La guardiana di Floriana Laurenza

"La guardiana", romanzo d’esordio dell’autrice italiana Floriana Laurenza, è un racconto che ha nell’immaginario un valore intrinseco e una morale che spinge i nostri pensieri oltre e ci fa riflettere molto su temi importanti come la famiglia, la scuola e altri ambienti sociali.

Un racconto concentrato in dodici brevi capitoli, con un brevissimo epilogo, scorrevole e chiaro in quei punti bui che la mente dei due protagonisti volendo o non volendo dovrà esplorare. La storia racconta il mondo interiore di chi ha compiuto il crimine o lo vive, un viaggio nel lato oscuro dell’uomo e della società che nel genere letterario noir è un punto centrale.

Nell’ambientazione, "le carceri" diventano vero protagonista come una scatola chiusa dell’essere dove si comprimono le inquietudini, l’angoscia, la rabbia. La guardiana è una giovane donna che dovrà controllare per sei lunghi mesi, vivendo all’interno della cella, un criminale pericoloso e nel farlo indagherà anche su un omicidio.

Attraverso domande, risposte e, soprattutto, gli atteggiamenti del criminale, cercherà di scoprire la verità sull’omicidio che le strazia il cuore da una vita e in questo rapporto di angoscia e rabbia nascerà qualcosa che inizierà a cambiare i sentimenti contrastanti che provano i due personaggi. L’autrice riesce già dalle prime battute a trasportarci all’interno della mente del criminale e a farci vivere un susseguirsi di emozioni, suspense e colpi di scena che potrei dire sorprendenti.

Il luogo buio, sporco, il cattivo odore del carcere ci prende allo stomaco e ci fa entrare in un vortice gigante di ansia, tensione, affanno fino a liberarci dalle paure incontrate nel corso della nostra vita e fino a raggiungere pace e amore.

Un romanzo che colpisce, dove possiamo guardare dentro e trovare una parte di noi debole che vuole ascolto, comprensione e che non desidera più sparire nel buio dove spesso molti l’hanno voluta rilegare per non sentirla, ma vuole uscire allo scoperto per essere ascoltata e capita.