Le pietre, l’amore
- Autore: Paolo Barbaro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
Paolo Barbaro è lo pseudonimo di Ennio Gallo, ingegnere e scrittore veneziano, classe 1922, scomparso il 27 giugno scorso. Dirigente ed ingegnere idraulico dell’ENEL, ha partecipato ai lavori di progetto per la costruzione di numerose grandi dighe idroelettriche sia in Italia che all’estero. Amante della scrittura, ha iniziato a pubblicare i suoi primi romanzi nel 1966 ed è stato riconosciuto da subito come un autore di fama internazionale.
Volontariamente lontano dai salotti letterari, attraversando l’intero secolo letterario del Novecento, l’ingegnere scrittore ha dedicato gran parte della sua vita alla narrativa. Ha vinto vari premi nella sua lunga carriera tra i quali il Premio Buzzati, Flaiano, e per ben tre volte il Premio Selezione Campiello.
"Le pietre, l’amore" (Mondadori, 1976) è il romanzo con il quale lo vinse nel 1976. E’ stato insignito del titolo di Commendeur de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française.
"Le pietre, l’amore", una delle sue prime opere narrative, dalla bella copertina che raffigura un quadro del 1972 di Jean Michel Folon, L’arte della conversazione, ha una trama particolare con una storia autentica se non del tutto autobiografica.
Un’esplorazione nella natura e nell’animo di un uomo: una storia che sembra essere sussurrata, con una cura dei particolari che invoglia il lettore ad arrivare fino all’ultima pagina. È un autore che ho conosciuto tramite le letture di mio padre, un suo appassionato lettore. Siamo intorno agli anni ’70 e un giovane e già esperto ingegnere idraulico specializzato, racconta in prima persona il suo lavoro. È impegnato nella costruzione dei ponti che servono per portare la corrente elettrica e l’acqua in piccoli paesi nelle valli come in montagna, su verso la cima quasi al confine con l’Austria, o in mezzo all’atlantico su di una piattaforma. Ponti da costruire, strade da asfaltare, tunnel da creare e pietre da far saltare.
"Le pietre affiorano tra l’erba, pisolano sul torrente, si spaccano al sole: una valle di pietre dorate, in certe mattine, è come una città di belle donne. Dorate, calde, sempre pronte: ne facciamo muri scale strade di tutto. Ora, se usciamo e ci guardiamo intorno, non ci bastano i nomi della tecnica: granito, calcare, scaglia, dolomia, arenaria… Ne incontriamo sempre di nuove… lastre giganti senza uno sbavo e pietruzze nane tutte un arabesco. Blocchi dure come il ferro, e spugne tenere come una mano. Pareti solitarie, goffe, d’un solo colore; e sassolini ciottoli stelle di tutte le fantasie. Però sempre precise, riconoscibili, ci si può fidare: come credevamo che fossero le persone."
La sua vita trascorre nell’operosità dell’allestimento dei cantieri, fra gli alloggi degli operai e la baracca ufficio; giornate di lavoro intenso fra i rotoli dei progetti da portare sempre con sé e riunioni con il geologo o l’ingegnere chimico per la condivisione delle operazioni: lo studio della natura dei luoghi per la realizzazione dei varchi che porteranno la modernità. Curve, diagrammi, tracciati e rilievi, progetti e realizzazioni che sembrano avere le stesse identiche modalità, sia che si operi in alta quota o sulle torri in mare. Invece sono costruzioni tutte dissimili e ogni edificazione mostra le sue peculiarità.
"Ogni ponte, al suo posto di lavoro, porta la sua strada fra i monti… quanto più sono ben fatti, tanto più diventano invisibili… ogni ponte che si rispetti ha la sua struttura precisa e il suo comportamento individuale perché è nato per un certo punto della valle e solo per quello: pensato, adattato, inchiodato nel buco esatto in cui deve incastrarsi. Non c’è punto che le valli non siano diverse, e perciò tutti i ponti veri sono diversi."
Le pietre sono testimoni del tempo che passa, narrano la storia, e l’amore pare essere così impossibile fra mappe idrologiche e carte geologiche: un tecnico, come è lui, usa poche parole ma ha grandi idee da elaborare. Come è difficile parlare di un sentimento che in un mare di solitudine, a volte, nasce e muore come le stelle che illuminano la notte nelle valli, fra gli sguardi sfuggenti e il tempo che corre.
"Le pietre, l’amore" è il racconto della vita che scorre nei cantieri, dove l’odore delle macchine si mescola all’odore degli uomini, fra il tempo che alterna caldo e freddo, neve e sole, in posti remoti e isolati, lontani dai propri affetti ma in una condivisione solidale fra coloro che, nomadi, sono i personaggi che ruotano intorno alla storia del protagonista.
Le pietre, l’amore
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