La rete di protezione
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2017
“La rete di protezione” (Sellerio, 2017) è la nuova indagine del commissario Montalbano composta dal Maestro siciliano Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle nel 1925.
“La sveglia si misi a sonare di malo”.
Montalbano ancora con gli occhi chiusi, stese una mano verso il comodino cercando la sveglia prima che svegliasse Livia. Ma le dita di Salvo incontrarono un bicchiere che cadde a terra. Il bicchiere in frantumi non aveva svegliato la sua fidanzata che stava ferma aspettando la luce del giorno. Era iniziato così un dialogo mattutino tra Livia e Salvo sui sogni appena sognati o meno. All’improvviso la sveglia suonò di nuovo, questa volta nella realtà, considerato che il commissario, ancora “’ntronato dal sonno” aprì gli occhi e subito capì di essere solo nel letto. Livia non c’era, se ne stava a Boccadasse. Aveva sognato tutto, compreso il sogno di Livia.
Il poliziotto sceso dal letto, era andato in cucina per prepararsi la “solita cicaronata” di caffè e poi via sotto la doccia. In verità Montalbano non aveva nessuna voglia di andare a Vigàta, perché da un po’ di tempo il paese aveva cambiato completamente aspetto, era tornato indietro nel tempo, agli anni Cinquanta del XX Secolo. A Vigàta si stava girando una “ficzion” e i paesani, curiosi e affascinati dalla novità, con un pretesto qualsiasi lasciavano perdere quello che stavano facendo per correre a vedere girare alcune scene della “ficzion”. Addirittura era stata richiesta la forza pubblica per tenere lontani i curiosi. E la forza pubblica altri non era che Mimì Augello,
“mittuto a capo dell’agenti che protiggivano la truppi, e in special modo le attrici”.
Quindi nel commissariato erano rimasti in tre: Montalbano, Fazio e Catarella. Inoltre per rendere lo scenario quanto più verosimile la produzione italo-svedese aveva sollecitato gli abitanti a cercare vecchie foto e filmini. L’ingegner Ernesto Sabatello si era ricordato che nella soffitta della sua abitazione c’era una grossa cassa piena di vecchi filmini superotto tutti girati da suo padre. Dopo averli visionati l’uomo si era accorto che tra tutte queste bobine che rappresentavano scene di vita familiare, ce n’erano sei del tutto anomale perché ritraevano la stessa scena. Anzi, l’immagine era fissa, ripresa sempre dallo stesso punto di vista. Inoltre i sei filmini erano stati girati nel corso di sei anni, uno per anno, dal ’58 al ’63, il 27 marzo alle 10 e 25. La scena rappresentava un pezzo di muro, sempre lo stesso. Ovviamente questo fatto strano aveva solleticato la mente sempre allerta del commissario Montalbano.
“... Si fici persuaso che non avrebbi avuto paci fino a quanno non sarebbi stato ’n condizioni di dari ’na risposta logica e concreta prima di tutto a se stisso e po’ a, macari, all’ingigneri Sabatello”.
Vigàta invasa dalla troupe della fiction, un fatto di sangue di tanti anni prima, l’irruzione di uomini armati all’interno di una scuola del paese e la navigazione di Montalbano all’interno del mondo sconosciuto dei social network. Sono gli avvenimenti principali di questo romanzo composto da Camilleri nel 2015, il primo non scritto ma dettato alla sua assistente Valentina Alferj. Immaginiamo così il Maestro che al pari di un cantastorie incanta la sua prima lettrice. Quanto mai simbolica la copertina del volume che raffigura un dipinto di Antonio Donghi intitolato Due canarini in gabbia.
“Ma quanti modi di protezioni esistivano! C’era ’na gana diffusa di protiggirisi da ogni cosa: da quello che s’accanosci, da quello che non s’accanosci, da quello che potrebbi esseri e che non è ditto che sarà, da quelli che vanno dal mari, da quelli che hanno un Dio diverso, da quelli che hanno macari lo stesso Dio ma lo pregano differenti. E comunque sempre meglio quartiarisi. Epperciò le forme di protezioni si moltiplicavano”.
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