La ricetta perfetta
- Autore: Torgny Lindgren
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2004
"La fantasia è la mia memoria", disse lui modestamente. Questa frase pronunciata dal narratore è forse la più significativa per riassumere il libro di Torgny Lindgren "La ricetta perfetta" dove la scrittura è la vera protagonista e la vicenda, gli avvenimenti che si sviluppano al suo interno e i personaggi, sono più che altro degli strumenti per riuscire a descrivere l’importanza che essa può assumere nella vita di un autore, se le viene dato il giusto valore e la necessaria importanza.
Il libro (titolo originale dell’opera "Pölsan" pubblicato in Svezia nel 2002 ed in Italia da Iperborea con la traduzione di Carmen Giorgetti Cima nel 2004) racconta la storia di un cronista di un piccolo giornale di provincia di una remota regione del nord della Svezia, al quale il caporedattore invia una lettera in cui gli proibisce di continuare a scrivere perchè lo ritiene un imbroglione, accusandolo di essersi inventato tutti i fatti, i luoghi e le persone da lui descritti negli articoli pubblicati fino a quel momento.
L’uomo, sconvolto dalla notizia, è costretto a interrompere il suo nuovo racconto e decide di non dedicarsi alla scrittura per molto tempo.
La notizia della scomparsa del caporedattore, ben cinquantatré anni dopo quella lettera, spinge il protagonista ultracentenario sopravvissuto alla vecchiaia e voce narrante, a riprendere la scrittura del racconto interrotto.
La storia da lui descritta narra l’arrivo di due misteriosi personaggi nel piccolo villaggio di Avabäck nella provincia del Västerbotten, la seconda più settentrionale della Svezia, la stessa dove Torgny Lindgren è nato. Uno dei due è Martin Bormann, ufficiale tedesco responsabile durante la Seconda Guerra Mondiale di numerosi crimini, che sfugge alla cattura subito dopo il conflitto da parte delle truppe degli Alleati e riesce a rifugiarsi in Svezia dopo aver imparato la lingua, assumendo la falsa identità di Robert Maser, un mercante di stoffe; l’altro è Lars Högström, giovane maestro neodiplomato all’Istituto Magistrale di Umeå, la città capoluogo del Västerbotten, al quale viene assegnata la cattedra nella scuola elementare del villaggio.
I due uomini, così apparentemente diversi tra loro, trovano ospitalità in due case vicine l’una all’altra e scoprono, a poco a poco, ideali, interessi e passioni comuni, ad esempio per la musica ed in particolare per il Lied, componimento poetico- musicale tedesco, che li portano ad instaurare un’amicizia del tutto imprevista.
I due uomini decidono di compiere un viaggio durante l’estate a bordo di una motocicletta alla scoperta delle differenze che esistono nei vari centri abitati della regione e a seconda delle persone che cucinano, nella preparazione di un tipico piatto svedese, la polsa, a base di carni tritate fini, spesso interiora, cotte nel loro brodo. Si tratta di un viaggio dal carattere fortemente simbolico grazie al quale sperano di individuare la "ricetta perfetta", un modello non solo nell’arte di cucinare, ma nello stile di vita, di ideale a cui fare riferimento. I personaggi che contribuiscono inizialmente a consolidare il loro rapporto di fiducia reciproca sono: Eva Marklund, la donna che offre una stanza a Lars Högström e con il quale instaura un rapporto di forte intimità durante l’assenza del marito Theodor, ricoveratosi per curarsi dalla tubercolosi nel sanatorio di Hällnäs; Bertil, il bidello della scuola, personaggio imprevedibile e misterioso, il quale si insinua continuamente nelle vite degli altri, in modo assai invadente quasi non avesse una sua esistenza, al punto tale da diventare una presenza scomoda e troppo ingombrante.
La malattia appare continuamente nella narrazione, sia nel villaggio di Avabäck, dove la tubercolosi provoca la perdita di diverse persone e il contagio di altre; sia nella realtà descritta dall’autore dove vive l’anziano scrittore che apre il racconto e che, con la storia da lui raccontata, muove l’intera vicenda. La differenza fondamentale è che mentre i personaggi che vivono ad Avabäck, combattono una battaglia personale con la tubercolosi con esiti diversi,c hi deve arrendersi e chi invece riesce a salvarsi, il protagonista riesce a superare le difficoltà che la vecchiaia pone normalmente nella vita di ogni essere umano trascorrendo molti anni nel pensionato Lato Sole, dove viene accudito amorevolmente dalla giovane infermiera Linda con la quale crea una profonda e solida amicizia, al punto da arrivare in condizioni di salute ideali nonostante l’età avanzata.
Torgny Lindgren ci invita in questo modo a riflettere sul ruolo fondamentale che ogni forma d’arte assume nell’essere umano, riuscendo a mantenerlo giovane nello spirito e a volte persino nel corpo. Questo avviene perché quando una persona ha uno scopo, un obiettivo, una missione da raggiungere, da soddisfare, da realizzare, trova la giusta motivazione, nonostante le difficoltà, per continuare a vivere.
Il finale del romanzo merita di essere letto e non svelato, perché c’è in esso una parte malinconica ed un’altra ricca di speranza. La scelta di affrontare tematiche apparentemente leggere, con un velo sottile di ironia, ma riuscendo a sorprendere, a stupire, a meravigliare il lettore con la sua straordinaria originalità, senza tuttavia tralasciare le questioni fondamentali dell’esistenza umana, caratterizza tutti i romanzi di questo grande scrittore.
Vale la pena ricordare un delizioso passaggio de "La ricetta perfetta", in cui l’autore fa comparire se stesso quand’era ragazzo in una delle visite alle varie abitazioni compiute nel loro viaggio da Robert Maser e Lars Högström. Egli si descrive piuttosto triste e preoccupato per aver preso la tubercolosi e fisicamente come "una figura bizzarramente allungata", con una sapiente dose di autoironia. I suoi libri sono spesso ambientati nelle sconfinate e solitarie distese del Västerbotten, la provincia dove egli è nato nel 1938, precisamente a Raggsjö, frazione del comune di Norsjö.
Numerosi sono i riconoscimenti internazionali ottenuti negli anni da questo autore, accademico di Svezia, come tra gli altri il Premio del Consiglio Nordico e l’August Priset. Le località, i paesi, le città diventano a poco a poco familiari per i lettori di questa e di altre sue opere tra questi: Lillsjöliden, il paese di Ellen, la donna che cucina la polsa ritenuta da tutti la migliore e con cui Lars Högström inizia una relazione; il già citato Avabäck, teatro anche di altri libri di questo autore; Rönnmyrliden, il paese nella regione dell’Ångermanland, di cui è originario il maestro; Lillåberg, la località del falegname Elon Persson, che ha costruito a mano lo scrittoio dove lavora il narratore-scrittore di questo romanzo, il quale scrive rigorosamente sempre in piedi, attenendosi ad un suo principio fondamentale e ritenendo che sia la posizione migliore per svolgere il suo lavoro.
Torgny Lindgren afferma attraverso le parole del protagonista che la fantasia sia un prodotto della realtà e non sia da contrapporre ad essa e i personaggi dei suoi romanzi, come di tutti i libri, in particolare di quelli ben scritti, esistono nel momento stesso in cui vengono creati. Molto significativa è l’affermazione del maestro Lars Högström che in un passaggio del romanzo dichiara:
"I libri non hanno bisogno di essere stampati, l’importante è che vengano scritti".
Lo straordinario potere creativo della scrittura è al centro di questo bel romanzo di Torgny Lindgren, autore dotato di una raffinata fantasia che incanta il lettore e gli dona uno sguardo nuovo, positivo e originale sull’esistenza.
La ricetta perfetta
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La ricetta perfetta
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