Le favole della sera di Luisa Ronconi

Chi non conosce le favole? Famose o inventate di sana pianta sul momento, popolate da draghi e creature mistiche oppure ambientate in un paesino di campagna.
Comunque ci hanno lasciato qualcosa nel cuore e ci hanno aiutato a crescere.
Ogni favola ha una morale, nasconde piccoli grandi insegnamenti che ci entreranno nella mente da piccoli e formeranno le persone che saremo in futuro: maestri, studiosi, scrittori, artisti.
Mondi reali e fatati, animali che parlano tra loro, vicende al limite dell’incredibile che però ci prendono il cuore e ci costringono a voler credere che un mondo simile esista, da qualche parte. Magari dentro di noi…

Le favole della sera (Rupe Mutevole, 2014) di Luisa Ronconi è una piccola grande antologia che racchiude tante storie solo all’apparenza banali che in realtà riveleranno una morale, un insegnamento per le piccole menti sempre assetate di sapere e verità. E anche noi grandi potremmo imparare qualcosa, da queste poche righe. Per prima cosa, guardare dentro noi stessi e cercare il fanciullo interiore che è chino in un angolo buio e aspetta soltanto di esser chiamato per giocare un po’.

Un’aggiunta non indifferente è il cd allegato al volume che contiene le tracce di tutte le favole del libro.
Favole lette in maniera a dir poco fantastica da Mario Lucarelli, una voce che aiuterà il bambino a immedesimarsi ancor di più nelle storie e, magari, a sviluppare un amore per la lettura. Un amore che è racchiuso in ognuno di noi, basta soltanto cercarlo...

“La presenza dei genitori la sera, prima della nanna, a mio avviso è indispensabile, perché apre uno spazio di dialogo e permette ai piccoli di fare domande, di ricevere spiegazioni, di trovare risposte assieme gli adulti e di continuare a vivere nel sogno la magia della favola letta.”

Parole semplici, parole vere che riassumono in poche righe la fiducia e la stima che Luisa Ronconi nutre verso i bambini.
Forse, chiamandoli bambini, non capiamo la loro importanza. Facciamo così, proviamo a chiamarli futuro: suono differente, vero? E anche meglio…