La ragazza che non c’era di Cinzia Bomoll

Ecco un nuovo personaggio femminile nel panorama sempre più ampio del noir italiano: grandi autori del genere come Carlo Lucarelli lodano l’autrice che ha creato Nives Bonora, ispettrice di polizia in servizio a Ferrara, coraggiosa, intelligente, piena di passione per il suo lavoro, rigida e umana, determinata nel lavoro, un po’ meno nella vita sentimentale.

Infatti il suo rapporto segretissimo con il suo superiore, il commissario Brandi, classico bel tenebroso, subisce scossoni e ripensamenti, che portano la giovane donna a consumarsi nel dubbio se sia opportuno proseguire il tempestoso rapporto. Cinzia Bomoll esordisce con un vero e proprio giallo.

Nell’ex manicomio, alla periferia ferrarese, viene trovato il cadavere di una giovane donna; trasferito all’obitorio in attesa della prevista autopsia, il corpo scompare. Era stata una morte apparente, ci viene spiegato, e dunque che fine ha fatto la ragazza “resuscitata” come Lazzaro?
Parte da qui una storia con molti personaggi, molti segreti, un secondo delitto, il ginecologo Roberto Mantovani, trovato ucciso nel suo studio, che desta molte perplessità negli investigatori; Nives si mette da sola sulle tracce della moglie del medico, la signora Lidia Mantovani, appartenente alla società alto borghese della città, e scopre che è proprio lei che nasconde nella sua casa al mare la ragazza che non era morta, e non si chiamava Silvia Gallerani, come diceva il documento falso trovatole addosso.
Chi è questa donna?
Nel confronto serrato tra Nives Bonora e la signora Mantovani si scopre l’impensabile. C’è anche uno slavo biondo che spara, forse il protettore della ragazza. Insomma un mistero che ne apre un altro, in una sorta di scatola cinese di cui non si trova il fondo né la verità.

La scrittura di Cinzia Bomoll è incalzante, come la storia che racconta e che vede la protagonista, Nives, alle prese con l’amatissima nonna Argenta, che l’ha cresciuta, ora ricoverata in ospedale per una frattura; un padre carabiniere in competizione con la figlia poliziotta, e fra loro scoppiano solo scintille. Non va meglio con il commissario Brandi, che la ama ma non lo sa dire, né dimostrare.
Ecco che allora Nives, che va dritta per la sua strada, deve scavalcare l’ostilità dei colleghi, il paternalismo che aleggia nel commissariato, la rivalità con la Pm, la elegantissima Baruffaldi, anche lei caduta a suo tempo nelle braccia di Brandi.

Finale caldo, umano, imprevedibile, in una storia complicata ma benissimo raccontata da un’autrice piena di talento.

Sta cominciando una nuova intrigante serie?