Lasciami andare, madre
- Autore: Helga Schneider
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2004
Helga Schneider è una scrittrice tedesca che vive in Italia dal 1963. Tutti i suoi libri, scritti in lingua italiana, sono incentrati sulla sua esperienza di bambina cresciuta nella Germania di Hitler, e soprattutto, di figlia di una fervida nazista che decide di abbandonare la famiglia per arruolarsi nelle SS e divenire guardiana del campo di concentramento di Birkenau.
In Lasciami andare madre (Adelphi, 2004) la scrittrice racconta l’ultimo drammatico incontro con la madre ormai anziana e prossima alla morte, avvenuto in un ospizio di Vienna nel 1998.
Madre e figlia si guardano negli occhi e si parlano come mai hanno fatto fino ad allora. È un confronto doloroso e pregno di tensione emotiva che riflette il conflitto interiore che ha dilaniato Helga per tutta la sua vita: la rabbia e la voglia di estirpare le proprie radici si alterna all’intima speranza di ascoltare parole di pentimento per potersi riconciliare con quella madre che, nonostante tutto, non è mai riuscita ad odiare.
“Chiamami Mutti, mammina” implora l’anziana signora; “Solo se risponderai alle mie domande” risponde Helga con la voce rotta da un pianto soffocato. Helga sfida, la incalza, ha sete di verità, ed è la verità cruda e terribile quella che la madre ha da offrirle. Inorridita, ascolterà il racconto degli esperimenti sulle cavie umane che venivano eseguiti nei campi di concentramento; delle donne che ”frignano” quando i bambini sono strappati dalle loro braccia per essere condotti nelle camere a gas; della razza inferiore che doveva essere sterminata, fino alle ultime terrificanti parole: “Io ho solo obbedito agli ordini”; “Io resto ciò che ero”.
Per me doveva essere giusto ciò che era giusto per il governo - esordisce con voce ferma - e non avevo il diritto a pensieri, opinioni o sentimenti di ordine personale. Avevo invece il dovere di obbedire senza discutere agli ordini superiori, e se questi ordini prevedevano di soffocare nelle camere a gas milioni di ebrei io ero pronta a collaborare. Per cui, credimi, non potevo assolutamente permettermi la minima debolezza nel confronti di mamme o bambini. Quando vedevo i più piccoli entrare nel bunker, l’unica cosa che riuscivo a pensare era: ecco dei marmocchi giudei tolti di mezzo, ecco dei neonati che non diventeranno mai disgustosi ebrei adulti.
Lasciami andare madre è il racconto doloroso e straziante di una bambina che cresce senza madre, di una donna costretta a fare i conti con il dolore e la vergogna di sapersi figlia di una dispensatrice di morte che ha contribuito a scrivere una pagina ignobile della storia dell’umanità per seguire la sua fede cieca nel Führer.
È una testimonianza diretta sugli orrori dell’Olocausto e sulle aberrazioni della mente di una donna e madre che sceglie con fermezza, senza mai pentirsi, di essere una SS.
Ci si ritrova increduli e spaventati perché la Schneider ci restituisce il ritratto di una carnefice che non è altro da noi ma è una di noi . È ”la banalità del male” che dobbiamo saper riconoscere e dalla quale dobbiamo inderogabilmente difenderci.
È come se si lacerasse un velo. Ora la nostra storia è tutta qui. La storia mancata di una madre e di una figlia. Una non storia.
Lasciami andare, madre.
Lasciami andare, madre
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Complimenti, recensione molto toccante, non conoscevo questo libro, vi ringrazio per le vostre preziose indicazioni