Il libro delle parabole. Un romanzo d’amore
- Autore: Per Olov Enquist
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2014
Scrivere un romanzo d’amore significa far emergere la parte più importante di noi stessi, quella che che coinvolge la sfera irrazionale fatta di istinti, di emozioni, di sentimenti. Questo comporta un impegno particolare per gli autori, perché parlare d’amore significa non potersi nascondere, mettere in gioco se stessi, la propria identità. Tutto ciò rende il compito assai difficile e spesso per non essere coinvolti dal racconto nel momento stesso in cui lo si scrive si usa la tecnica di un narratore esterno o vengono inventati personaggi che hanno caratteristiche simili all’autore, ma si differenziano per il nome o per altri aspetti. In questo modo è più semplice sopportare il peso e la responsabilità di una storia personale, che diventerebbe altrimenti troppo impegnativa.
Per Olov Enquist ha deciso alle soglie degli ottant’anni di scrivere il suo primo romanzo d’amore dal carattere fortemente, per non dire quasi esclusivamente, autobiografico.
"Il libro delle parabole. Un romanzo d’amore" (titolo originale dell’opera Liknelseboken: enkärleksroman, pubblicato in Svezia nel 2013 ed in Italia da Iperborea nel 2014 con la traduzione di Katia De Marco) è un’opera straordinaria per il coraggio che Enquist vi pone, senza rinunciare ad esporsi al giudizio del lettore attraverso un cammino di formazione e di crescita interiore che parte dalla nascita fino ad oggi.
La curiosità è data dalla scelta della narrazione in terza persona che quasi vuole creare una distanza tra l’autore e il suo personaggio principale, nonostante l’evidente ammissione del fatto che egli coincida con Per Olov Enquist stesso.
Il racconto parte dal ricordo della madre dell’autore rimasta vedova con un bambino di soli sei mesi e costretta a provvedere da sola al suo mantenimento.
Il fatto di non aver praticamente conosciuto il padre condiziona fortemente la vita di Per Olov Enquist, il quale ritrova un misterioso taccuino da cui sono state strappate nove pagine e che dà lo spunto per questo viaggio interiore alla ricerca delle proprie radici e della propria identità.
Il romanzo si articola in nove parabole, cioè racconti di formazione meno edificanti di quelli biblici, come sottolinea l’autore, ma ugualmente significativi per la sua formazione. Tra questi oltre a quello del taccuino ritrovato, è bene ricordare quello della zia Valborg, la quale aveva osato negare l’esistenza di Dio poco prima di morire, in seguito alle numerose disgrazie familiari rappresentate dalla perdita di diversi figli; quello della donna sul pavimento senza nodi, che è la donna cinquantunenne di nome Ellen, con cui il giovanissimo Per Olov non ancora quindicenne ha avuto la sua prima esperienza sessuale. Proprio tale incontro cambierà la sua esistenza al punto da portarlo a credere che la vera salvezza, la vera liberazione, la vera vita sia il rapporto intimo con una donna e non l’opprimente fede religiosa protestante a cui era stato educato fin da bambino.
Enquist guida il lettore attraverso una narrazione spesso complessa, di difficile interpretazione, eppure suggestiva, con punte di straordinaria purezza di idee e sentimenti, come una poesia di fascino sempre vivo.
Sono diversi i momenti intensi, talvolta anche spiritosi e coinvolgenti del romanzo come i personaggi descritti. Molto simpatica è la parte del libro in cui racconta l’incontro avvenuto con la donna del "pavimento senza nodi", così chiamato per il particolare tipo di legno utilizzato, nella lontana estate del 1949, nei pressi della fattoria della famiglia Larsson. Egli rivela ai lettori che tale famiglia era quella d’origine del famoso scrittore di romanzi gialli Stieg Larsson, che con la fortuna raggiunta con il tempo e le tantissime copie vendute dei suoi libri anche dopo la sua scomparsa ha risolto i problemi economici dei suoi parenti.
L’aspetto divertente è rappresentato dall’implicita critica alle opere di quest’autore fatta da Enquist e dallo stupore per il consenso di pubblico da lui raggiunto.
Molto interessante anche la descrizione di un gatto rosso di nome Kim, che ha fatto compagnia all’autore in un periodo difficile della sua vita in cui risiedeva a Parigi, aveva il vizio di bere e faceva molta fatica a scrivere. Egli afferma che il gatto con la sua calma, il suo silenzio, il suo carattere sensibile e riservato al tempo stesso non giudicandolo e accettandolo anche nei suoi limiti caratteriali lo ha aiutato a continuare a credere in se stesso. Questo ci invita a riflettere su come a volte la mancanza di fiducia nei nostri confronti da parte delle persone condizioni profondamente la nostra esistenza.
Memorabili sono anche il secondo incontro tra il protagonista ed Ellen, a distanza di tanti anni dal loro incontro amoroso, che ha un carattere nostalgico, ma anche straordinariamente romantico. Infine nella parte conclusiva del libro, l’incontro con la nipote della donna da lui amata, in occasione del funerale di Ellen, di cui l’autore viene a conoscenza tramite una misteriosa lettera che in seguito scopre essergli stata inviata dalla ragazza. Questo incontro diventa l’occasione, su consiglio proprio della nipote di Ellen, per sviluppare l’idea di scrivere questo romanzo, nonostante la promessa fatta tanti anni prima alla donna di non raccontare mai del loro incontro d’amore.
Per Olov Enquist si conferma un autore di grande importanza nel panorama della letteratura contemporanea, ma forse in questo romanzo tocca l’apice della sua sapienza con un messaggio anticonformista, rivoluzionario e per questo non da tutti condivisibile, ma che suscita emozioni forti. Il libro ha il pregio dell’originalità nella sua costruzione narrativa e arricchisce il lettore con il suo eterno fascino.
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