non ha mai tentato di ucciderlo.
Frank, in fondo, è un ragazzo molto solo, solo insieme alla sua follia, solo insieme ai suoi fantasmi. Sprofondato dentro un’incertezza che riguarda, in primis, la sua identità sessuale. Deve infatti superare i traumi legati alla sua crescita, per comprendere chi è realmente, e quale può essere il suo ruolo nel mondo. Dunque, scavando sotto la superficie, il romanzo parla di problemi reali e tangibili, che fanno parte della vita di molti.
Banks, tra le righe, e anche in maniera più esplicita, ci dice che la crudeltà di Frank non è senza spiegazione: egli si comporta come si comporta, perché, fondamentalmente, non è cresciuto nella maniera corretta, ha avuto dei genitori che, invece di aiutarlo, hanno solo alimentato i suoi problemi e le sue disfunzioni caratteriali.
Al di là di questi possibili significati, terminato il libro, al lettore rimarrà il ricordo di una storia stramba e crudele, piena di inventiva, narrata in maniera impeccabile. Il ricordo di un’isola nera e solitaria, metafora del nostro mondo, dove può albergare ogni sorta di nefandezza.
La fabbrica degli orrori
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