La via al cielo. Incontri con eremiti cinesi
- Autore: Red Pine
- Genere: Religioni
- Casa editrice: Astrolabio
- Anno di pubblicazione: 2013
Per i (tanti) digiuni delle pratiche Tao, il Vuoto è sinonimo di Nulla, qualcosa da rimuovere, fuggire piuttosto che ricercare. Si giustifica anche in questo modo il surplus di finto-“pieni” (impegni, acquisti, pensieri, problemi, a volte persino cibo) con i quali affastelliamo le giornate: surrogati ontologici per spingere ulteriormente in là la condizione “di grado zero” che ci porrebbe in relazione con noi stessi.
La filosofia orientale persegue esattamente il contrario: è dal Vuoto che discende ogni cosa ed è dunque al Vuoto che bisogna tornare. Mi rendo conto che non è facile, alle nostre latitudini iper-frenetiche più che mai. Nella remota ipotesi vi saltasse in mente di dare una svolta al vostro stile di vita, potreste partire dalla lettura di questo libro, che l’antropologo Red Pine (pseudonimo di Bill Porter) dedica alle sfaccettature mistiche della religione cinese. Si intitola - non a caso - “La via al cielo” e racconta (anche) degli incontri ravvicinati avuti con diversi eremiti dagli occhi a mandorla, gente che di ascesi e di filosofia Zen se ne intende, eccome se se ne intende. Ma il libro di Pine si pone, al contempo, come qualcosa di ulteriore, come un reportage dal fascino fiabesco - per esempio -, gremito com’è di presenze e luoghi dai nomi esotici e musicali, templi, gole, nebbie, antiche storie sapienziali, che irretiscono sin dalle prime righe.
Un diario di bordo tracciato sulla linea metafisica che divide (trascende) cielo e terra, che i più predisposti tra i lettori si godranno in uno stato di sospensione interiore, tra aneddoti religiosi, cultura, storia – antica e più recente – della Cina. Per dirla con parole ulteriormente diverse: un itinerario iniziatico sullo sfondo dei monti Chungnan, il paradiso dove gli eremiti cinesi sfuggiti alla rivoluzione culturale maoista, dimorano per praticare la strada strettissima della rinuncia e della contemplazione, lontano dalla “polvere rossa delle pianure”.
L’articolato sentiero cultural-religioso intrapreso da Pine e dal suo amico-fotografo Steven Johnson si dipana dunque tra sterrate montagnose e foreste secolari, cieli altissimi, paesaggi mozzafiato e senza tempo, capanne dal tetto di paglia e grotte naturali scavate nella pietra (le dimore minime di chi ha gettato alle spalle le voci del mondo), viatico alle diverse suggestioni/sfumature filosofiche racchiuse nel volume. La sola nuvolaglia global che si intravede - anche nelle parole di alcuni dei monaci-eremiti intervistati - in questo oceano di silenzio, è che presto la via del cielo possa trasformarsi in una delle tante vie del commercio: da quando il governo cinese ha infatti allentato la sua morsa sulle pratiche religiose, anche gli offici e i luoghi dedicati al culto potrebbero essere convertiti in prodotti da vendere a turisti in cerca di esotismo. Sic!
Tre ultime annotazioni sul volume:
- 1) la narrazione non perde un colpo, rimanendo agevole anche al cospetto dei temi filosofici più ardui;
- 2) l’ottima traduzione dall’inglese si deve al lavoro tripartito di Carlo Laurenti, Eleonora Caturegli, Livio Agresti (ogni tanto citiamoli questi misconosciuti traduttori);
- 3) la pubblicazione si deve alle Edizioni Ubaldini che editano con la consueta ed elegante accuratezza.
La via al cielo. Incontri con eremiti cinesi
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