La partenza dei musicanti
- Autore: Per Olov Enquist
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
Ci sono storie che non sono belle, almeno non nell’accezione comune del termine, perché raccontano vicende e vite dure, dove la sofferenza, il dolore, l’ingiustizia, la povertà e l’oppressione prevalgono e questo può provocare in chi legge difficoltà e poca soddisfazione. In realtà non sempre un libro deve entusiasmare e non sempre il lettore può condividere o rispecchiarsi nella storia narrata dall’autore, ma ciò che lo rende importante e significativo è la capacità di non lasciarti indifferente, di farti scoprire una prospettiva diversa sulla vita riuscendo così a renderti una persona nuova, più ricca e consapevole.
"La partenza dei musicanti" dello scrittore Per Olov Enquist (titolo originale dell’opera "Musikkanternas uttåg" pubblicato in Svezia nel 1978 ed in Italia per la prima volta da Iperborea nel 1992 con la traduzione di Barbara Alinei) è un romanzo ambientato nei primi anni del Novecento nel nord della Svezia, precisamente nel Västerbotten, la seconda provincia più settentrionale di questa nazione; racconta la storia degli operai delle segherie di quest’area geografica, delle prime forme di lotta per far rispettare i loro diritti di lavoratori attraverso la nascita del socialismo e le associazioni sindacali da esso inspirate.
Il narratore si rivela l’autore stesso, il quale durante il racconto sceglie di parlare apertamente in prima persona, utilizzando fatti storici realmente documentati, ma anche e soprattutto testimonianze e aneddoti del protagonista Franz Nicanor Markström, anche lui operaio in segheria all’epoca dei fatti narrati e conosciuto personalmente da Enquist tra il 1972 e il 1978. Egli farà rivivere attraverso i suoi ricordi la storia di quella generazione e in particolare della sua famiglia.
La vita della gente del Västerbotten di allora era molto dura, perchè in una terra caratterizzata da un clima assai rigido, guadagnarsi uno stipendio accettabile per poter vivere era complicato, viste le poche attività lavorative che si potevano praticare. Il lavoro nella segheria, descritto dall’autore in maniera particolareggiata e con ottima competenza, era reso ancor più duro dallo sfruttamento oppressivo delle Compagnie, costituite dai superiori degli operai, che avevano il controllo del legname.
Enquist mostra al lettore con grande coscienza critica l’incapacità degli operai di quella provincia in quel periodo storico di farsi valere e la loro diffidenza ed in certi casi estrema ostilità verso il socialismo e i loro delegati, inviati nelle varie zone della Svezia per venire incontro alle loro esigenze, spronarli e ribellarsi alle angherie e ai soprusi dei loro padroni.
La loro mentalità dominante appare quasi di testarda rassegnazione, basata su una religiosità un po’ bigotta e poco aperta al cambiamento, che li induce a credere che è inutile ribellarsi e impossibile cambiare il loro destino. Il delegato socialista Johan Sanfrid Elmblad inviato nella provincia del Västerbotten, conoscerà Nicanor, così come viene chiamato abbreviando il doppio nome, e i lavoratori della segheria della piccola località di Bureå, dove lavora il padre del protagonista, Per Valfrid Markström.
Elmblad, che Nicanor ricorda come l’uomo con i vermi in bocca, per averlo visto tenere le esche vive nella propria bocca quando andava a pesca, nonostante i suoi limiti, prova a svegliare le coscienze degli operai, ma con risultati non sempre positivi e anzi in alcune zone deve fronteggiare la durezza di gente a volte anche violenta e dal carattere duro, che non vuole sentirsi dire cosa deve fare.
Nicanor, all’epoca poco più che un ragazzino, si offre persino di accompagnarlo in uno dei suoi viaggi per propagandare le idee socialiste, nonostante il parere contrario della famiglia, in particolare della madre Josefina, donna autoritaria, autentica matriarca della famiglia Markström e dotata di una devozione religiosa ai limiti del fanatismo.
Nicanor ha due fratelli maschi e la sorella adottata dalla regione finlandese della Carelia, Eva-Liisa definita dall’autore come una "creatura che sembrava venire da un altro mondo", perché molto sensibile e con uno spirito ben diverso dagli altri componenti della famiglia Markström. Il padre Per Valfrid è debole di carattere e lascia che sia la moglie a prendere le decisioni, ma è persona onesta, simpatica e generosa e a lui è legata una delle parti più divertenti e coinvolgenti del libro, in cui viene descritta la sua singolare abitudine di rivolgersi in chiesa al pastore durante il sermone della celebrazione domenicale con un sorriso sgargiante e pieno di incoraggiamento per tutto la durata del discorso, anche quando vengono pronunciate dal presbitero parole dure e che spaventerebbero la maggior parte dei fedeli presenti.
Lo zio Aron, fratello di Josefina, brutto d’aspetto e persino deforme, non sposato, insicuro e piuttosto imbranato nei rapporti umani, pur essendo un buon lavoratore, è il personaggio più controverso del romanzo; con i suoi errori condizionerà in modo drammatico la vita della sua famiglia.
Il titolo dell’opera si ispira a "I musicanti di Brema", a cui l’autore paragona i personaggi del suo libro che basano molte delle loro scelte sulla frase tratta appunto da questa celebre fiaba dei fratelli Grimm pronunciata dall’asino al gallo per invitarlo ad unirsi a lui, al cane e al gatto:
"C’è sempre qualcosa di meglio della morte".
Per Olov Enquist nato nel 1934 a Hjöggböle, piccolo paesino nei pressi di Skellefteå, proprio nella provincia del Västerbotten, è uno degli scrittori scandinavi contemporanei più famosi e tradotti nel mondo. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti prestigiosi e dopo aver dedicato diversi anni al giornalismo si è dedicato completamente alla scrittura di libri, nel 1977 raggiungendo la fama a livello internazionale con il romanzo storico "Il medico di corte", che ha avuto un ottimo riscontro di critica e di pubblico anche in Italia.
"La partenza dei musicanti" non è un libro semplice e forse in alcuni passaggi può risultare di difficile lettura, ma rimane un’opera di grande importanza per la testimonianza che l’autore offre della gente vissuta all’inizio del Novecento nella sua terra natale con un linguaggio spesso duro ma con l’onestà e la saggezza di un grande narratore e di un illustre intellettuale.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La partenza dei musicanti
Lascia il tuo commento