La fortezza. Signa 1715
- Autore: Dan Morel Danilovičh e Michele Nardo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Nella scuola italiana l’introduzione della “continuità” del programma di storia fra le ex scuole elementari e le ex scuole medie ha sancito la scomparsa del sistema dei programmi separati che portavano a studiare due volte l’intero arco cronologico dalla preistoria all’età contemporanea prima di arrivare alle superiori. I numerosi appelli che si sono succeduti da più parti per l’insegnamento di una storia universale e di una storia locale (ossia municipale e “regionale”), invece, si sono rivelati effimeri e anzi ciò che si può osservare in molti istituti scolastici è semmai un abbassamento del livello culturale dei contenuti. A ciò si somma l’inquietante scarsità del numero di ore settimanali dedicate alla storia.
Questo cambiamento ha avuto effetti deleteri sulla formazione di molti ragazzi: oggi può capitare di uscire dalla quinta elementare senza avere la più pallida idea di chi siano stati Garibaldi, Mussolini o Hitler.
L’UNESCO sostiene da molto tempo che le diverse manifestazioni della cultura (compresi gli studi storici e i musei) arricchiscano in maniera insostituibile la vita di ogni giorno, secondo l’organizzazione esse rappresentano un patrimonio che è fonte di identità e di coesione per le comunità, oggi frequentemente provate da cambiamenti incontrollabili e instabilità economiche. È quindi paradossale che proprio in una zona ricca di cultura e di storia come l’Italia si sia attuata una politica tanto dannosa (e pericolosa).
Il precedente sistema con i tre programmi completi non proponeva una mera ripetizione cumulativa, bensì un vero approfondimento, basato sulla maturazione dell’alunno e sull’acquisizione di nuove capacità e competenze. A undici anni (alla fine delle elementari), un bambino si trovava ad esempio ad acquisire una conoscenza basilare dei fatti del secondo conflitto mondiale che poi arricchiva e completava progressivamente con crescente consapevolezza alle medie e alle superiori.
Nella situazione attuale il rischio di un disastro educativo è molto concreto, l’UNESCO ritiene che non sia possibile nessuno “sviluppo sostenibile” senza il riconoscimento e la tutela del forte valore del patrimonio culturale. In Italia, però, la cultura è ancora assente nei progetti di sviluppo e, nonostante i rimproveri degli intellettuali che chiedono di ricordare il passato e di celebrarlo, si registrano ancora dichiarazioni oltraggiose da parte di politici di alto livello che svalutano la storia, sminuendola a materia completamente slegata dalle dinamiche economiche e dalla produttività. Figlie di questa mentalità arida e miope sono le sciagurate parole pronunciate alla fine del 2021 dal ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani, secondo il quale le guerre puniche sarebbero studiate “tre-quattro volte” “nel corso di dodici anni di scuola”. Dopo tale affermazione, prodotto di luoghi comuni, il ministro (evidentemente non informato sulla realtà delle scuole) ha ripetuto i soliti commenti tristi e banali sulla presunta necessità di togliere ore a una materia per darle a un’altra.
In uno scenario tanto grave, un genitore consapevole dovrebbe muoversi autonomamente per insegnare la storia ai figli sin dalla più tenera età, assumendo, se necessario, anche degli insegnanti privati.
È in mezzo a un simile vuoto culturale che l’appassionato di storia militare Dan Morel Danilovičh e l’artista Michele Nardo hanno creato e pubblicato un fumetto storico: La fortezza. Signa 1715, stampato nel 2018 da Media Key. Si tratta innanzitutto di un fumetto storico, ma metà del volume è occupata da un saggio che descrive il soggetto dell’opera: l’epica resistenza opposta dalla città dalmata di Sinj alle truppe ottomane dal 6 al 14 agosto 1715 e conclusasi con la disfatta degli invasori turchi. Lo scontro si colloca nel quadro più ampio della seconda guerra di Morea (9 dicembre 1714-21 luglio 1718), che vide contrapporsi per l’ultima volta i veneziani e la Sublime Porta. Questo conflitto è conosciuto in Dalmazia anche come piccola guerra di Morea o addirittura come guerra di Sinj. Nel primo anno di battaglie, il 1714, l’esercito ottomano si impegnò nella conquista della Morea veneziana (il Peloponneso), mentre le truppe venete sotto la guida del Provveditore Generale di Dalmazia Angelo Emo occuparono le fortezze di Plavno e Glavac, impossessandosene.
La reazione musulmana partì nell’estate dell’anno successivo, quando 40.000 uomini della mezzaluna avanzarono dalla Bosnia in direzione dei Dominii Veneti sulla sponda orientale dell’Adriatico, convergendo con l’armata navale giunta dall’Anatolia per chiudere le città di San Marco in una tenaglia micidiale. Questa offensiva si infranse come un’onda contro uno scoglio: la fortezza di Signa, chiamata “nido di falchi” nella poesia nazionale, che con poco più di 700 difensori resistette a dodici assalti in una settimana.
La presenza di un saggio storico unito al fumetto ci consente di distinguere realtà e fantasia, senza togliere piacevolezza alla trama costruita con belle tavole a colori, con le sue avventure di popolani, di combattenti coraggiosi e anche i suoi momenti di simpatia, arricchiti con pregevoli disegni basati sulle ricostruzioni delle antiche divise. Apprezzabili sono le scene d’azione, rese vivide dall’abilità del disegnatore: la guerra è orribile, ma spesso, purtroppo, bisogna difendersi e lottare duramente per la propria dignità. Per fortuna, le sfide per sopravvivere che ci pone la quotidianità non richiedono di proteggere materialmente una fortezza, ma sono dure e comportano sacrifici pesanti: è un bel messaggio.
Per aggiungere un tocco di umorismo e un gioco per il lettore, Danilovičh ha inserito nell’invenzione fumettistica una citazione della leggenda della lettera scritta dai cosacchi al gran turco nel 1676, episodio aneddotico frutto probabilmente dell’avversione russa per gli ottomani, della fantasia popolare o della propaganda. Nel fumetto il testo della missiva è riscritto "alla morlacca", con i soldati di Pastrovicchio che rispondono per le rime alla richiesta di resa inviatagli dal pascià della Bossina.
Il volume può anche offrire un’idea per una splendida vacanza: ogni anno a Signa/Sinj, durante la prima domenica di agosto, si tiene la Sinjska alka (bene protetto dall’UNESCO), un’affascinante giostra cavalleresca istituita per commemorare la vittoria del 1715, esempio lampante di come la storia sia anche una risorsa per l’economia.
Dobbiamo essere grati agli autori di questo libro per il loro impegno divulgativo; nella giusta resistenza culturale che va portata avanti in questi tempi avversi per la diffusione della conoscenza storica, occasionalmente ci si può servire anche di questi begli strumenti. A volte nei ragazzi la passione per la storia può anche nascere così, con il lavoro di un artista e con un racconto romanzato e affascinante fornito contemporaneamente delle coordinate storiche corrette per approfondire le vicende reali.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La fortezza. Signa 1715
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