La sconosciuta di Porta Venezia. Delitti e misteri per la magliaia Delia
- Autore: Mauro Biagini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Si fa presto a dire giallo e noir. Dove c’è una preparazione, trovare gli incastri, ma soprattutto l’atmosfera.
Ebbene nell’ultimo libro di Mauro Biagini dal titolo La sconosciuta di Porta Venezia. Delitti e misteri per la magliaia Delia (Fratelli Frilli editori, 2023,) c’è tutto, ma anche altro. La possibilità di sganciarsi dalla letteratura di genere oppure scrivere come si vuole, senza preoccuparsi se è un super noir come è scritto sulla copertina o ha altri stilemi per cui super noir è troppo o troppo poco.
Lo scrittore Biagini è come se avesse superato l’esame di maturità con il massimo dei voti ma che deciderà dopo?
Chi scrive immagina Mauro Biagini con una sigaretta in bocca, che riflette sulla cose storte del mondo, che dopo aver tanto pensato, stracciato imbarazzanti cumuli di carta, poi si debba aspettare la “segnalazione” di altri che decidono se il suo è o non è un buon libro. Mentre la verità è che bisogna divagare, perché qualsiasi cosa si scriva su questo romanzo è già spoiler.
Chi ha seguito gli altri libri di Biagini sa che la magliaia Delia ha un ruolo ben preciso nell’economia dello scritto: è la cantastorie di un mondo malato, dove non essendoci una casa adatta a lei nel quartiere rinnovato di Porta Venezia, ora un posto alla moda, si arrangia nel suo piccolo laboratorio anche per dormire, c’è il commissario Masini che di sua spontanea volontà chiede lumi all’attempata signora per sbrogliare i casi, ed intorno un quartiere che serve da proscenio, dove sono accadute tante cose, per lo più brutte, ma anche momenti di tenerezza, di sbagli venali, di orari da rispettare.
Mentre in questo ultimo libro c’è un caldo intollerabile, le persone che eravamo abituati a vedere con un fondale “certo” dietro non ci sono più, le poche macchine che passano beccano in pieno l’unico passante della zona che porta a passeggio il cane in piena notte e poi strane “sconosciute”, una perlomeno, che per qualche giorno si “impossessa” del quartiere.
Ma in realtà, Delia è in ospedale per una non grave operazione chirurgica, fine luglio è arrivato e sta ormai passando nell’attesa che il commissario Masini vada in ferie con la moglie in Islanda, dove realmente hanno prenotato. Un uomo a passeggio con il cane viene investito e non gli viene prestato soccorso; da qui inizia una successione di individui accoppati che fa sì che chi era partito per le ferie a fine luglio debba tornare di corsa negli uffici, perché i morti cominciano a essere parecchi.
E anche le identità gradualmente si formano, per cui il signore col cane era un immobiliarista di case di lusso, che tradiva la moglie con un uomo, che si chiama Maxime, nome esotico di un uomo “non italiano”, che pur di non perdere l’immobiliarista Maurizio, mantiene segreta questa relazione.
Chi scrive ha sempre detto dei libri di Mauro Biagini che si tratta di “gialli gentili”, come se ci dicesse lasciatemi divertire come un nuovo Aldo Palazzeschi, ma in realtà questa sua maestria nello scrivere gialli noir deve restare sulla carta. Non ci sono personaggi machisti nei suoi libri, né un dialogo crudo che possa portare a pensare che abbiamo bisogno di morti ammazzati o di persone malvagie.
La sua scrittura chiara e semplice non si può imitare e, dal momento che i grandi portali di libri ora lasciano un estratto per capire se lo stile è di tuo gradimento o meno, se i personaggi trovano il tuo consenso, lascio di seguito poche righe che non sono legate alle indagini e al perché si fanno, ma riguardano il commissario Masini e il suo mestiere:
Di certo però, con il passare degli anni aveva cominciato a stufarsi delle burocrazie, delle infinite formalità da rispettare, e persino delle moderne tecnologie che avevano reso le indagini sempre più precise ed affidabili, ma anche più fredde e prive di quel coinvolgimento emotivo che lo aveva fatto innamorare del suo mestiere.
Notare la gentilezza del tocco, un linguaggio privo di tecnicismi proprio di un autore che ha preso spunto dai grandi del passato italiano, da Piero Chiara e soprattutto alla scrittura tersa e cristallina di Renato Olivieri. Appartiene loro anche la malinconia di Masini, che gli resterà addosso fino a quando lo scrittore lo vorrà come protagonista nei suoi prossimi libri.
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