Le memorie di guerra di papà
- Autore: Antonio Budini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Antonio Budinich nasce nel 1878 a Lussinpiccolo; il cognome diverrà Budini sotto il regime fascista. Durante la Grande Guerra opera come ufficiale, portando la divisa austriaca. Conosce vari fronti e zone, svolgendo principalmente mansioni di presidio e sorveglianza; Grado, l’Erzegovina, il Montenegro e poi il fronte italiano sono le sue principali destinazioni.
La famiglia del diarista all’inizio del 1915 si sposta da Trieste a Lussingrande, sull’isola di Lussino; durante il conflitto Antonio manda regolarmente viveri a casa dove progressivamente la penuria di cibo si fa drammatica. Si sente italiano e detesta il militarismo che vede incarnato dagli Imperi Centrali. Riesce a ottenere il congedo, poi rapidamente revocato; l’aveva ottenuto accentuando un piccolo malessere a una gamba.
Come professore di lettere, laureato a Vienna e buon conoscitore del tedesco, mostra un’enorme curiosità verso i territori in cui deve svolgere il suo servizio, dedicandosi a escursioni, cavalcate solitarie e brevi viaggi tra le popolazioni dell’enorme e composito impero. A tratti sembra un etnologo; vuole scoprire lo spirito degli uomini e del paese in cui di volta in volta si trova. Eccolo ad esempio in Montenegro:
“Andavo nei villaggi, entravo nelle case dei montenegrini, e mi avvicinai a quella gente strana, e credetti di conoscerla. Mi familiarizzai con loro per penetrarne lo spirito: sedevo a terra con loro intorno al fuoco e parlavo con loro il linguaggio primitivo di pastori e agricoltori (…) Dopo poco fui conosciuto in tutti i villaggi (…) avevo imparato abbastanza di serbo-croato da poter conversare con quella gente”.
Dopo la cruenta ma rapida occupazione del piccolo regno, Budini e il suo reparto vengono trasferiti sul Carso, il fronte più temuto. Qui l’ufficiale vive momenti duri:
“E certe notti sul Javorcek le ricordo ancora, perché furono veramente terribili, quando facevo il mio servizio con il vento, con le piogge, con la neve. Le ispezioni in una notte volevano dire quattro-cinque ore di aspro cammino, perché per una ronda impiegavo circa un’ora e mezza”.
Può visitare con grande interesse l’interno del monte Vrsic, pieno di caverne e ambienti costruiti per riparare circa 400 soldati. Durante la visita apprende che gli italiani stanno da tempo preparandosi per mettere una mina sotto il monte. Una sera può scambiare qualche parola con i nemici che parlano la sua stessa lingua e stanno nella trincea opposta. Ha modo di incontrare il generale tedesco Von Mackensen, venuto a vedere da vicino i luoghi che sarebbero stati oggetto dell’offensiva di Caporetto.
La notte prima del grande attacco, durante un giro di ispezione, Antonio cade malamente. L’infortunio è serio; viene evacuato e non vedrà più il fronte. Tornerà in servizio a Trieste con il grado di capitano e riuscirà a ottenere il congedo prima della fine del conflitto.
Le memorie di guerra di papà, scritto da Budini per i figli, è un diario molto particolare: il professore fa della terribile esperienza della guerra un’occasione di studio e conoscenza delle genti e dei luoghi del vecchio impero, indossando più i panni del viaggiatore che non quelli del militare.
Le memorie di guerra di papà
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