La grande truffa di John Grisham

Mondadori nella collana Omnibus pubblica “La grande truffa” (2018, titolo originale The Rooster Bar, traduzione di Luca Fusari e Sara Prencipe) il nuovo romanzo dell’autore statunitense John Grisham, nato a Jonesboro (Arkansas) l’8 febbraio 1955, universalmente riconosciuto come il re del legal thriller.

“Diamine, quattro anni di università e un buco di sessantamila dollari. Molla prima che peggiori”.

Era stato questo il consiglio che Mr Frazier aveva dato a suo figlio Mark, quando quest’ultimo, terminato il college, con sessantamila dollari da restituire e senza lavoro, aveva deciso di iscriversi alla Foggy Bottom Law School di Washington. Il governo concedeva prestiti a pioggia agli studenti, aveva riflettuto Mark, che già sapeva che si sarebbe laureato con una valanga di debiti, ma nulla che non potesse liquidare in cinque anni. Secondo Mark, “investire su di sé” indebitandosi era perfettamente logico, perché era garanzia della futura capacità di guadagno. Ora Mark Frazier si sarebbe laureato a maggio, avrebbe sostenuto l’esame di abilitazione a luglio e a settembre avrebbe cominciato a lavorare in uno studio di Washington. Ma il suo debito complessivo, tra college e scuola di legge, era arrivato a duecentosessantaseimila dollari, interessi compresi.
L’aspirante avvocato Mark Frazier era riuscito a entrare in uno studio di media grandezza ma il suo stipendio iniziale non era stato ancora fissato. Un altro grande problema era l’esame da avvocato, a causa dell’elevato numero di candidati, il test a Washington era uno dei più difficili del Paese. Occorreva studiare fin da ora, ma in quelle uggiose giornate invernali le forze fisiche e mentali venivano meno. Ciò che opprimeva Mark facendogli vedere nero il suo futuro era quel debito simile a un blocco di cemento che gli gravava sulla schiena. E pensare che lui era uno dei più fortunati, perché la maggior parte dei compagni di corso di Mark aveva lo stesso debito, ma non un lavoro.
Gli stessi pensieri angoscianti gravavano negli animi degli studenti in Legge Tod Lucero e Zola Maal originaria del Senegal, i cui genitori, musulmani praticanti, erano sbarcati negli Stati Uniti un anno prima della sua nascita. Sei il mercato del lavoro crollava e i risultati dell’esame di abilitazione imbarazzavano tutti, i debiti però si accumulavano. I blog criticavano la scuola e sollevavano domande spinose:

“È una truffa?”
“Ci siamo fatti fregare?”
“Dove sono finiti i nostri soldi?”.

Uscito in USA lo scorso autunno, “La grande truffa” affronta un tema scottante negli Stati Uniti e non solo spalancando le porte delle costosissime scuole di legge, istituzioni post lauream che qualsiasi giovane aspirante avvocato deve frequentare. Negli USA la Law school è una specializzazione universitaria di durata triennale al termine della quale è possibile dare l’esame per diventare avvocato. La frequenza in queste scuole fa sì che spesso gli studenti siano costretti a indebitarsi, accumulando debiti su debiti, anno dopo anno, debiti che devono comunque pagare anche nella loro vita da adulti. In queste pagine che si leggono tutte d’un fiato, John Grisham, prendendo spunto da un articolo apparso sulla rivista statunitense The Atlantic scritto da Paul Campos nel 2014 intitolato The Law-School Scam, denuncia gli interessi e i profitti che vengono maturati nel grande business delle scuole private. Un business ad ampio raggio che arriva a coinvolgere più in generale il sistema scolastico superiore negli USA. Come difendersi e come eventualmente vendicarsi da uomini senza scrupoli? Un’idea tanto folle quanto geniale germoglia nelle giovani menti di Mark, Todd e Zola... Quartier generale del loro piano il Rooster Bar, dove gli studenti si incontrano abitualmente.

“Rackley ha cominciato ad accumulare scuole circa dieci anni fa, ovviamente nascondendosi dietro le sue tante coperture societarie. Non è illegale possedere una scuola o un’università privata, ma lui preferisce che non si sappia. Forse ha paura che qualcuno scopra la sua sporca truffa. E infatti io l’ho beccato”.