Libro della Creazione
- Autore: Igor Sibaldi
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
La Bibbia è il libro più letto al mondo, è stato il primo stampato in Occidente dopo l’invenzione della stampa. È uno dei più misteriosi e non si contano gli esegeti che l’hanno interpretato e lo interpretano. La tradizione cabalistica offre materiale preziosissimo al riguardo.
Per chi volesse cimentarsi nella sua interpretazione, non soltanto con l’uso della ragione, ma mettendo in moto anche la parte intuitiva (e ciò richiede una disposizione meditativa, ovvero il collegamento del testo con la propria psiche profonda e immaginativa), lo studioso e scrittore Igor Sibaldi offre la sua ricerca, corposa, intelligente, meravigliosa (nel senso che "la sapienza comincia con il meravigliarsi" afferma Aristotele) nel bel Libro della Creazione (Oscar Mondadori, 2016, pp. 404).
È uno studio adatto a chi ha compreso il valore del simbolo e del mito, come l’autore scrive:
"Il mito si connette con il nostro tempo individuale, e getta luce anche su qualche aspetto della nostra condizione culturale, spirituale. Si rivela insomma ancora vivo e attivo dopo migliaia di anni (un esempio celeberrimo è il mito di Edipo, sul quale Freud costruì la sua teoria delle nevrosi moderne).”
Altra visione arcaica da cui parte l’autore è quella panica immanentistica, ripresa da Platone, che ricopia Talete: "Il mondo è pieno di Dei".
Ecco dunque che ci addentriamo nella sapienza antichissima, quella dei "sofroi" i sapienti presocratici, dei quali Sibaldi discorre ampiamente. Suo merito è collegare tale sapienza alla Genesi. Egli offre al nostro intendimento l’immagine di un Dio che è plurale, "Elohim" è un termine plurale, cosa nota, ma l’aggancio al sapere greco e prima ancora egizio è senza dubbio originale e fecondo, nei termini in cui lo pone lo studioso. Dio è gli Dei, “zoe” vita, oggi diremmo energia, è, anzi sono
"Grandi forze che operano nell’esistente: nell’universo, nella psiche, nelle opere umane e nella società.”
Zoe è “Dioniso”, è “Shiva”, è “Osiride”, ma è pure “Elohim”, contenuto nei giorni della creazione biblica, ma tale contenuto viene rimosso dalle religioni ufficiali. Sibaldi parla addirittura di una vera e propria "rimozione biblica", messa in atto per far sparire la conoscenza del dinamismo. La conoscenza mette sempre in primo piano il singolo, la sua attitudine a sapere, e perciò a individuarsi. È il movimento interiore di ciascuno, contrapposto inevitabilmente alla civiltà. Ogni civiltà privilegia il "noi" contro l’"io". Il discorso non è nuovo, Sibaldi si riallaccia a Marcuse, alla critica della massificazione moderna dell’uomo; io aggiungerei nel novero dei critici l’immenso Leopardi e la sua stigmatizzazione della civiltà nello Zibaldone e nella Ginestra, e naturalmente Jung.
I grandi personaggi biblici, Adamo, Abramo, Mosè, Giuseppe, Cristo sono tutti figure gigantesche dal grande spirito, fortemente individuato. Figure del rischio e del rinnovamento.
Lo scrittore commenta con spirito acuto "ognuno ama ciò che rimuove" e lo ama più o meno consciamente. Si vive per riscoprire il fondamento della vita. Vita identificata in Dioniso e nella simbologia della vite. Dioniso alla cui vita attentano i titani, ma il Dio risorge proprio come Cristo.
Interessantissima è l’interpretazione della nascita di Eva, avvenuta con l’estrazione di una costola secondo la versione classica, ma la parola usata in Genesi è "zela", che significa ciò che sta al fianco, anche metà, ovvero il femminile dell’essere, ancora una volta l’Energia Vivente scoperta.
Anche le due figure di Caino e Abele riservano molte sorprese, come molto altro.
L’idea di creazione dal "nulla" è contraddetta rispetto al dettato solito. Ogni giorno dei sei è rivisitato e riserva significati insospettati, affini alle scoperte della fisica quantistica.
La Bibbia si rivela essere un testo cifrato, scritto in lingua geroglifica, archetipica, secondo "archè", principi racchiusi nelle 22 lettere ebraiche; linguaggio accessibile a chi vuole comprendere. La sapienza è gnosi, non fede cieca.
Sono oltre quattrocento pagine di avventura spirituale a cui abbeverarsi. Poi, ognuno mediti in sé. Il viaggio interiore è "mio" ancora più che "nostro", se per nostro intendiamo il paravento delle consuetudini collettive rassicuranti, ma oscuranti, ferme, prive di sviluppo.
Libro della creazione
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