Laguna
- Autore: Carla Vasio
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
Carla Vasio, veneziana di nascita e romana d’adozione, era una giovane ragazza quando il 2 giugno del 1946 votò per la Repubblica. Scrittrice, poetessa, studiosa di musica, è sovente ricordata come la più bella autrice del Gruppo ’63, in verità una donna che non ha mai fatto vanto della sua bellezza. Con i suoi ideali di indipendenza e libertà, colta e raffinata, non sarà stato facile entrare a far parte di un circolo di intellettuali incalliti quali erano allora Manganelli, Arbasino, Sanguineti, Cassola, Eco. Il Gruppo ’63 era stato fondato a Palermo da giovani letterati che sull’onda della rinascita culturale ed economica del nostro Paese aveva l’intento di sperimentare una letteratura di nuovi linguaggi, in forte opposizione all’establishment letterario e conservatore del tempo.
Vasio ha vissuto a lungo in Giappone e in Francia: la sua è una lunga vita dedicata alle arti, e trascorsa in compagnia del ticchettio della sua amata macchina da scrivere. Il paesaggio lagunare ha colori e forme diverse, ogni aspetto immediato può trasformarsi o annullarsi negli attimi successivi. L’acqua va e viene, s’increspa, si allontana e si ritira colorandosi d’azzurro, di verde grigio fino a divenire rosa con il calar della sera,
“subendo sempre il variare della luce dal mattino al mezzogiorno alla sera, luccicando con fosforescenze proprie nelle notti senza luna”.
“Laguna” è il ritratto particolareggiato ed intimo di una famiglia, la mamma, il nonno, la zia, vista con gli occhi della protagonista, una bambina che si aggira silenziosa nelle stanze della casa tra mobili severi e preghiere recitate sottovoce, mentre il tempo trascorre fermo e immobile proprio come nella laguna, in una calma e pace assoluta. La sua immaginazione va oltre il confine della terrazza di casa e del cancello, vorrebbe esplorare i giardini sottostanti, i viali, le strade ma spesso si ritrae volgendo i suoi pensieri ad altro. Si sofferma a osservare dal balcone del tinello i magici cambiamenti dello specchio d’acqua, i vaporetti che approdano, le isole, lo stridere dei gabbiani, l’arrivo di un pescatore o di una tempesta.
“Che oltre i muri della casa e oltre i vetri splendesse una luce intransigente… questo le era noto, anche se non le capitava spesso di trovarsi sola nello spazio esterno dove camminare liberamente avvolta da quella sconosciuta ardente energia. La scarsezza delle occasioni eccitava la sua immaginazione e acuiva l’attesa”
La Campagna d’Africa era stata annunciata con grandi titoli sui giornali. La madre, seduta accanto alla grande finestra dai vetri decorati, è china sul suo ricamo, niente la distrae. Sul tessuto di lino è disegnata una fenice in volo: con piccole mosse rapide fa andare l’ago e il filo colorato. Si consuma nel fisico, intenta nel suo lavoro di decoro che la sottrae alla sua infelicità. Il padre è sempre via, fuori tutto il giorno per lavoro; ‘ha un’amante’, bisbiglia in cucina Clelia, la giovane domestica. La prozia è invece chiusa nella sua camera immersa nella recitazione delle preghiere e della vita dei santi, mentre il nonno, quando non è seduto a leggere i giornali nella sua poltrona, cammina avanti e indietro imprecando gli dei e inseguendo una presenza visibile solo a lui, custodendo in silenzio “un segreto inquinato di omissioni e di disagio”. La rappresentazione della realtà può avere diverse facce. La quotidianità della nostra protagonista si trasformerà in sogni infantili affollati di visitatori, in un universo di oggetti e figure apparentemente normali nell’immaginare il mondo, ma che racchiudono le profonde inquietudini di ogni membro della sua famiglia, e le ansie di una vita dalla quale si vorrebbe fuggire.
Nell’immobilità dei sentimenti e del tempo, la piccola protagonista vedrà oltre i percorsi labirintici della propria casa, si difenderà dagli umori e dagli odori che la animano, resisterà alla decadenza della consuetudine con la sua sola immaginazione, aprendo gli occhi sull’azzurro della laguna, all’orizzonte. Un percorso interiore difficile e analitico quello che la nostra scrittrice intraprende nel raccontare le suggestioni, i desideri, l’incanto, la triste realtà dei protagonisti e la fuga da essa.
“Si dice che nella mente il sogno duri poco più di un attimo, un fremito delle palpebre, una sospensione del respiro, un battito irregolare del cuore, un brivido umido di sudore notturno, ma il tempo della visione non ha alcun rapporto alcuno col tempo misurabile… non c’è principio né fine, non c’è acquisto né perdita, né entusiasmo né dolore, soltanto l’infinito stupore di assistere a una rappresentazione che ritorna su se stessa senza posa e mai si esaurisce”.
Laguna
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