La lotta del generale Dalla Chiesa
- Autore: Stefano Baudino
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
I nostri tempi conformisti non sono adatti a comprendere gli eroi. Questi finiscono i loro giorni da soli se va bene, dimenticati. Nel casi estremi vengono uccisi su commissione dalla barbarie delinquenziale, sempre esperta in omicidi.
Il generale Dalla Chiesa, molto attaccato, emerge come figura integerrima e carismatica nel libro La lotta del generale Dalla Chiesa di Stefano Baudino (La Gazzetta dello Sport - Corriere della Sera, pp. 158, 2024).
Fa male ricordare la sua tragica fine a Palermo, il 3 settembre 1982, in un agguato mafioso in via Carini, nel quale, oltre a lui, morirono assassinati la sua giovane moglie Emanuela Setti Carraro, sposata da poco, e la guardia del corpo, l’agente Domenico Russo.
Il generale sapeva che sarebbe avvenuto. Sentiva di essere solo, abbandonato di fronte a forze esorbitanti che permeavano strutture deviate dello Stato, della magistratura, della finanza e perfino delle forze armate.
Aveva dichiarato a Giorgio Bocca, nell’ultima intervista prima della morte:
Vede, a me interessa conoscere questa “accumulazione primitiva” del capitale mafioso, questa fase di riciclaggio di denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o geografi di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e ristoranti a la page. Ma mi interessa ancora di più la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, a quelle imprese, a quei commerci magari passati in mani insospettabili, corrette, sta nei punti chiave, assicura i rifugi, procura le vie di riciclaggio, controlla il potere.
L’accumulazione primitiva è un concetto economico marxista.
Falcone e Borsellino seguirono lo spostamento del denaro, secondo il metodo del generale per arrivare al successo del maxi processo, che purtoppo costò loro la vita.
Ormai la mafia corleonese di Provenzano e Riina aveva conquistato il vertice della cupola di Cosa Nostra. Gli affari erano mondiali, per il traffico della droga. Il controllo sull’industria edilizia catanese e palermitana era totale.
Al suo arrivo a Palermo, il Prefetto aveva trovato la città funestata da un migliaio di omicidi, un popolo sottomesso e silenzioso. Oggi, dopo il sacrificio dei coraggiosi, i giovani a Palermo scendono in piazza contro la mafia.
Nel libro Baudino ripercorre gli anni roventi, specie gli anni Settanta, della lotta vincente del generale a Torino, a Milano, in Liguria contro le Brigate Rosse. Il suo Nucleo investigativo aveva adottato metodi duri, al limite della legalità per reprimere l’eversione, metodi approvati poi dalla legge Reale. Ma come contrastare diversamente saccheggi, assalti ai singoli e alle banche, omicidi, sparizioni nel nulla (caso Mino Pecorelli), omicidio Moro, gambizzazioni (Montanelli), se non con metodi straordinari? Dalla Chiesa aveva formato i suoi uomini fedelissimi con vari strumenti operativi, assoluta centralizzazione, ogni uomo aveva come referente solo il capo, segretezza, mimetismo, spionaggio, delazione.
Egli inaugurò la stagione del pentitismo con “frate Mitra”, un missionario che in Sudamerica aveva lavorato con esponenti della teologia della liberazione e, tornato in Italia, in accordo con il generale, era diventato intimo di Renato Curcio, capo delle BR, per tentare il gioco pericolosissimo del doppio gioco. Grazie a questo personaggio fu possibile catturare Curcio e Franceschini nel 1974.
Molte frange di partiti politici, esponenti della stampa, compreso Sciascia, criticarono pesantemente Dalla Chiesa, si posero in modo “equidistante” tra il generale e l’eversione. Baudino definisce tale posizione “pericolosa”. Senza dubbio lo fu, rischiava di condizionare negativamente l’opinione pubblica e di rovinare tanto lavoro, dedizione e sacrificio, portato avanti anche a rischio della vita.
I risvolti privati del generale narrati nel libro sono commoventi. L’amore tra lui e Dora, pluridecennale, è stato una delicata storia d’amore che l’infarto di Dora a 52 anni (provata dello stress senza fine) interruppe. L’amore fresco e appassionato per Emanuela è invece rimasto in boccio.
La borsa di pelle del generale contenente documenti scottanti è subito stata rubata e 31 anni dopo l’omicidio è restituita vuota.
Poco dopo il delitto viene firmata la legge Rognoni-La Torre che introduce nella legislazione il reato di mafia.
Nando Dalla Chiesa, fervido attivista, ha spiegato agli studenti del liceo Gonzaga di Palermo:
Il delitto che doveva essere la pietra tombale della legalità repubblicana ne diventa il nuovo seme.
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