La notte
- Autore: Elie Wiesel
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Giuntina
"La notte" che dà il titolo al libro di Elie Wiesel è il buio che avvolge, un poco per volta, il cuore dell’uomo, lo sgomento dinanzi alla crudeltà, l’impotenza di fronte a quel cielo da cui si attende un segnale di speranza, anche piccolo, che continua a guardarci muto e indifferente.
Elie è un bambino devoto, che dedica una gran parte della giornata alla preghiera e alla ricerca spirituale. Ebreo osservante, ha una sconfinata fiducia nel suo Signore, ma un giorno anche a Sighet arrivano i nazisti, che radunano la comunità ebraica per portarla nel campo di concentramento di Auschwitz, dove Elie e suo padre vengono separati dal resto della famiglia. Ed è lì che avviene nel piccolo Eliezer un cambiamento improvviso e radicale: cosa brucia nelle fosse accanto alle quali i prigionieri sono costretti a passare per andare nelle baracche? Sono i corpi di tanti bambini e poco più in là, in una fossa più grande, quelli degli adulti.
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Eppure, anche in questo buio, in modo misterioso, continua a manifestarsi una piccola luce, un flebile filo di speranza rappresentato per il piccolo Eliezer dal padre, dal quale fa di tutto per non separarsi. È forse proprio questo affetto che consente al bambino, anche nei momenti più difficili, quelli in cui la cattiveria dell’uomo sembra essere più forte di tutto, di andare avanti, di non lasciarsi trasformare in un animale indifferente a tutto e a tutti, e restare, per quanto possibile, umano. L’ultima parola del padre prima di morire sarà il nome di Eliezer, che si trova, impotente, sulla sua cuccetta, ad assistere quell’uomo disfatto dalla dissenteria e dalla stanchezza, che continua a chiedere acqua.
L’unico atteggiamento con cui è possibile leggere questo libro è il silenzio, perché ogni parola è intrisa di sofferenza e anche di una misteriosa speranza.
Che questa testimonianza non ci lasci indifferenti e diventi, anche grazie a noi che la leggiamo, un ponte verso un mondo migliore.
La notte
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