La triomphante
- Autore: Teresa Cremisi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2016
“La Triomphante” è il nome di una nave francese che a metà Ottocento fa rotta verso l’Oceania; a bordo un giovane ufficiale che disegna, dipinge, fa una sorta di diario grafico del viaggio e delle avventure marine. Questa collezione di disegni finisce molto tempo dopo nelle mani della narratrice di questa diversa avventura, quella che Teresa Cremisi racconta nel romanzo autobiografico appena uscito in italiano da Adelphi, dal titolo mutuato dalla nave francese che in piena età coloniale era il simbolo della grandeur che solo pochi anni prima aveva visto in Napoleone il suo più celebre rappresentante.
La scrittrice, nata ad Alessandria d’Egitto, aveva vissuto lì i suoi primi anni di vita, innamorata del paesaggio, della storia, delle spiagge, dell’atmosfera che si respirava nell’Egitto abitato da molti europei: figlia di un dirigente italiano di una società import-export e di una artista anglo-spagnola, con passaporto inglese, la ragazzina vive nella terra di Cleopatra, si innamora di Lawrence d’Arabia, sogna la battaglia nella rada di Abukir, mitizza Napoleone e Nelson, le battaglie navali, si fa battezzare cattolica e studia presso le suore francesi, parla arabo, greco, francese, italiano, inglese, vive in una casa ricca di profumi, di inservienti arabi, gira nel deserto con una Chevrolet, il padre Vittorio spesso lontano, la madre Gaby dolcemente distratta... Nel 1956, con la nazionalizzazione del canale di Suez, gli europei si vedono costretti ad abbandonare l’Egitto: il nazionalismo di Nasser non vede di buon occhio il permanere delle tante famiglie di bianchi che hanno fatto grandi fortune in quel paese. Teresa viene trasferita a Milano, dove il padre ha trovato lavoro. Lei si imporrà di frequentare una scuola cattolica, le Marcelline, integrandosi a fatica nell’ambiente “bene” della borghesia meneghina, e rivelandosi subito bravissima: frequenterà la facoltà di lingue, ottima studiosa di Shakespeare, divenendo una lettrice onnivora. I suoi maestri letterari saranno dapprima Omero, di cui adora sin da ragazzina l’Iliade, che legge avidamente, e poi Stendhal, Proust, il poeta greco, amato e spesso ricordato nel libro, Costantinos Kavafis, ma soprattutto Conrad, il cui romanzo, La linea d’ombra costituirà una specie di bibbia per la giovane donna, ambiziosa e determinata a divenire giornalista. Senza aiuti né presentazioni, comincia a scrivere articoli, réportage, pezzi di costume che invia a diversi quotidiani, finché uno, importante, l’assume. La carriera di Teresa Cremisi è folgorante, e dopo una lunga esperienza alla Gazanti, la sua competenza la porterà a Parigi, dove si trasferisce lavorando come direttrice editoriale della prestigiosa Gallimard, curando le edizioni Flammarion fino al 2005. Poi, visto che suo marito Giacomo era tornato in Italia, anche lei lascia l’incarico e si trasferisce in una pesino nei pressi di Amalfi, dove trascorre metà dell’anno, nuotando, riposando, facendo ricerche su internet dei suoi temi preferiti: i viaggi in mare.
Un libro singolare, affascinante, pieno di umanità e di rivelazioni su una speciale condizione femminile, che l’autrice racconta con sincerità, senza nascondere nulla dei suoi enormi successi professionali, che lei giudica per lo più quasi immeritati, delle sue sconfitte, del suo rapporto affettuoso con due genitori difficili, stravaganti, insoliti, poco affidabili: quando deciderà di divenire cittadina francese, dopo anni di lavoro a Parigi, riceverà un diniego. La burocrazia francese non si fida di una persona che non possiede certificato di nascita, ignora dove siano sepolti i nonni, non conosca la data di matrimonio dei suoi genitori, non sia sicura della sua identità religiosa: è forse ebrea?
Molto efficace il suo modo di affrontare il tema della nostalgia:
“Sono nata ad Alessandria d’Egitto, sull’altra riva del Mediterraneo. Non ho deciso di scrivere per dar sfogo alla nostalgia. Soltanto i luoghi riescono a scatenare dentro di me tempeste violente, ma la nostalgia è un sentimento che non amo coltivare. Sono una persona pratica, con i piedi per terra.”
Particolarmente interessante le notazioni che Teresa Cremisi fa sulla lingua: cresciuta parlando francese, lingua con cui ha studiato alle elementari, conoscendo greco e arabo, lingua parlate abitualmente ad Alessandria, nel momento in cui si trasferisce in Italia deve apprendere una lingua nella quale non aveva mai scritto neppure una riga; quando si trasferisce a Parigi, capisce che il suo francese è vecchio ed ampolloso, per nulla adatto alla rapida comunicazione al tempo degli sms e della pubblicità: citerà a questo proposito Elias Canetti, coltissimo poliglotta che alla fine sceglierà di scrivere nella lingua di sua madre, il tedesco.
Libro originale, come la sua autrice, una donna speciale che sceglie una citazione di Marcel Proust per definire al meglio la sua percezione di tempi e luoghi, così diversi e così numerosi, seminati nella sua elegante narrazione:
“I luoghi che abbiamo conosciuti non appartengono solo al mondo dello spazio dove per semplicità li collochiamo. Essi non erano che una parte esigua del complesso di sensazioni confinanti che formavano la nostra vita d’allora; il ricordo di una certa immagine non è che il rimpianto di un certo istante; e le case, le strade, i viali, sono ahimè, fugaci come gli anni.”
La triomphante
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La Trionphante è un libro bellissimo. HO capito, leggendolo, perché i miei libri non sono accettati dagli editori , ma letti, per fortuna con un certo entusiasmo, solo dagli amici. La signora Cremisi riesce a scrivere molto di quello che io sento ma non sono mai riuscita ad esprimere con la stessa lucidità e profondità. Sono più anziana di lei, ma penso che si impari sempre per tutta la vita e da Lei ho imparato molto. Temo che, se mai scriverò un nuovo libro, lo terrò nel cassetto. Mi piacerebbe però far leggere alla Signora qualcuno dei miei libri per farmi dire quale è il salto che nel tempo che mi resta , posso ancora tentare di fare. Grazie soprattutto per aver scritto un libro così bello.
Per la prima volta ho letto un libro e subito dopo ho sentito la necessità di rileggerlo per riassaporare sensazioni e riflessioni....ho riscoperto citazioni da autori, quali Conrad, Proust o Canetti,il senso delle quali mi ha coinvolto emotivamente,condividendo con l autrice il frutto delle sue riflessioni sulla vita. Teresa Cremisi si apre al lettore in modo disarmante e commovente ed il suo lessico non è mai banale ma altamente evocativo.Si l ho subito annoverato tra i miei libri "del cuore".