Lampi d’ombra
- Autore: Giancarlo Eldi e Susanna Molitierno
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Giancarlo e Susanna, Jean e Sylvie, c’è qualcosa che li unisce, coppia con coppia: le pagine di un noir all’italiana, una trama gialla, una copertina, un titolo. Giancarlo Eldi e Susanna Molitierno sono marito e moglie, come lo sono stati i protagonisti del thriller che hanno realizzato a quattro mani, un romanzo d’esordio, Lampi d’ombra, pubblicato nel 2019 dalle torinesi Pathos Edizioni (496 pagine).
La coppia in carne e ossa si presenta con una semplicità che conquista: si dicono lettori voraci da sempre e confessano di condividere la passione per la montagna, le bellezze naturali, i grandi spazi. Scrittori “per amore”, non per mestiere (ma non è detto, vista la buona confezione di questo primo prodotto). Aggiungono d’essere stati ispirati da un ritrovamento, durante una passeggiata nel verde di foreste tanto ossigenate e poco frequentate.
Via dalla pazza folla, come piace anche ai due alter ego di carta, Jean Bruges e Sylvie Fontaine, che nel momento più caldo della loro relazione hanno scoperto le meraviglie naturali del Massiccio entrale, nell’Auvergne francese, un’incredibile catena di vulcani dormienti, non tanto lontano da Lione. Luoghi per niente affollati, dominati dal silenzio e dai suoni della natura. Vi hanno affittato uno chalet, meraviglioso secondo Sylvie, circondato da un bosco d’incanto. Lo hanno ribattezzato Il Villino di Alice e la giovane Fontaine sognava di vivervi eventi straordinari, non immaginando che sarebbero stati quelli torbidi e spesso rischiosi in cui stanno per cacciarla i suoi “genitori” Eldi e Molitierno.
Anche Giancarlo e Susanna hanno tratto ispirazione dall’Auvergne. Il Puy-de-dome, i vulcani addormentati, i villaggi medioevali, li hanno stregati a prima vista, poi il ritrovamento casuale di una borsa da viaggio, abbandonata in un bosco, ha suggerito tante fantasticherie e questo romanzo noir.
Diversi delitti sapientemente orchestrati e spietatamente eseguiti da un assassino di professione. Vittime apparentemente scollegate. Ad unire tanti personaggi, luoghi, situazioni ed armi implacabili provvedono proprio Jean e l’ex moglie Sylvie, in un romanzo movimentato che se voleva fare presa sui lettori ci ha preso.
Dopotutto, è all’insegna dalla buona mira. Il numero delle pagine è stampato in basso, al centro di un’ottica di precisione, un mirino. Ed è un particolare di non poco conto, ripreso in grande stile da un collimatore di cannocchiale da fucile, disegnato in prima e in quarta di copertina.
Prima di lasciarsi hanno diviso dieci anni, ma le vite separate con rabbia (e nostalgia) di Jean e Sylvie stanno per ricongiungersi. Lei non ha notizie di lui da almeno due e ha lasciato Lyon e la sua vita precedente. Con l’inseparabile meticcio lupoide Poivre, sta raggiungendo lo chalet sui Puys, perché la padrona di casa e amica Marie le ha comunicato che Jean vuole incontrarla proprio lì, per una ragione che non ha detto, ma che sarà certamente importante.
Quanto a lui, senza Sylvie si sente un ex in tutto, ex marito, ex sportivo, ex guardia giurata. Che sorpresa essere convocato da Valter Larousse, uno che si spaccia per procacciatore d’affari (soprattutto sporchi e ben oltre i confini della legalità). È con Valter che Sylvie si è allontanata da Jean, ma non ha funzionato a lungo. Sicché, per averlo contattato deve averla fatta grossa. Infatti, Larousse ha combinato un pasticcio a Istanbul, che ha fruttato un sacco di soldi, ma gli ha scatenato contro un pericolo mortale.
Un altro uomo che sarà determinante per la coppia scoppiata è Vincent Le Goff, un anziano molto vitale, che gestisce un servizio speciale di protezione e sicurezza privata.
Azione, adrenalina, omicidi spietati… la cifra stilistica di Giancarlo e Susanna si arricchisce di una sensualità elegante ogni volta che in scena entra Margot, introdotta a metà romanzo e fondamentale, molto più di quanto non possa sembrare e ben oltre la pur accurata confezione del personaggio.
Una figura agile, nervosa, inguainata in una tuta nera da motociclista. Un corpo da sballo, come si direbbe nei romanzetti trash. Margot è “l’uomo” di Vincent Le Goffe a Lione, ma di maschile ha ben poco, pur maneggiando le armi con disinvoltura, tanto da stabilire un rapporto quasi erotico con quegli oggetti letali.
A Jean non sfuggono gli occhi grigi e freddi come il ghiaccio artico, senza traccia di allegria. Da tanti aspetti, il giovane si convince che Margot odia gli uomini. Vincent aggiunge che quella ragazza è affilata come la lama di una katana giapponese. Una cosa è certa: in questo romanzo i cattivi sono di serie A. Ancora meglio, da Coppa Campioni. Altro che delinquenti da strapazzo.
Il villino delle meraviglie? Qualcuno lo ha forzato, vi si è introdotto e lo ha messo a soqquadro. Ma se tutto è devastato, come se fosse passata una mandria al galoppo, non sono stati rubati oggetti di valore commerciale, che avrebbero fatto gola a qualsiasi ladro. Televisore, impianto hifi, sono al loro posto, accanto al caminetto. A parte una gran confusione e una bottiglia di cognac svuotata, niente è stato asportato. Cosa cercavano e per conto di chi?
Dialoghi essenziali e ben scanditi ritmano un romanzo che sembra in continuo movimento e riserva colpi di scena efficaci.
Un assassino spietato è a caccia delle sue vittime, mosso da uno spirito di vendetta. Un lupo si aggira in Europa e per fermarlo “non serve un cane da pastore, ma un lupo ancora più veloce”. Se non esiste, va addestrato a diventarlo, finché non gli saranno spuntate le “zanne”, da killer del killer.
Lampi d'ombra
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Grazie è una soddisfazione che sia piaciuto.grazie mille da parte mia e di Susanna.