La rotta per Lepanto
- Autore: Paolo Rumiz
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Agli estremi ci sono Venezia e Lepanto, in mezzo la bellezza e la magia di un Adriatico al centro della storia.
È l’itinerario dell’ultimo libro del giornalista e scrittore Paolo Rumiz che proprio in questi giorni ha ricevuto il Premio speciale alla carriera della Fondazione Il Campiello. Edito da Bottega Errante Edizioni questo reportage intitolato La rotta per Lepanto celebra il compleanno di un viaggio verso Oriente compiuto nel 2004: da allora sono trascorsi 20 anni esatti, ma il racconto della traversata resta godibilissimo.
Un’avventura alla ricerca delle origini dell’Europa, verso terre oggi attraversate da conflitti nuovi e antichissimi. Al timone un esperto delle dinamiche geopolitiche dell’area: Rumiz, inviato speciale de “Il Piccolo di Trieste” ed editorialista di “la Repubblica”, triestino per nascita, cittadino del mondo per vocazione, è abituato a guardare a Oriente.
Lepanto, la battaglia navale, diventa così meta geografica: ma, si intuisce subito, è solo una scusa. Come direbbe Kostantinos Kavafis:
Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
La destinazione in poche parole conta poco. In palio c’è altro, come sempre con Rumiz. Si viaggia sulle tracce della storia, percorrendo rotte invisibili che intrecciano in maniera indissolubile luoghi, persone, vicende spesso lontanissime. E popoli. Ci sono leggende e fatti reali. Su tutto l’ombra di Venezia, “La Serenissima” che è di casa lungo l’intera costa e per secoli. A Lepanto, nel golfo di Corinto, Grecia, l’Alleanza Cristiana batte la flotta turca.
È il 7 ottobre 1571: decisivo è l’aiuto delle galere veneziane.
Questo racconto segue la loro rotta dall’Arsenale fino alla meta.
Scende la notte, l’aria è immobile, il cielo brontola attorno a San Marco. La nostra Tretartarughe, un dodici metri costruito in Finlandia, attraccata all’isola di San Giorgio, molo della Compagnia della Vela. Il più bel posto del mondo.
Inizia così il viaggio attraverso novecento miglia di mare e cinque secoli.
Qui si viaggia su un mare di storia oltre che di acqua salata.
Per affrontarlo servono strumenti particolari come la carta di navigazione che l’autore compone:
È un foglio lungo cinque metri, piegato a fisarmonica, disegnato a mano, fitto di annotazioni... A furia d’aggiunte, cancellature e correzioni, vive ormai una vita parallela, è già usurata prima di partire.
Contiene la costellazione dei fari che ti guida in Terrasanta. Le basi dei pirati “uscocchi” e “narentani”, le incursioni di turchi e saraceni. La Via dell’ambra e quella del sale, storie di mostri di mare e amori galeotti, bonacce e burrasche, santuari e cimiteri marini. E poi approdi, locande, secche e scogli, ripari in caso di burrasca.
Ma i lettori abituali di Rumiz non si stupiscono: conoscono il metodo di viaggio. La preparazione attenta, filologica, quasi. Con gli incontri che precedono il viaggio, le visite nelle biblioteche, i libri e gli amici da consultare, ognuno con un suggerimento, una suggestione da consegnare all’autore.
E poi la capacità di affidarsi all’imprevisto una volta partiti. Con quella confessione che arriva già a poche pagine dall’inizio:
Non ho mai fatto vela per più di mezza giornata, soffro il mal di mare e sono disperatamente di terra. Ma la voglia è troppo forte. Ci sarà pure un motivo per cui si dice “imbarcarsi” in un’avventura.
Di solito è il treno o la bicicletta a condurlo a destinazione, ma questa volta la storia è questione di scafi e di vele.
E per un attimo il Bosforo pare la foce di un fiume che parte dal Canal Grande e porta al Mar Nero, fino a Trebisonda.
E allora, forse, nel sangue sparso a Lepanto vanno cercate le ragioni di ciò che accade oggi a Oriente. Che l’avventura cominci.
La rotta per Lepanto
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La rotta per Lepanto
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