La verità sul caso di M. Valdemar. Tre racconti mesmerici di Edgar Allan Poe

Uno scrittore del mistero come Edgar Allan Poe (1809-1849) non poteva non interessarsi al mesmerismo, ovvero al sonno mesmerico ottenuto con suggestione e al "magnetismo animale", come veniva chiamato allora, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
Anton Mesmer (1734-1815) è stato un medico tedesco che fece scalpore curando diverse patologie con passi e gesti magnetici, ipnotici, utilizzando e mettendo in moto l’energia vitale presente in tutte le forme organiche e quindi nell’ammalato.
Da millenni in Oriente tale energia viene chiamata prana. L’energia bio-elettromagnetica è la base dell’agopuntura, ormai riconosciuta a pieno diritto tra le terapie olistiche.
Mesner è stato il precursore degli esperimenti con l’ipnosi per curare l’isteria, nei primordi usata anche da Freud.

L’editore Passigli ha riunito tre brevi racconti mesmerici di Edgar Allan Poe nel volumetto La verità sul caso di M. Valdemar (pp.76, 2020), tradotti da Sofia Dilaghi.
In tutti e tre un mesmerizzatore addormenta un paziente, raggiungendo risultati che la scienza medica ufficiale non avrebbe potuto ottenere.
Poe racconta fatti e non li commenta, vuole essere oggettivo; lascia ai lettori la libertà di meditare, per raggiungere un punto di vista che implica sicuramente anche un ampliamento della propria visione del mondo, una crescita spirituale, forse l’abbandono del sensismo. Non tutto ciò che accade è dominato dai soli cinque sensi, da cui normalmente attingiamo l’inizio della conoscenza. O così crediamo.

Nel primo racconto, La verità sul caso di M. Valdemar, un tisico in fase terminale, a cui è stata pronosticata la morte entro poche ore, con il suo consenso viene mesmerizzato e continua a vivere dormendo in stato di sonno lucido (può comunicare con l’ambiente, specie con il mesmerizzatore) per altri sette mesi. Il vantaggio che ne ricava è la fine dei dolori e un trapasso dolce.

Nel secondo racconto, Una storia delle Ragged Mountains, un giovane sofferente di nevralgie, in stato mesmerico, vive una visione che il medico sta scrivendo.
Si tratta di un ricordo, la morte di un altro giovane, già avvenuta in un’altra parte del mondo, a Benares nel 1780, durante una rivolta nella quale il ragazzo di allora perdette la vita a causa di una freccia scoccata sulla sua tempia.
Si tratta di telepatia tra medico e paziente. Probabilmente di reincarnazione del ragazzo indiano nell’americano posto in sonno lucido, sebbene la parola non venga pronunciata. Il fatto straordinario è la morte del giovane mesmerizzato per il morso di una mignatta vermicolare velenosa... alla sua tempia.

Il terzo racconto, Rivelazione mesmerica, è di natura metafisica. Anche in questo caso il malato è tisico. Durante il trattamento risponde alle domande del medico, le quali vertono sulla natura del mondo, della sostanza ultima e di Dio. Bellissime le rivelazioni, vengono "dal mondo delle ombre".
La citazione che riporto è necessariamente lunga, ma necessaria per comprendere la "materia sparticellata", così la definisce Poe (evidentemente in possesso di conoscenze esoteriche), materia giunta al massimo della sua rarefazione. È ciò che chiamiamo mondo spirituale, l’ordine divino preordinato del e dal pensiero cosmico.
Lasciamolo dire allo scrittore:

Ma esistono gradazioni di materia delle quali l’uomo non sa niente; la più densa dà impulso alla più fine, la più fine pervade la più densa. [...] Queste gradazioni della materia aumentano di rarefazione fino ad arrivare alla materia sparticellata - senza particelle, indivisibile, una: arrivati a questo livello, la legge di impulso e permeazione si modifica. La materia ultima sparticellata non solo permea tutte le cose, ma dà anche impulso a tutte le cose; perciò è essa stessa tutte le cose. E Dio è questa materia. Ciò che gli uomini tentano di rinchiudere nella parola "pensiero" non è altro che questa materia in movimento.