La luna allo zoo di Roberto Addeo

Per praticare una corretta immersione subacquea è necessario o addirittura obbligatorio fermarsi per le cosiddette tappe di decompressione; un meccanismo che permette al subacqueo di espellere i gas dannosi per i propri polmoni, quindi durante la discesa, ogni tot di metri ci si ferma e si pratica questa tecnica, per poi riprendere. Man mano che si percorre la discesa la pressione aumenta, la luce diminuisce, la temperatura cala, fino a quando ci si inabissa dentro il più oscuro dei mondi che questo pianeta ci possa offrire.

“La luna allo zoo” di Roberto Addeo è un viaggio in uno di questi mondi, sconosciuto ancora da tanti. Un continuo inabissarsi nella tristezza, nella precarietà. Un’apnea scomoda da treno regionale.
E poi la pausa, la decompressione: per il sub qualche secondo per scegliere se continuare la discesa e inoltrarsi nella totale oscurità o ripiegare in superficie. Ma una volta che l’immersione è avvenuta non si è più semplici osservatori, si è parte integrante di un mondo con una sola via.
Roberto Addeo, con dolce violenza, ci porta con sé alla scoperta degli abissi quotidiani; partecipando insieme alle sue (nostre) pause di decompressione, obbligate, in cui ci si ferma strozzati da un incubo, con l’acqua alla gola e il respiro ostruito, pensando di essere un corpo estraneo in mezzo a quel buio e cercando sopra di noi quella luce così effimera, per poi ripartire per inerzia, disperazione o semplicemente sopravvivenza. La luce, durante una discesa di questo tipo segna e traccia un confine naturale tra mondo di sopra e mondo sotto, così il romanzo evidenzia i confini naturali che nel microcosmo in questione, Bologna, sono rappresentati dalle peculiarità architettoniche della città; un ponte può essere il confine tra periferia e centro, quindi il grasso centro felsineo in contrapposizione con la Bolognina (quartiere periferico scelto come sfondo scenico dall’autore); i portici, rifugio per clochard, ambulanti abusivi, ma di fatto le porte di uffici e accademici; i Bar, nati per consolare con la bevuta, ma centro prolifico di risse, ruffianate, accoltellamenti alle spalle e problemi, e si continua col Sud contro il Nord e cosi via.

Assistiamo al capovolgimento di quelle apparenti certezze, figlie appunto dei classici duelli storici, perciò il Sud diventa Nord, il centro diventa periferia fino a cogliere che i veri confini stanno nelle nostre personali e intime quotidianità. “La luna allo zoo” è prima di tutto la scoperta delle nostre periferie interiori, dei nostri Sud e i nostri Nord, di un mondo, per quanto inabissato e privo di luce, che prima di tutto è come lo dipingiamo ad ogni nostro risveglio e in ogni nostro giorno fino alla fine del nostro ossigeno. Quindi durante la lettura prendetevi il tempo per effettuare un lungo respiro, fermarvi, e poi ripartire.