Le sette vite dell’amore
- Autore: Carla D’Alessio
- Genere: Amanti degli animali
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2011
L’amore è come un gatto: ha sette vite. Nasce, cresce, muore, rinasce, sparisce, ritorna, si appiccica, si fa desiderare. L’amore è come un gatto: è chiaroscuro. Un minuto ci soffoca di coccole e di fusa, il minuto successivo ci ignora sdegnoso o ci guarda beffardo, provocandoci. E prima o poi ciascuno di noi inciampa nell’amore, come in un gatto girovago per strada che ci volta le spalle o ci segue fino a casa.
Lo sanno bene i molti protagonisti di questo romanzo, persone che chiunque di noi potrebbe incontrare ogni giorno, incorniciate in un contesto familiare a molti di noi come può essere quello di una città medio-piccola. In questo caso si tratta di Caserta, con lo splendore della sua reggia, le macchie dei lavori in corso e dei rifiuti, il fantasma del periodo d’oro della Saint Gobain (l’importante industria fonte di lavoro e benessere) e il calore delle tradizioni natalizie, che sembrano ormai semplici formalità da assolvere, ma in fondo servono a tenere unita la famiglia.
Tutto ha inizio quando Ada, sessantenne in crisi col marito Giulio ma soprattutto con sé stessa, obbedendo a uno strano impulso, letteralmente, “animale”, rapisce il persiano nero del parroco. Un gatto quasi parlante, che in realtà rappresenta, per Ada, la personificazione della propria coscienza. Da lì inizia una ribellione cieca ma in fondo impotente verso il marito, verso la figlia Nina che vive in Spagna con il fidanzato Javier e non si degna quasi mai di venirla a trovare (ma in fondo, forse, il suo unico torto nei confronti della madre è essere troppo simile al padre), e nei confronti della propria vita in generale. Alle loro vite si intrecciano quelle di Mara, amica di Nina che vive in un appartamento con Bea, aspirante soubrette televisiva, e Zoja, che ha lasciato in Ucraina un marito trascurabile e un figlio adorato, di Sergio, ex di Nina e nipote dell’anziana datrice di lavoro di Zoja, di Gianni, l’operatore televisivo, di Nando, il proprietario dell’emittente locale dove Bea lavora, di sua moglie Gilda, in realtà sola e disperata, e di Rocco, gigolo per soldi ma fidanzato con Claudia.
In un’atmosfera natalizia fredda e rarefatta, evocata solo a tratti dai tristi addobbi spenti durante il giorno, dalla mania di Giulio per il presepe e dagli struffoli (per carità, senza canditi) portati a casa per cena, questa confusione di vite a prima vista inverosimile, ma in fondo possibile per chi abita in un centro di dimensioni ridotte, si stringe sempre di più per poi allargarsi di nuovo, mentre il gatto (erroneamente battezzato Bemot, intenzionalmente come il Behemot de “Il maestro e Margherita”) osserva placido e malizioso le grandi, trascurabili tragedie degli umani. Quasi nessuno di loro, alla fine, troverà una risposta di senso compiuto: solo Nina riuscirà a chiudere, finalmente, un cerchio.
La nota di copertina di Diego De Silva, che fa notare come Carla D’Alessio scriva senza orpelli e con estrema semplicità, quasi servendo un pranzo su di una tavola non apparecchiata, è del tutto pertinente. L’uso del presente indicativo nella narrazione, e lo stile estremamente semplice, quasi “nudo”, anche quando le descrizioni si abbandonano al filo della nostalgia, ci dà l’impressione di trovarci noi stessi a camminare accanto ai protagonisti, che appaiono chiari, definiti, senza sfumature di sorta. Quasi come osservare un giorno della vita dei nostri vicini di casa. Il libro è piacevole e scorre via velocemente, lasciando un’impressione finale, nonostante tutto, di serenità.
Le sette vite dell'amore.
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