La strada per Itaca
- Autore: Ben Pastor
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2014
La serie di romanzi che la scrittrice Ben Pastor dedica all’insolito personaggio Martin Bora, una sorta di investigatore capitano dell’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, prosegue con questo nuovo titolo, “La strada per Itaca”, che sottintende un lungo percorso, un viaggio, fisico e metaforico, sulle orme di Ulisse.
Siamo a Mosca, pochi giorni prima che lo scellerato Patto Molotov-Ribbentrop, che aveva sancito l’alleanza tra la Germania hitleriana e l’Unione Sovietica di Stalin, fosse annullato dalla invasione da parte tedesca del territorio russo; Martin Bora, giovane capitano in forza all’Ambasciata del suo paese, riceve l’insolito incarico di procurare al potentissimo vice di Stalin, il famigerato Berija, casse di pregiato vino greco dai nomi mitologici, Dafni e Mandilaria. Ovviamente appena atterrato ad Atene Bora scopre che il suo incarico è tutt’altro; i Servizi segreti lo inviamo a Creta e lo incaricano di far luce in una settimana su una strage di civili perpetrata da un gruppo di paracadutisti germanici dove hanno perso la vita un cittadino svizzero, la sua governante greca, un paio di braccianti e un cane… Un testimone inglese ora prigioniero ha fotografato non visto la scena ed è fuggito, mentre la Croce Rossa giungerà nell’isola per condannare il delitto compiuto su di un cittadino di un paese neutrale, Alois Villiger.
Per Martin Bora comincia un difficilissimo percorso ad ostacoli, oltraggiato dai suoi stessi commilitoni, tra i quali emerge il capo dei paracadutisti accusati, Waldo Preger, un suo compagno d’infanzia, con il quale da allora è rimasto aperto un doloroso contenzioso; i due ragazzi, l’uno figlio del padrone, l’altro del dipendente, si erano picchiati, e Martin era stato obbligato dal severo patrigno a scusarsi; da allora non aveva più pensato a quell’episodio lontano che ora invece si ripropone in modo inquietante, mettendo in discussione l’intera vita di privilegi aristocratici che Martin Bora aveva vissuto, mentre la Germania si andava trasformando, sotto Hitler, in qualcosa di molto diverso, dando spazio a personaggi come Preger, che nel Nazionalsocialismo aveva individuato la via del riscatto sociale e della vendetta.
Martin, però, che aveva avuto come maestro il filosofo Heidegger, con una nonna inglese che gli aveva regalato quella seconda lingua come la propria, bello ed elegante, coraggioso ma psicologicamente molto inquieto, si trova a fronteggiare scelte coraggiose e spesso diverse da quelle che il regime hitleriano sta operando. Le contraddizioni nelle quali Martin si dibatte emergono durante l’ardua salita sulle pendici della petrosa Creta, dove è accompagnato da una prigioniera americana, l’archeologa Frances Allen. La donna è moglie di un giovane greco che si è dato alla macchia, e lei, come ostaggio, dovrà accompagnare Bora alla ricerca del testimone inglese che si nasconde in montagna.
Il rapporto fra i due, in dialogo tra inglese, tedesco e greco, si svolge in mezzo a molte ambiguità: la donna odia Bora ma ne è anche affascinata, così come lui, che tiene un prezioso diario, sognando sua moglie Dikta, è stranamente attratto dalla coraggiosa americana.
Due realtà si confrontano nel testo, due modalità di rapportarsi al mondo che sta per precipitare in un abisso senza ritorno: Bora sembra sapere che il suo paese, per il quale lealmente combatte, è destinato a perire insieme ai sogni di onnipotenza che il suo ex dipendente Waldo sembra impersonare.
"Eravamo una nazione frustrata, mutilata, che resuscitva dopo la vergogna di Versalilles. Preger, col fratello morto in prigionia e le sue ambizioni personali, ne faceva sostanzialmente parte. Io facevo parte del Reich che aveva perso la Grande Guerra e veniva insopportabilmente umiliato dagli Alleati. Insieme, lui ed io, formavamo un’unità. Adesso ci distanziamo, non abbiamo più una visione comune".
La strada per Itaca è un libro dalla puntuale ed accurata ricostruzione storica, pieno di cultura, di simboli, di reminiscenze; la scrittrice, aiutata da un’impeccabile traduzione italiana di Luigi Sanvito, riesce magistralmente ad evocare l’Europa del 1941 sull’orlo della catastrofe, attraverso i diversi personaggi, come il commissario di polizia greca Vairon Kostaridis, campione di ambiguità ma alla fine capace di mostrarsi uomo positivo in una situazione dove è davvero complicato individuare i “buoni” e i “cattivi”, tanto sono inestricabili gli interessi politico-diplomatici che sono in gioco.
Aspettiamo Bora, personaggio anticonformista e mai scontato, alla prossima avventura.
La strada per Itaca
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Quasi un capolavoro questo nuovo episodio della serie dedicata a Martin Bora. Ben Pastor impreziosisce ogni volta di più il suo già atipico personaggio di ufficiale investigatore del Reich calandolo questa volta in una Creta piena di riferimenti storici e culturali che si aggiungono al curriculum vitae di Bora già, si potrebbe dire, "naturalmente" pieno di storia, filosofia e inquietudini. È veramente raro, anche per gli appassionati di gialli, trovare personaggi, libri, storie come quelli che periodicamente ci propone Ben Pastor, una scrittrice che merita uno spazio che va molto oltre le copie vendute.