Mago Bianco. Vita e segreti di Pietro d’Abano, medico ed eretico
- Autore: Roberto Zucchi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Un gigante del sapere nel Medioevo, di cui non si sa quasi niente, tanto che la sua biografia è un romanzo di libera ispirazione (diciamo di pura fantasia) di Roberto Zucchi, giornalista suo conterraneo e nostro contemporaneo. Mago Bianco. Vita e segreti di Pietro D’Abano medico ed eretico è apparso nella primavera 2022 per i tipi il Prato, di Saonara-Padova (collana Storie Venete, 512 pagine).
Avventure e misteri di Pietro d’Abano, un uomo, un rebus, a cominciare dalle date di nascita e di morte: Colli Euganei 1250? Padova 1216?
Medico e docente di medicina anche a Parigi, uno scienziato precursore della scienza, astronomo e negromante accusato di avere appreso da sette spiriti soprannaturali, in suo potere, le arti liberali del Trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del Quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica). L’ispiratore (forse) del ciclo pittorico di Giotto nel Palazzo patavino della Ragione, altrettanto misterioso perché andato perduto in un incendio e rifatto da altri artisti quasi due secoli dopo. Sembra che abbia condotto una vita ripartita in quattro periodi (Padova, Costantinopoli, Parigi, Veneto). Seguendo la stessa scansione temporale, l’autore articola in quattro parti il romanzo biografico.
Roberto Zucchi è nato a Modena nel 1956, ma si è stabilito a Padova, dove ha studiato nel liceo scientifico Fermi prima di laurearsi in scienze politiche, con una tesi sulle origini mistiche del nazismo.
Giornalista, è stato responsabile della cultura, degli esteri e anche caporedattore centrale del quotidiano “Il Gazzettino” di Venezia. Nel 2012 ha pubblicato il romanzo Siderea Crimina, noir storico con protagonista Galileo Galilei nel periodo padovano e nel 2019, con il Prato, Potere H – I disabili che hanno fatto la Storia, raccolta di ritratti di personaggi illustri a dispetto delle loro disabilità.
Dal profilo Facebook, si apprende ch’è appassionato di musica blues, jazz, rock, ama i poemi omerici (soprattutto L’Odissea) e le indagini di Sherlock Holmes, conoscenze che lo hanno aiutato nella stesura del romanzo.
Molto legato alla storia locale, dieci anni dopo l’esperienza con Galileo Zucchi ha voluto cimentarsi con la figura misteriosa di un grande padovano, sospeso tra scienza e leggenda, già oggetto di opere saggistiche, che non hanno tuttavia chiarito a fondo la vita e il profilo personale.
In un’intervista, ha spiegato d’essere stato attratto da Pietro perché protagonista di “una vicenda incredibile”. Fugge da Padova diciottenne dopo un delitto, vive diciassette anni a Costantinopoli, dove apprende di medicina e acquisisce una fama tale da essere chiamato a Roma, a curare un papa. Per dieci anni, ad insegna filosofia naturale (medicina) nella Sorbona a Parigi. Torna a Padova, dove ispira le opere di Giotto e dialoga di astronomia con Marco Polo.
Scienze, viaggi ed eresia, perché le sue conoscenze e l’attività medica sono fin troppo scientifiche per quei tempi, tanto da essere scambiate per pratiche magiche. Pare che abbia espresso dubbi razionali sulla resurrezione di Lazzaro, che attribuiva a un episodio epilettico. Per tre volte l’Inquisizione cercò di condannarlo al rogo.
Di certo scampò al fuoco, per quanto circolino diverse versioni, in gran parte leggendarie. Non c’è niente di certo e Zucchi propone la propria, in una narrazione per “gran parte di fantasia ma, per quanto possibile, ancorata a testimonianze e fatti storici”. Dei centododici personaggi che si muovono nel romanzo, oltre la metà sono noti ed effettivamente esistiti, conosciuti o incrociati da Pietro d’Abano. Con alcuni, i contatti sono documentati, Giotto, Marco Polo, Raimondo Lullo. Per altri, ci si muove “nell’ambito del verosimile”.
Gli elementi biografici diffusi in occasione dell’ottavo centenario dell’Università - lo Studium Patavinum, l’atto notarile è datato 1222 - lo danno figlio di un notaio di Abano, negli anni Cinquanta del Duecento. Studiò medicina a Padova. Viaggiò tra il 1270 e il 1290 anche a Costantinopoli, dove apprese l’arabo e il greco, tanto da leggere in lingua originale le opere di medici e filosofi antichi, oltre a tradurre e commentare Averroè e Aristotele, avviando la scuola degli studi aristotelici.
Prese ad insegnare medicina all’Università di Parigi nel 1300.
Denunciato dai domenicani per aver messo in dubbio alcuni miracoli e l’esistenza dei demoni, subì il primo processo per eresia, ma venne liberato dal papa.
Nel 1306 tornò nell’Università patavina, per dedicarsi all’insegnamento di medicina, filosofia e astrologia. Poco dopo il rientro, i domenicani rinnovarono le accuse di eresia, promuovendo altri due giudizi inquisitorii.
Il decesso gli risparmiò il peggio, prima della fine dell’ultimo processo. Si ritiene che le sue ossa siano state dissotterrate e bruciate.
A partire dal XVI secolo, Pietro fu a torto identificato come l’autore di testi di magia, guadagnandosi la fama di potente negromante. Tra i suoi lavori autentici, l’Astrolabium planum, che probabilmente ispirò le raffigurazioni astrologiche del Palazzo della Ragione.
Roberto Zucchi lo fa fuggire ancora studente da Padova perché coinvolto nella morte di un nobile. Messa in salvo la giovane Maria, da quello abusata, l’affida ad una sacerdotessa della Dea Madre Reitia, ricevendo in cambio protezione.
Partito da Venezia e appreso del suo futuro da un oracolo in Grecia, approda a Costantinopoli, dove viene iniziato alla magia da una negromante.
Il resto segue la biografia nota, fantasticando il giusto.
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