La notte dimenticata dagli angeli
- Autore: Natsuo Kirino
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2022
La notte dimenticata dagli angeli (BEAT, 2022, trad. di Gianluca Coci) di Natsuo Kirino presenta il secondo caso della detective Murano Miro.
Pubblicato in lingua originale nel 1994, viene fatto conoscere al pubblico italiano dalla Neri Pozza. Io l’ho letto nella prima edizione BEAT Bestseller 2022 con la traduzione di Gianluca Coci. Non si tratta di un poliziesco in senso stretto, ma di un noir che infrange il tabù della pornografia, uno dei tanti mezzi per emarginare il femminile, ritratto senza il photoshop di vittimismo, paternalismo e buoni sentimenti. La scrittura è affilata, asciutta, alcuni plot twist e red herring, dosati con misura, vi terranno incollati fino all’ultimo fotogramma.
Il disinteresse delle femministe in merito allo sfruttamento professionale delle attrici porno rischia di sembrare un controsenso. In realtà ritengono inopportuno intervenire sulla mercificazione del corpo considerata in molti casi, a torto o a ragione, una scelta personale lontana dai loro orizzonti. Perciò è in qualità di presidente di un’associazione a tutela dei diritti umani che la dirigente di una casa editrice di orientamento femminista ingaggia la detective privata Murano Miro, affinché rintracci la protagonista di un video hard sparita nel nulla. Obiettivo dichiarato è adire le vie legali. Lo stupro di gruppo contenuto nel video, così realistico da sembrare autentico, probabilmente è stato perpetrato con l’inganno ai danni di una giovane troppo sprovveduta o troppo ambiziosa.
Definirla “vittima” perché spinta dal bisogno poco si addice alla giovane ricercata. E poi il porno è degradante per chi lo produce, dirige, recita, vende, acquista o lo guarda?
Nell’umanità facilmente corruttibile di Natsuo Kirino forme e ruoli non sono netti, avvolti dallo stesso margine di opacità del cielo edochiano.
Ma per adire le vie legali, occorre la testimonianza della diretta interessata, nella speranza che voglia e possa dire ancora la sua.
La detective accetta con scarsa convinzione quella che sembra una mission impossible. Se le attricette partecipano alle riprese di loro spontanea volontà, è arduo dimostrare in sede processuale l’accusa di violenza carnale. Eppure - sembra suggerire l’autrice -, anche in un mondo di violenza, perversioni, crudeltà e sesso estremo, la pietra angolare deve essere il consenso della donna. Natsuo Kirino scrive un noir coraggioso e per diversi aspetti antesignano.
Infatti storicamente il sistema giuridico e culturale nipponico tende a giustificare la violenza dell’uomo in ambito domestico, tanto che le consorti si rassegnano a non sporgere denuncia. Figuriamoci nel sottobosco legale e clandestino colonizzato da pornografia e prostituzione. Il movimento giapponese #metoo e i suoi fratelli si battono in prima linea solo dal 2015 con un anno di anticipo rispetto all’omologo statunitense, ma vent’anni dopo la pubblicazione del romanzo.
Lo specchio di tiro inquadra anche un altro genere di violenza: quella sfumata di una donna che, dopo un incontro consensuale, sotto sotto si rende conto di aver subito una forma sottile di coercizione all’atto sessuale. Lo impara a sue spese Murano Miro in una sequenza erotica magistrale curata nei minimi dettagli.
L’indagine si scontra con il muro di gomma della casa di produzione, regista, attori e quanti gravitano negli abissi dell’hard-core, dei locali a luci rosse, della prostituzione di ambo i sessi.
Fa da sfondo il Giappone degli anni ‘90 travolto dal boom della pornografia e una Tokyo stretta dalla morsa del gelo e dalla solitudine, malgrado l’imminenza del Natale che annuncia una festa senza gioia.
Sulla vicenda grava un’atmosfera plumbea illuminata dal livore della luce artificiale. Quando dopo due omicidi, intimidazioni, minacce, la posta in gioco si alza, Murano Miro decide di andare fino in fondo, non solo per dimostrare la sua tempra a quanti le mettono i bastoni tra le ruote, ma perché la sorte della giovane scomparsa è diventata anche la sua. Nel vicino di casa, gestore di un gay bar, trova un valido assistente, un amico affidabile e forse qualcosa di più cui è inutile affibbiare un’etichetta.
La trama si ingarbuglia quel tanto che basta per sciogliersi del tutto finché i tasselli si allineano come le facce del cubo di Rubik. Ma l’ultimo tratto di strada la protagonista dovrà farlo da sola.
Murano Miro è una figura atipica come detective e come donna nella società del Sol Levante. Distante dallo stereotipo americano della Terminator in gonnella, è più impulsiva che deduttiva. Ha ereditato dal padre in pensione il lavoro di detective privato che spesso naviga in cattive acque. È una trentenne dalla bellezza discreta, economicamente indipendente, che non teme il desiderio. Si presenta come una donna comune, senza particolari ambizioni, costretta dagli eventi a svolgere una professione insolita che le fa dimenticare la solitudine e quella malinconia che non l’abbandona mai. Forse per questo ha conquistato i lettori di tutto il mondo.
Non sono pochi i punti di contatto con Pioggia sul viso pubblicato l’anno precedente: una trama lineare dallo stile asciutto, la ricerca di una donna scomparsa un po’ vittima e un po’ delinquente, pedinamenti in automobile e viaggi in treno, i sensi di colpa della protagonista che suo malgrado è anche vittima, perché si avvicina troppo a un individuo da cui per prudenza e professionalità dovrebbe stare alla larga, la scelta di esplorare forme estreme di sessualità.
La zavorra di un passato scomodo risente della lezione di Matsumoto Seichō. Che siano angeli del focolare, professioniste di successo, arrampicatrici sociali, donne abbandonate, perdute, interrotte, oppresse, il passato resta il loro peggior nemico.
LA NOTTE DIMENTICATA DAGLI ANGELI
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