Il pappagallo di Mahler
- Autore: Torgny Lindgren
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
"Io penso che la vita sia meravigliosa".
Queste parole pronunciate da un personaggio di uno dei racconti della raccolta “Il pappagallo di Mahler” dello scrittore svedese Torgny Lindgren sono forse quelle che meglio riescono a riassumere l’eleganza, il fascino e l’emozione che questo libro sa trasmettere ai lettori. Composto da dieci racconti tutti unici, particolari, coinvolgenti, questo libro (pubblicato nel 1999 con il titolo originale di “I Brokiga Blads vatten” e, in Italia, nel 2002 da Iperborea, con la traduzione di Carmen Giorgetti Cima e il contributo del programma cultura della Commissione Europea) è tra i più "internazionali" di Torgny Lindgren.
I racconti non sono infatti tutti ambientati nell’estremo nord della Svezia ed in particolare nella contea del Västerbotten, dove l’autore è nato, ma anche in altri parti d’Europa, come la Jugoslavia all’epoca del comunismo, la Svizzera, l’Austria e le due Germanie al tempo della cortina di ferro, oltre a un racconto che rievoca luoghi della tradizione biblica, ma sono accomunati dallo stesso spirito, perché trasmettono desiderio di conoscenza, voglia di stupire il lettore, di indagare l’animo umano, pur con i limiti della narrazione, poiché rappresentare in maniera efficace l’esistenza è un’operazione assai complessa. Lindgren lo sa bene, ma usa sapientemente la scrittura come mezzo per esplorare, riflettere, meravigliare senza la pretesa di dare risposte oggettive al lettore in merito alle domande che l’uomo continuamente si pone.
Ci sono racconti memorabili in questo libro da leggere con passione per poi riprenderli con calma, con la certezza che ogni volta sanno regalarti un’emozione che, come per miracolo, si rinnova costantemente. Tra i più belli c’è sicuramente il primo da cui prende il nome la raccolta nella traduzione italiana (mentre nella versione originale è il decimo a dare il titolo al libro) in cui si racconta di come il famoso compositore Gustav Mahler abbia trovato ispirazione per comporre il suo "Das Lied von der Erde" recuperando un’antica melodia che ascolta canticchiare da un contadino che, a sua volta, l’aveva sentita intonare da un pappagallo ara di nome Quelle, che apparteneva al padre della sua futura moglie Alma, il pittore Emil Jakob Schindler, il quale l’aveva avuto in dono dal medico amico di famiglia Theobald Pollak.
C’è anche quello di un uomo che abita a Norsjö, il piccolo paese natale di Torgny Lindgren, che riceve una cospicua eredità, poiché nella sua famiglia la maggior parte delle persone erano sterili e che decide di stipulare un patto con un’affascinante giovane donna conosciuta a Stoccolma di nome Cecilia, con il suo simpatico modo di pronunciare la lettera ‘r’ arrotata, tipico della città di Kristianstad, nel sud della Svezia. Il patto consiste nell’accettare di convivere senza mai dichiarare di essere innamorati l’uno dell’altra, né provare nessun minimo coinvolgimento emotivo, in cambio di un’ingente somma di denaro da riscuotere a poco a poco. Le cose prenderanno tuttavia una strada diversa rispetto all’accordo iniziale e il finale è sorprendente.
Quello ambientato nel nord della Svezia, di Elis di Lillåberg, gigantesco boscaiolo, che decide di disboscare piano piano, con la sola forza delle sue braccia, un’intera montagna per esaudire il desiderio della moglie di guardare meglio il sorgere del sole e il panorama circostante.
Un altro, piuttosto importante, è quello in cui si racconta si racconta del grottesco funerale del grande scrittore Thomas Mann in Svizzera nella cittadina di Kilchberg, sulle sponde del lago di Zurigo, l’ultima dove il famoso autore tedesco ha vissuto e dell’incontro di due scrittori che vi assistono e dialogano riflettendo sul significato dell’esistenza e della letteratura.
Meraviglioso è quello di carattere autobiografico, in cui un bambino malato di tubercolosi, viene assistito nel suo letto da sua madre, dotata di una grande devozione, la quale su richiesta del figlio prova ad alleviare la sofferenza del piccolo con il racconto dell’Apocalisse di S. Giovanni apostolo. Il bambino nei momenti di maggior dolore prova a lenirlo con un trucco: quello di immaginare di potersi staccare dal suo corpo e rimanere attaccato al soffitto da dove può osservare se stesso. Sentendo sua madre arrivare a sentirsi in colpa per averlo messo al mondo, costringendolo a dover sopportare le sofferenze della malattia, arriva a pronunciare in un momento di straordinaria serenità le parole citate all’inizio sulla bellezza della vita.
L’ultimo racconto è quello che narra l’affascinante incontro tra il principe ereditario della casa reale svedese, Eugenio Bernadotte, che si presenta in incognito sotto il nome di di signor Engen e Brokiga Blad, nome d’arte (in realtà si chiama Herman Andersson), uno scaltro pittore artigianale che si incontrano in una pensione gestita dalla zia dell’autore, Lydia, la quale ha raccontato questa storia a suo nipote prima di morire. I due soggiornano per un discreto periodo nella pensione Karlshem insieme ad altri stravaganti ospiti, tutti uomini, imparano a conoscersi, il pittore insegna un’insolita quanto affascinante teoria sull’arte e riescono a vendere un quadro ad un cieco perché
“le opere d’arte esistono anche per quelli che non ci vedono”.
Le persone infatti vogliono vedere un’opera completa, non gli importa di conoscere i trucchi del mestiere, secondo Brokiga Blad e così egli ha imparato a ridipingere sopra il soggetto iniziale, modificandolo secondo il proprio gusto e le proprie esigenze.
Quest’opera rispetto alla solita intelligente ironia dei libri di Lindgren, ha un carattere prevalentemente malinconico con risvolti in qualche caso persino drammatici eppure c’è uno sguardo delicato, attento, appassionato che emoziona profondamente. L’autenticità delle storie e la loro totale attinenza alla realtà dei fatti non è importante e comunque in fondo si può arrivare a credere che siano verosimili dal modo estremamente particolareggiato, dal carattere sincero dei personaggi e da fonti che appaiono attendibili con cui esse sono raccontate.
La narrazione è impreziosita dalla magistrale traduzione di Carmen Giorgetti Cima, che ha svolto e continua a svolgere un grande lavoro di diffusione di tanti bei libri in lingua svedese in Italia.
Lindgren racconta i suoi personaggi nel miglior modo possibile per uno scrittore: amandoli incondizionatamente. “Il pappagallo di Mahler” è come un meraviglioso ritratto in cui l’autore modella con sapienza, genio ed eleganza i suoi personaggi regalandoci così pagine di sublime letteratura. Riprendendo le parole di Hedvig, una donna con cui il ricco ereditiere del settimo racconto ha inizialmente una relazione, è bene ricordare che
"i gusti non si possono governare. E la passione"
Tutto ciò vale anche per i libri che sanno arrivarti al cuore e a volte è difficile spiegarne il motivo. Torgny Lindgren è comunque da considerare uno dei grandi autori della letteratura contemporanea e questo libro è assolutamente da non perdere.
È piacevole ricordare in una bella intervista dell’11 maggio 2014 sul quotidiano svedese "Expressen" realizzata da Cecilia Hagen, le parole di Torgny Lindgren a proposito della popolarità:
“Non ha mai pensato che arrivare al grande pubblico sia una conquista. Questo deve avere a che fare con la mia infanzia: sono stato educato a non sentirmi importante, a non darmi delle arie, a non brillare. Vengo da un ambiente pio dove la riservatezza, l’umiltà e la capacità di tenere un basso profilo erano le qualità che un uomo avrebbe dovuto avere”.
Un grande insegnamento per tutti da ricordare e di cui fare tesoro nella vita.
Il pappagallo di Mahler
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il pappagallo di Mahler
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